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Giorno: 16 Aprile 2020

BUONGIORNO RAGAZZI, SIETE CONNESSI?

[Cover: particolare di un opera di Maurizio Camerani]

Per la prima volta da quando è venuta al mondo – era l’autunno del 2013 – Ferraraitalia presenta ai lettori (speriamo tanti) un articolo scritto (e firmato) a quattro mani, o per meglio dire “a due voci”. Se ci pensate, è un altro modo di dire che le cose “fatte insieme” sono più belle, portano più frutto, delle cose “fatte da soli”. Una piccola novità, ma già altre ne avete viste su questo giornale nelle ultime settimane. E molte altre, e di più grandi, le vedrete e leggerete nei prossimi mesi. Ferraraitalia, senza rinunciare alla sua ispirazione, si rinnova, tenta nuove strade, sentieri diversi. Raggiunge, così ci dicono i dati, molti nuovi lettori. a Ferrara e sparsi per l’Italia e per l’Europa.
In questo articolo, quasi un racconto, un verbale a voce alta di due monologhi interiori, una studentessa risponde a una prof. A noi è sembrato non solo un esperimento riuscito, ma un percorso inedito, quasi l’anticipo di un nuovo linguaggio, di una nuova scrittura.
(Effe Emme)

di Roberta Barbieri e Alice Miraglia

Roberta
E’ ora. Ho alcune cose da fare prima di cominciare la lezione con i ragazzi. Preparare i fogli degli appunti dove è meglio che mi segni tutto quello che accade durante la connessione: se qualcuno resta disconnesso a lungo, se ci sono interventi.
Aprire il sito della scuola ed entrare nel registro elettronico.
Devo fare in fretta, ah meno male. Ora risultano tutti come presenti fuori aula. Era una lagna cambiare ogni volta lo stato di tutti gli studenti.
Firmare la lezione.
No, meglio se prima controllo in agenda; devo avere scritto esattamente quali testi di Pascoli siamo arrivati a considerare la volta scorsa, con lettura e analisi intendo. Oggi bisogna andare avanti  a conoscere altri testi dell’autore, e anche lavorare in orizzontale. E’ ora che i ragazzi rielaborino il confronto tra testi e autori, penso a D’Annunzio e al padre di tutti i simbolisti, Baudelaire. Mi serve però che sia stata fatta “La mia sera” di Pascoli, altrimenti non viene bene il passaggio a  “La sera fiesolana” del Vate.
Troppo tempo rileggerla tutta, li faccio andare alla terza strofa dove c’è quella analogia straordinaria tra il profilo delle colline e le labbra di donna. L’analogia ha un valore paradigmatico: D’Annunzio vede le colline e le fa corrispondere ad altro, immaginosamente. Devo insistere sul tema del doppio, l’analogia prima che una figura retorica è un modo di vedere le cose. Può andare bene a questo punto rileggere “Corrispondenze” di Baudelaire.
Dunque servono i segnalibri per avere sott’occhio le tre poesie utili a questo punto.
In classe con la Lim è più facile tenere davanti i testi da confrontare. Qui a casa ognuno fa avanti e indietro sul manuale.
Pazienza, la cosa importante è che riusciamo a far dialogare i testi tra loro e con noi lettori.
In realtà la cosa che importa di più è tenerci legati facendo lezione, con tutte le formalità del caso, e sono tante.
Restare connessi ci tiene più vicini alla vita di prima, anche se non possiamo vederci, né occupare lo stesso spazio dell’aula. E’ indispensabile per noi adulti, figuriamoci per i ragazzi. Quanti mi hanno salutata con trasporto, alle prime connessioni. E a quanti, direi tutti, sta mancando la scuola. Vista alla distanza, scuola vuole dire un sacco di cose: abitudine, abito mentale, bussola da seguire e anche contro cui lottare. Comprendiamo meglio ora che non c’è quanto ne siamo determinati, ognuno per la fase della vita che sta attraversando.
Cominciamo.
“Buongiorno ragazzi! Siete connessi? Tutto bene?

Alice
Mi sveglio, ho lezione alle otto e vado in cucina.
I miei jeans mi aspettano nell’armadio da febbraio e la mia nuova tenuta scolastica è diventata il pigiama. Faccio colazione e accendo la telecamera, sveglia complessivamente da dieci minuti.
D’Annunzio? Ah, no oggi Pascoli, peccato mi piaceva più D’Annunzio ma anche Pascoli va bene. È una fortuna che mi piaccia così tanto letteratura, non oso immaginare a che punto sarei con il programma se non mi piacesse.
Apro il manuale.
Confronto tra la “La mia Sera” e “La Sera fiesolana”.
Ancora D’Annunzio bene. Mentre sfoglio le pagine guardo lo schermo del mio computer e penso a quanto sarebbe stato più efficace seguire la lezione grazie alla Lim.
“La scuola non vi ha abbandonato”, sento ripetere dalla ministra.
Ebbene, ecco le parole di una studentessa: la scuola non ci avrebbe voluto abbandonare, ma per cause di forza maggiore lo ha dovuto fare.
Non possiamo fare finta di niente. La didattica a distanza è una toppa per un sistema che si è trovato in difficoltà, presumibilmente l’unica opzione possibile, ma non possiamo continuare a definirla una soluzione finale.
Un cane abbaia, qualcuno mi chiama, suonano al campanello, mi arriva un messaggio.
Se non capisco non posso girarmi verso un compagno, con i professori non è possibile avere un rapporto come prima, non mi guardano negli occhi, non vedono quello che sto facendo.
Continuo a sentire frasi del tipo “eh, ma così avrete più tempo per studiare per l’esame”. A queste persone vorrei dire, a cuore aperto, sincero e senza secondi fini, che è più difficile di quello che sembra. La concentrazione manca, parlare ad uno schermo sembra irreale, i programmi sono stati ridotti. È quindi inutile che si continui a ripetere questa tiritera: che lo vogliamo o no, non abbiamo la stessa preparazione degli alunni degli anni scorsi e quindi non possiamo essere trattati come tali, fine discussione.
La scuola non ci ha abbandonato, ma io non ci entro dal 22 febbraio.
“Buongiorno prof, eccomi! Diciamo di sì”

Emergenza Coronavirus – Spesa e farmaci a domicilio

Da: Croce Rossa Italiana

Il Comitato di Ferrara della Croce Rossa Italiana ha attivato lunedì 17 marzo un servizio di consegna spesa e/o farmaci a domicilio per supportare le persone che, a causa dell’emergenza Coronavirus Covid-19, non sono nelle condizioni di provvedervi autonomamente. Il servizio si rivolge agli anziani, a persone con fragilità, a soggetti immunodepressi presenti sul territorio ferrarese.

Il Comitato è disponibile a costruire specifici protocolli d’intervento con le Associazioni o i Gruppi che si rivolgono a particolari categorie di cittadini vulnerabili e per i quali sono necessarie specifiche modalità per garantire le fruizione del servizio di spesa e farmaci.

Le richieste vengono raccolte 7 giorni su 7 dalle ore 10 alle ore 12 telefonando al numero 0532-1823196.
I dati forniti sono strettamente riservati e utilizzati per i soli scopi legati all’espletamento del servizio.

Il servizio viene svolto da Volontari di Croce Rossa del Comitato di Ferrara, coadiuvati dai Volontari della Protezione Civile.

I Volontari sono sempre riconoscibili poiché il lavoro viene svolto in divisa completa di Croce Rossa o Protezione Civile e con le auto di servizio. Sono inoltre muniti di dispositivi di protezione individuale per proteggere se stessi ed evitare di diventare, a loro volta, veicolo di contagio. Il cittadino che ha effettuato richiesta del servizio viene avvisato telefonicamente dell’arrivo dei Volontari nella giornata in cui viene effettuata la consegna. Questo servizio non prevede che i Volontari entrino in casa del cittadino: diffidate pertanto se qualcuno vi fa una richiesta di questo tipo.

Maggiori informazioni sono presenti nel sito ufficiale (https://www.criferrara.it/domiciliare/)

Coronavirus, l’aggiornamento: 21.486. i casi positivi in Emilia-Romagna, 457 in più rispetto a ieri

Da: Organizzatori

In Emilia-Romagna sono 21.486 i casi di positività al Coronavirus, 457in più rispetto a ieri. Aumentano le guarigioni: 316 le nuove registrate oggi. I test effettuati hanno raggiunto quota 112.105, 5.956 in più rispetto a ieri. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, 9.026 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (60 in più rispetto a ieri). 316 i pazienti in terapia intensiva: nove in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-28).

Le persone complessivamente guarite salgono a 4.980 (+316): 2.093 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 2.887 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 55 nuovi decessi: 26uomini e 29 donne.

Per quanto riguarda i decessi (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.843), per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 7 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 9 in quella di Bologna (di cui 1 nell’imolese), 2 in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna, 4 nella provincia di Forlì-Cesena (2 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; 1 decesso di persone di fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.249 a Piacenza (26 in più rispetto a ieri), 2.698 a Parma (82 in più), 4.053 a Reggio Emilia (71 in più), 3.262 a Modena (45 in più), 3.142 a Bologna (107 in più), 348 le positività registrate a Imola (3 in più), 709 a Ferrara (60 in più). In Romagna sono complessivamente 4.025 (63 in più), di cui 904 a Ravenna (15 in più), 752 a Forlì (16 in più), 595 a Cesena (7 in più), 1.774 a Rimini (25 in più).

La rete ospedaliera: 4.950 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19
Da Piacenza a Rimini, il lavoro della rete ospedaliera per il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, a oggi, a 4.950 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid 19: 4.394 ordinari (57 in meno di ieri, perché riconvertiti ad attività no Covid) e 556 di terapia intensiva (5 in meno di ieri). Nel dettaglio: 609 posti letto a Piacenza (di cui 42 per terapia intensiva), 1.015 Parma (69 quelli di terapia intensiva), 620 a Reggio Emilia (58 terapia intensiva), 533 a Modena (85 terapia intensiva), 1.127 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (157 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 333 Ferrara (38 terapia intensiva), 713 in Romagna, di cui 107 per terapia intensiva(nel dettaglio: 193 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 22 Riccione; 106 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva, a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 103 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva).

Attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale e materiale sanitario

Dal Dipartimento nazionale, sono pervenuti oggi all’Agenzia 340.000 mascherine chirurgiche, 90.000 mascherine ffp2, 4 ventilatori polmonari per terapia intensiva e 12 umidificatori.
Sul sito del Dipartimento e su quello del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei DPI e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti).

Volontariato
Mercoledì 15 aprile sono stati 1.205 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato, si sono accumulate 23.445 giornate complessive. Le attività più rilevanti in svolgimento riguardano il supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione (comprende anche le funzioni di segreteria e logistica presso i COC, il servizio presso la mensa Caritas di Reggio Emilia), con l’apporto degli scout Agesci in diverse province (circa 900 volontari); il supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, trasporto campioni sanitari, consegna farmaci e controllo delle temperature al porto di Ravenna (Cri e Anpas 304 volontari); disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso (Parma).

Si avvicina inoltre il turno degli Alpini Emilia-Romagna presso il nuovo ospedale Covid di Bergamo. Copriranno il turno 18/25 Aprile con un contingente composto da una trentina di volontari. Maggiori dettagli nei prossimi giorni.

Punti Triage
Sono 33 i punti-triage attivi in E-R (10 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni);3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 1 in provincia di Ravenna (Ravenna città); 1 in provincia di Rimini (Rimini città) e 1 nella Repubblica di San Marino.

Avvio del centro per la quarantena di San Polo di Podenzano (Pc)
E’ stata avviata ieri con l’ingresso dei primi cinque pazienti in via di guarigione dal Covid-19, la struttura per la quarantena di San Polo di Podenzano, allestita nelle scorse settimane nell’area logistica dell’aeronautica militare di San Damiano, con l’obiettivo di alleggerire il carico degli ospedali piacentini. Altri sei pazienti sono in arrivo oggi, mentre per il fine settimana se ne attendono altri 15. Si tratta di degenti che non necessitano più del ricovero in reparto ma devono sottoporsi a un periodo di isolamento.
A seguito di sopralluoghi, gli alloggi militari di San Polo di Podenzano erano stati individuati quale soluzione idonea all’isolamento post-ricovero dei pazienti affetti dal virus Covid-19.
Gli spazi sono stati allestiti grazie al lavoro assiduo e incessante di numerosi volontari del Coordinamento del volontariato piacentino, coadiuvati da collaboratori dell’Agenzia regionale di protezione civile (Servizio Area Affluenti Po) che hanno contribuito all’avvio della struttura con la fornitura e l’installazione di materiali finalizzati all’allestimento degli spazi esterni, di presidi medici avanzati, bagni, spogliatoi, con funzione di servizi per gli operatori sanitari, che entreranno in contatto con le persone ricoverate nella base militare. E’ stato provveduto all’allestimento esterno alle palazzine militari Aquila e Falco di tutto il necessario per la gestione da parte dell’Ausl di Piacenza. E’ stata eseguita l’installazione di tende pneumatiche, container ISO 10 e ISO20, passerelle per l’accesso all’interno degli edifici, gruppi elettrogeni, termosifoni, vari materiali elettrici, automezzi. Le tende sono utilizzate come segreteria, per la gestione dei pazienti in arrivo, per la vestizione del personale sanitario, mentre i container ISO 10 e ISO 20 sono adibiti a servizi igienici e docce. Le opere sono completate con l’installazione di un gruppo elettrogeno da parte dei volontari, come nell’ospedale campale realizzato a Piacenza. /BM

Coronavirus. In Commissione Bilancio il piano straordinario della Regione: nuovi interventi per 320 milioni di euro

Da: Organizzatori

La Regione Emilia-Romagna vara un piano straordinario per affrontare l’emergenza causata dal coronavirus e pensare già ora alla fase di ripartenza. L’assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, ha illustrato il pacchetto di interventi ai consiglieri regionali in Commissione Bilancio, riunitasi oggi in via telematica.

Il Piano regionale

Il piano, annunciato nei giorni scorsi dal presidente Stefano Bonaccini, prevede 320 milioni di nuovi interventi e quasi 100 milioni di accelerazione di pagamenti e trasferimenti agli Enti locali.

Gli assi portanti sono cinque: sanità, lavoro e imprese, casa-welfare-sport-cultura, superamento del divario telematico e investimenti. A ciò si aggiunge la decisione di stanziare 1 milione di euro a sostegno dell’editoria (carta stampata, tv e radio, portali web di informazione) e 500mila euro per fare lo stesso con le edicole.

“Abbiamo compiuto un primo sforzo importante per stare vicini a cittadini, famiglie, lavoratori e imprese- afferma l’assessore Calvano-, sia per far fronte all’emergenza sia per iniziare a preparare la cosiddetta fase 2, per quando si potrà ripartire. Non ci fermeremo qui, perché entrambi questi fronti richiedono il massimo impegno di tutte le istituzioni”.

Sulla sanità, sono stati previsti 65 milioni per il riconoscimento economico straordinario destinato agli operatori sanitari regionali e 26 milioni per la realizzazione dell’hub nazionale di terapia intensiva.

Il capitolo imprese e lavoro prevede 18 milioni per accesso al credito del sistema impresa, piccole e medie e cooperative comprese; 11 milioni per il sostegno ai tirocinanti; 6,5 per la sicurezza sul lavoro; 2 milioni per la sanificazione delle aziende alberghiere; 12 milioni per l’abbattimento Irap nei comuni montani e del basso ferrarese. Inoltre, 92 milioni sul versante agricoltura, tra nuovi interventi e accelerazione di pagamenti alle imprese.

All’asse welfare-casa-sport-cultura vanno: 27 milioni per la casa, tra cui sostegno all’housing sociale e al pagamento dell’affitto per le famiglie in difficoltà; 5 milioni per gli strumenti necessari alle famiglie per far partecipare i figli alle lezioni a distanza (schede prepagate per la connessione internet, Pc, tablet); 1,3 milioni in più alle scuole materne paritarie; erogazione anticipata di 18 milioni ai Comuni sempre per i nidi. Infine, 3,5 milioni per lo sport e un milione in più per la cultura.

Sul piano degli investimenti, 120 milioni per il potenziamento del sistema ferroviario regionale, tra cui 65 milioni per l’interramento della Ferrara-Codigoro e 10 milioni per la tratta Reggio Emilia-Ciano.

SE VENTIMILA VI SEMBRAN POCHI…
I Buoni Spesa non sopportano la discriminazione: la raccolta firme continua!

di: Associazione Cittadini del Mondo – Ferrara
[guarda il sito dell’associazione]

La nostra petizione contro le pratiche discriminatorie del Comune di Ferrara nell’erogazione dei Buoni Spesa durante la crisi del Coronavirus ha raccolto più di 20 mila firme in poco più di una settimana.

Un risultato straordinario, che trasmette un messaggio forte e chiaro: per vincere contro il Coronavirus dobbiamo rimanere tutti uniti. Non c’è posto per la politica della divisione, la politica degli slogan, la politica del “prima gli italiani”.

I fondi di emergenza stanziati dal governo devono arrivare a coloro, nella nostra città, che ne hanno più bisogno, qualuque sia la loro origine. Devono essere gestiti in modo equo, efficiente e trasparente. Nell’erogazione dei buoni spesa il Comune di Ferrara sta dimostrando di essere discriminatorio, di scarsa efficienza e di zero trasparenza.Si può fare richiesta solo per telefono, i numeri sono sempre occupati e talvolta suonano a vuoto. Nel caso fortunato di ottenere risposta non è chiaro in base a quali criteri la richiesta viene accettata o respinta. A differenza di qualsiasi domanda scritta o telematica non esiste nessun riferimento sul fatto che qualcuno ottenga il buono e qualcuno no.

E adesso, con la forza delle nostre 20000 firme, ripetiamo le due richieste della petizione:

Chiediamo al sindaco di Ferrara di stabilire le priorità in base ai bisogni e di cancellare questa iniqua discriminazione.

Chiediamo all’ANCI – associazione dei comuni italiani – di intervenire pubblicamente affinché censuri il comportamento del Comune di Ferrara e richieda anche l’intervento del Consiglio dei Ministri per fare cessare questa discriminazione.

Vogliamo ringraziarvi per le vostre firme, per i vostri commenti e per i vostri contributi.

Il fatto di essere in decine di migliaia ci fa sentire meno isolati, non solo adesso ma anche per le future battaglie nel nostro Paese contro il pregiudizio e l’ignoranza.

E vogliamo anche ringraziare tutti quelli che lavorano per noi durante questa crisi; dall’operatore sanitario alla cassiera del supermercato. Il nostro isolamento è necessario, ma è reso possibile dal vostro lavoro.

Grazie di cuore

Firma anche tu! [vai alla petizione popolare]

 

Interrogazione su applicazione criterio di residenza per erogazione buoni spesa emergenza covid-19

Da: Gruppo Partito Democratico

Rilevato che il Comune di Ferrara ha avviato dallo scorso 3 aprile la raccolta delle richieste di accesso ai buoni spesa di cui all’ordinanza della Protezione Civile sugli aiuti alle famiglie in difficoltà per via “esclusivamente telefonica”;
Tenuto conto
– Che la modalità di presentazione, esclusivamente telefonica, sta creando enormi problemi,
precludendo di fatto l’accesso alla richiesta dei buoni a molte persone che non riescono a
mettersi in comunicazione con il Comune;
– Che la modalità telefonica lascia amplissimi margini discrezionali all’ente erogatore, non
essendo ancora ad oggi chiaro il sistema di ricezione delle domande, come vengano numerate
e protocollate, se esistano riscontri scritti o qualsiasi atto ufficiale che attesti la idoneità o la
inidoneità, rendendo di fatto impossibile qualsiasi verifica sulla correttezza della procedura e
della sua applicazione e impedendo alla persona cui viene rifiutata l’erogazione del buono il
diritto di fare ricorso;
Considerato inoltre
– Che il requisito della sola residenza, a discapito del domicilio, esclude un imprecisato
numero di persone che vivono stabilmente a Ferrara pur non avendovi preso residenza (basti
pensare agli studenti universitari o ai praticanti, o a chi lavora a Ferrara periodicamente, solo
a titolo di esempio) e che – anche a causa dello scoppio della epidemia – non sono tornate
nella loro città di origine
– Che tali persone sono, in base ai criteri stabiliti dal Comune, escluse – a prescindere dal
bisogno – dal diritto ad ottenere i buoni spesa;
Sottolineato
– Che la sottoscritta consigliera è a conoscenza di casi di persone che – dopo infiniti tentativi –
sono riuscite a parlare con un operatore del comune alle quali è stato semplicemente garantito
che sarebbero state richiamate e poi non hanno saputo più nulla; La sottoscritta consigliera interroga l’amministrazione comunale per conoscere:
– Quale sia la esatta procedura cui i dipendenti comunali addetti a rispondere al telefono
e a raccogliere le domande devono attenersi;
– Quale sia la modalità prevista per protocollare le domande;
– Come mai al cittadino richiedente non venga rilasciato un numero di pratica;
– Se, qualora venga negato il diritto all’accesso, sia prevista una comunicazione di
diniego e con che modalità;
– Che garanzie siano previste per il cittadino che volesse impugnare il diniego;
– Se si intenda ricomprendere il domicilio oltre alla residenza tra i criteri per poter
ottenere i buoni spesa;
– Se si intenda e come ovviare a tali sconcertanti limiti del sistema previsto da codesta
amministrazione per erogare i buoni spesa.

Riprendono i cantieri per gli asfalti: lavori in via Comunale per Burana

Da: Sindaco Saletti

La Polizia Municipale dell’Alto Ferrarese ha disposto una chiusura al transito veicolare, con divieto di sosta e rimozione forzata, su un tratto di Via Comunale per Burana, interessato dai lavori per asfaltatura già programmati ed eseguiti dall’azienda Sintexcal. Il provvedimento avrà efficacia da Lunedì 20 Aprile a Mercoledì 22 Aprile, nella sola fascia oraria compresa tra le ore 8:00 e le 19.00, tornando percorribile nelle ore serali. Dunque, negli orari di svolgimento del cantiere, la strada che costeggia il canale di Burana sarà interdetta alla circolazione, con tanto di divieto di transito e rimozione forzata nello spazio compreso tra il nuovo ponte di Borgo Scala e l’incrocio che via Comunale forma con Via Rolando Malaguti, fino alla zona di Piazza Martiri. Nell’area interessata dai lavori sarà predisposta un’apposita segnalazione stradale che indicherà le variazioni sopraggiunte, mentre cantiere, ingombri sulla carreggiata e ostacoli verranno segnalati come prevedono le vigenti normative.

Quali soluzioni e strategie mettere in campo, da subito, a supporto delle imprese del Commercio, Turismo e Servizi del nostro territorio provinciale?

Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

A seguito di una riflessione che nasce da un recente incontro – realizzato da Ascom Confcommercio Ferrara in videoconferenza – con tutti i nostri Presidenti del territorio , delle nostre Federazioni di settore e di Patronato collegati al sistema Ascom Confcommercio abbiamo voluto scrivere una lettera a tutti i sindaci della Provincia di Ferrara per coinvolgerli in una strategia che possa essere condivisa ed efficace per una pronta ripartenza in sicurezza. L’obiettivo è quello di essere parte di un territorio tra i più propositivi ed innovativi.
Il 2020 sarà un anno spartiacque, tutto quanto ritenevamo scontato e normale dal punto di vista sanitario, sociale ed economico viene radicalmente a mutare e pertanto il cambio di strategie diventa inevitabile, salvaguardando Salute, Imprese ed Occupazione, e puntando così ad una nuova ripresa.
In particolare abbiamo definito sei punti focali sui quali chiediamo l’attenzione, il supporto concreto ed immediato delle Amministrazioni comunali.
1) E’ vitale per il nostro sistema economico territoriale e di vicinato l’annullamento complessivo di tasse, tributi ed utenze, in particolare anche la tassazione locale Cosap, Imu, Imposta di Pubblicità, Tari. Chi purtroppo, in questi mesi, ha l’attività chiusa e dunque non incassa deve essere esentato da questi pagamenti almeno fino alla fine del 2020. Un ragionamento analogo è da estendere al problema degli affitti sui quali è auspicabile una riduzione della tassazione a carico dei proprietari e che possa avere come conseguenza una diminuzione congrua degli affitti ad uso commerciale.
2) E’ fondamentale per le imprese del Commercio, Turismo e Servizi, dell’interno come della costa, avere linee di credito dedicate, immediate e libere dalla burocrazia. Le banche, che operano sul nostro territorio, dovranno in questo senso dare ampio e concreto sostegno con interessi e costi molto ridotti, per evitare che ai debiti si aggiungano nuovi debiti.
3) E’ indispensabile per poter ripartire in sicurezza avere urgentemente norme chiare e costi certi. Le attività tra le più danneggiate come bar, gelaterie, ristoranti, cinema, teatri, alberghi, negozi del settore moda ed articoli da regalo, campeggi, stabilimenti balneari…che costituiscono alcune delle strutture economiche portanti della nostra Provincia, necessitano di avere risposte urgenti, chiare ed esaustive. A tutela dei clienti, dei collaboratori e degli imprenditori. In questa ottica è necessario prevedere contributi pubblici, anche con risorse comunali, che possano essere erogati alle aziende per l’acquisto di presidi sanitari come guanti, mascherine, igienizzanti e le eventuali procedure di sanificazione.
4) E’ evidente che in questa situazione emergenziale che penalizza in particolare il Turismo occorra concertare una strategia che affronti il tema della Tassa di Soggiorno in modo unitario, evitando così comportamenti diversi da comune a comune. Occorre altresì una visione condivisa e forte della promozione del nostro territorio e della nostra offerta.
5) E’ chiaro che alla base della ripartenza deve esserci la possibilità di avere continuità rispetto agli ammortizzatori sociali, alleggerendo così le imprese del Terziario che hanno vissuto in questi mesi incassi azzerati. Su questo chiediamo un impegno dei sindaci a supportare le nostre richieste a livello nazionale.
6) E’ essenziale supportare, in particolare su Ferrara, le condizioni di ospitalità per la popolazione universitaria affinché il nostro Ateneo possa continuare ad esercitare, in sicurezza, quel ruolo straordinario di volano culturale, economico e sociale nel quale, come Associazione abbiamo sempre creduto.
Riteniamo che questi punti potranno contribuire a far nascere un’ azione urgente indispensabile per il nostro futuro e che troveranno il Vostro necessario supporto istituzionale, essendo pronti noi stessi a fare la nostra parte in modo adeguato e mirato.
Siamo fermamente convinti che con un concreto gioco di squadra potremo ottenere un’adeguata ripartenza che coinvolga tutto il nostro territorio.
RingraziandoVi anticipatamente per l’attenzione, cogliamo l’occasione per porgere i più cordiali saluti.

Coronavirus. In Emilia-Romagna la manodopera stagionale per l’agricoltura si cerca online

Da: Organizzatori

L’assessore Mammi: “Abbiamo messo in moto i 38 centri dell’impiego sparsi su tutto il territorio regionale per cercare di risolvere velocemente il problema della carenza di manodopera generata dal Covid-19. Un’opportunità che riguarda innanzitutto oltre 135 mila cittadini attualmente in cerca di occupazione e che stanno usufruendo di reddito di cittadinanza, prestazioni di sostegno al reddito, cassa integrazione.ecc”. A disposizione una procedura semplificata e completamente online per gli annunci di lavoro

Domanda e offerta di lavoro si incrociano online, anche in agricoltura. “Lavoro per te”, il portale della Regione Emilia-Romagna realizzato in collaborazione con le Province e i Centri per l’impiego che fanno capo all’Agenzia regionale del lavoro, mette a disposizione la propria piattaforma per aiutare le aziende agricole emiliano-romagnole nella ricerca e reclutamento di mano d’opera stagionale.

Uno strumento in più per superare le attuali difficoltà a reperire i lavoratori date dalle misure restrittive legate al Coronavirus che hanno bloccato le frontiere e la mobilità degli stagionali, rendendo difficile mandare avanti i lavori nei campi e nelle stalle e garantire i rifornimenti alimentari necessari.

“Come avevo anticipato nel corso dell’ultima Consulta agricola insieme al presidente Bonaccini, col collega Vincenzo Colla, in meno di una settimana abbiamo messo in moto i 38 centri dell’impiego sparsi su tutto il territorio regionale per cercare di risolvere velocemente il problema della carenza di manodopera stagionale generata dal Covid-19, in vista dell’avvio delle grandi campagne di raccolta dei prodotti- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. Non possiamo permetterci di aggravare ulteriormente una situazione già pesante per i contraccolpi negativi dell’emergenza sanitaria, a cui si sommano gli effetti devastanti delle gelate delle settimane scorse e del flagello ‘cimice asiatica’, che l’anno scorso ha fatto strage di raccolti in Emilia-Romagna. Con questa modalità di reclutamento online ci rivolgiamo in primo luogo agli oltre 135 mila cittadini in cerca di occupazione e iscritti nei Centri per l’impiego, ma la platea dei potenziali lavoratori è ancora più ampia, che potranno rispondere direttamente alle offerte delle aziende agricole”.

“Attraverso i centri per l’impiego- prosegue l’assessore-, sarà garantita la regolarità delle assunzioni per una buona e sana occupazione. Le aziende agricole hanno così due canali a disposizione per le loro offerte di lavoro: possono rivolgersi alle proprie associazioni di rappresentanza che stanno raccogliendo le domande di mano d’opera e possono utilizzare la piattaforma della Regione oltre a quelle che autonomamente hanno messo a disposizione, oppure possono direttamente inserire la propria offerta di lavoro attraverso il portale della Regione. Con la collaborazione di tutti, insieme, mettiamo in campo tutte le strategie per superare questo momento difficile”.

Come funziona il servizio

Il servizio del Portale “Lavoro per te” è rivolto sia alle imprese, sia alle persone in cerca di lavoro. Per accedervi è necessario registrarsi e ottenere le credenziali di accesso (https://lavoroperte.regione.emilia-romagna.it/MyPortal).

Una volta effettuata la registrazione aziende e lavoratori accedono a una propria “scrivania virtuale”: le aziende inseriscono i loro annunci di lavoro con una procedura semplificata attraverso la compilazione on line di un apposito modulo in cui vanno specificate le proprie esigenze (profili lavorativi richiesti, tipo di attività, durata dell’impiego, ecc.), mentre gli aspiranti lavoratori visualizzano gli annunci delle aziende e possono candidarsi.

L’annuncio di lavoro sarà visibile sulla propria scrivania di chi cerca lavoro per un certo periodo; dall’altra parte le aziende possono consultare la lista delle candidature ricevute per ogni annuncio inserito tramite un apposito link. Una procedura, dunque, molto semplice e snella, alla portata di tutti. /G.Ma

Intervenire su settori agroalimentare in crisi e attività amatoriale

Da: Ufficio Comunicazione

“La commissione Agricoltura della Camera ha espresso parere favorevole al decreto Cura Italia chiedendo al governo di valutare, tra l’altro, la possibilità di estendere l’erogazione dell’indennizzo di 600 euro anche ai pescatori autonomi, compresi i soci di cooperative, che esercitano professionalmente la pesca in acque marittime, interne e lagunari. Analoga necessità di sostengo vale per le imprese del settore florovivaistico, della manutenzione del verde e della silvicoltura, e per il settore dell’agriturismo, ippoturismo ed equitazione. Molti operatori, così come tutto il mondo dell’agroalimentare in forte difficoltà soprattutto in seguito allo stop forzato del settore dell’ospitalità e della ristorazione e al calo dei consumi dei prodotti freschi, hanno bisogno di maggiore supporto sia in termini di liquidità sia in termini di semplificazione delle procedure di accesso agli strumenti messi in campo”. Lo affermano le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura.
“Altra importante osservazione – proseguono i deputati pentastellati – è quella relativa a chi coltiva un campo o un orto per autoconsumo, la cosiddetta attività amatoriale. Anche in virtù del protrarsi della crisi e delle conseguenze economiche che sta generando, abbiamo ritenuto ancora chiarire che quest’attività rientra tra quelle che giustificano l’allontanamento dal domicilio al fine di raggiungere il fondo in un comune diverso rispetto a quello in cui si trovino il proprietario, conduttore o detentore. Le Regioni, che conoscono le peculiarità delle zone rurali locali e hanno il quadro chiaro dell’evolversi dei contagi da Coronavirus nei rispettivi territori, devono essere indirizzate ad adottare provvedimenti in grado di agevolare dove possibile questa pratica”.
“Nel dare parere favorevole al decreto, abbiamo anche acceso i riflettori sul tema – centrale in questa fase – della necessità di verificare il fabbisogno di manodopera nei comparti agricolo ed agroalimentare sull’intero territorio nazionale, prevedendo trasparenti sistemi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. È necessario fare ogni sforzo per consentire agli operatori di lavorare in massima sicurezza. Dal canto nostro, nella consapevolezza che servono nuove risorse, interverremo ulteriormente a sostegno del settore per il bene del settore e dell’economia nazionale, sia in fase emendativa durante l’esame del decreto alla Camera sia con i prossimi decreti” concludono.

Nostalgia delle nostre vite associative

Da: Paola Zanardi, Presidente Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

Leggo l’articolo del dott. Fioravanti “FERRARA IN QUARANTENA: la cultura è una rete vuota, senza pesci e pescatori” di cui, premetto, condivido l’osservazione in merito al silenzio generale in cui le istituzioni culturali cittadine sono cadute, ammutolite per la catastrofe sanitaria che ha colpito la nostra comunità locale, nazionale (e mondiale). Lasciatemi, però, distinguere fra i tanti tipi di silenzio e i tanti tipi di chiacchiericcio, presenti in questo nostro mondo “social” nel quale siamo immersi.
In queste settimane abbiamo rischiato la overdose della comunicazione social: infiniti messaggi, vignette, filmati, più o meno di buon gusto, sono giunti nei nostri cellulari, attraverso Twitter , Facebook, o Instagram . Un’ondata irrefrenabile che, inizialmente ci può aver allietato, fatto fare qualche risata, esorcizzato ansie e paure diffuse, informato tempestivamente, ma che ora, fortunatamente, lascia il passo a un po’ di quiete, a momenti silenziosi, devo dire particolarmente apprezzati, che possono essere riempiti con buone letture, lavori domestici, ascolti musicali, cura dei giardini o delle piante, telefonate d’ascolto ad amici e parenti. Abbiamo navigato a lungo in questo mare virtuale di offerte provenienti da tutte le parti per riempire il nostro tempo, ma mai come adesso abbiamo una grande nostalgia delle nostre vite associative , dei nostri incontri nei luoghi preposti alla condivisione culturale come la biblioteca, il teatro, il cinema, i musei.
Le nostre associazioni che, ahimè, raccolgono adesioni fra un pubblico ormai molto adulto sono state strutturate su un modello aggregativo costruito su interessi culturali condivisi. La passione per i libri, le biblioteche, la visita ai luoghi storici dell’arte italiana e straniera. Molti dei nostri soci non utilizzano il computer in modo regolare e faticano a stare al passo con un mondo che corre troppo velocemente e che ora comunque si deve fermare per respirare. Non possiamo lasciare indietro alcuni semplicemente perché non si sono alfabetizzati con il digitale.
Perché il problema è proprio questo: le attività in rete non si improvvisano; richiedono competenze, capacità, mezzi. Non possono consistere nel trasferimento puro e semplice nel web del modello culturale attivato in presenza; organizzare seminari, conferenze, presentazioni online non vuol dire semplicemente trasferire su una piattaforma i contenuti usualmente proposti in una sala davanti al pubblico. Vuol dire modificare radicalmente la proposta culturale adattandola ai nuovi media e immaginando un uditorio che non può che essere diverso da quello che tradizionalmente segue le iniziative cittadine
Le nostre pagine istituzionali presenti nel web vivono del lavoro di qualcuno che è privo di supporti tecnologici adeguati per produrre forme di comunicazione accattivanti. Noi, come Associazione Amici della Biblioteca Ariostea, continuiamo a stare vicini ai nostri soci con modalità comunicative forse in parte antiquate ma certamente ancora molto apprezzate. Siamo vicini ai carcerati che da tempo sono anche loro nostri interlocutori con un aiuto per fare una telefonata in più ai loro parenti di quelle consentite dalla Direzione della Casa Circondariale..
Questo non emerge dalle pagine del web ma è parte importante del lavoro delle associazioni che il dottor Fioravanti non vede e non considera in nome della Smart knowledge.

Coronavirus: prezzo frutta sale 40 volte inflazione, SOS lavoro Coldiretti, ma nei campi è crisi

Da: Coldiretti

Dalle mele alle patate, l’aumento dei prezzi per i consumatori ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione è un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura con le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri che alimentano anche speculazioni con compensi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel sottolineare che sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a marzo si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%.

Quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’ anche per il cambiamento delle modalità di acquisto con gli aumenti mensili di spesa che vanno dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati che non hanno compensato le perdite all’estero e nella ristorazione. In questo momento di difficoltà per aiutare il Made in Italy, il consiglio della Coldiretti è quello di comperare direttamente dagli agricoltori nelle fattorie e nei mercati di Campagna Amica che in molte città ha organizzato anche servizi di consegna a domicilio ma anche nei negozi e nei centri della grande distribuzione privilegiando l’acquisto di frutta e verdura nazionali riconoscibile dall’obbligo di indicare l’origine su etichette e cartellini.

La situazione è drammatica per molti agricoltori con i raccolti, già impoveriti dall’alternarsi di gelo e siccità per un andamento climatico del tutto anomalo al quale si aggiungono gli effetti della mancanza di almeno 200mila lavoratori stagionali che – sottolinea la Coldiretti – mette a rischio le forniture alimentari degli italiani. Con l’avanzare della stagione a rischio – continua la Coldiretti – c’è più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti.

Per combattere le difficoltà occupazionali in Italia, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura la Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry” autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono alla quale sono già arrivate 1500 offerte di lavoro. Ma per consentire a tanti cassaintegrati, studenti e pensionati italiani che si sono proposti lo svolgimento dei lavori nelle campagne è necessaria però subito una radicale semplificazione del voucher in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne.

Serve però intervenire urgentemente con raccolta in corso per fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) e in pieno campo. Con l’aprirsi della stagione – sottolinea la Coldiretti – i prodotti di serra lasceranno il posto ai prodotti all’ aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta delle prossime settimane partiranno tra una decina di giorni con la raccolta delle prime ciliegie in Puglia, a seguire partirà la raccolta delle albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, con la scalarità delle diverse varietà fino a settembre. A maggio inizia la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia, a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e l’inizio della vendemmia mentre a ottobre- conclude la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi.

Pelloni (Lega): “Emergenza E-R, Regione stanzierà fondi per i comuni?”

Da: Ufficio Stampa

“Il governatore Stefano Bonaccini, in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, ha intenzione di richiedere al Governo che il Fondo di solidarietà venga integrato quanto prima con risorse statali? Inoltre, la Regione ha intenzione di stanziare fondi a favore dei Comuni per far fronte alle crescenti esigenze delle famiglie?”.

E’ quanto chiede il consigliere regionale della Lega, Simone Pelloni, a nome dei consiglieri del gruppo regionale del Carroccio, in un’interrogazione alla Giunta.

“La contrazione delle entrate che molti Comuni stanno subendo in questo periodo, rischia di causare seri squilibri di bilancio proprio in un momento di crisi in cui le famiglie necessitano di assistenza economica – osserva Pelloni -; tanto più che le risorse del Fondo di solidarietà comunale sbloccate dal Governo nazionale non sono state sufficienti a comprendere l’intera platea dei beneficiari”.

Le richieste del consigliere del Carroccio poggiano sul Decreto del presidente del consiglio del 28 marzo scorso, il quale prevede che sia il Ministero dell’Interno “a erogare a ciascun comune quanto attributo a titolo di Fondo di solidarietà comunale, in due rate da corrispondere entro i mesi di maggio e ottobre 2020, di cui la prima pari al 66%”.

Il problema – denuncia Pelloni – è che in alcuni Comuni emiliano-romagnoli, “grazie all’enorme lavoro svolto dai rispettivi uffici, tutte le risorse momentaneamente sbloccate sono già state destinate agli aventi diritto”.

Nostalgia di Ferrara. Nostalgia di Silvano e di quella Ferrara…

Quando si potrà farò, con chi vorrà, un giro per la mia città, in visita ai luoghi dove, nell’immediato dopoguerra, si è lavorato alla costruzione della partecipazione e della democrazia.

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C’era chi pensava, in quelle difficile condizioni, a una convivenza migliore di quella sperimentata, di quella avuta poi e anche di quella che abbiamo ora. Sarà un Itinerario ai luoghi del Centro di Orientamento Sociale in Ferrara (1946-1948). Una visita esterna, salvo Casa Romei. Gli altri luoghi – da me amati e frequentati – sono chiusi o li sento estranei, quando non ostili.

Il promotore
Silvano Balboni è appena tornato dalla Svizzera a Ferrara, agosto del ’45, prende la bici e va a trovare Aldo Capitini a Perugia. La novità sono i COS. Il Centro di Orientamento Sociale inizia a Perugia il 17 luglio 1944, con una rassegna delle posizioni dei partiti ricostituiti, o di nuova costituzione. Si tengono periodiche discussioni aperte a tutti, su tutti i problemi amministrativi e sociali. “Un’iniziativa felice che convocava molta gente e le autorità (il prefetto e il sindaco…), molto desiderata da tutti per l’interesse ai temi e per la possibilità di ascoltare e parlare”. Mai più uno senza l’altro, diceva Capitini. Balboni ha fretta di cominciare Sul “Corriere del Po”, 31 ottobre 1945, illustra l’esperienza del Cos di Perugia. Il 9 dicembre scrive a Pio Baldelli, che con Capitini collabora, annunciando la prossima apertura del Cos a Ferrara, con modalità analoghe. Ai programmi dei partiti esposti nell’incontro perugino Balboni aggiungerebbe quelli federalisti e degli anarchici. Ci vorrà più tempo del previsto.

1946 Auditorium comunale lunedì 4 marzo 1946 alle ore 18,15.
Prima riunione: i temi trattati sono diversi da quelli previsti. Ormai i partiti si sono visti. Lo spazio è alle domande. Nelle scatole di latte evaporato UNRRA si nota un foro stagnato, c’è manomissione? L’autolettiga della Cri funziona male. C’è responsabilità? Il mangime per i polli è troppo caro e così la crusca venduta ai Consorzi agrari. L’assistenza sanitaria è troppo frazionata (Eca, Onmi, assistenza bellica, antitubercolare, reduci) e i furbi ne approfittano. Perché idraulici, fumisti e stagnini non vengono a casa quando li chiami e costano così caro? Il problema delle strisce spartitraffico nel centro. Quali sono le prospettive dello stabilimento della Gomma sintetica?”.

Balboni spiega senso e finalità del COS: strumento di orientamento per le autorità, sulle esigenze del popolo, e per il popolo, per conoscere le possibilità di intervento, luogo di coagulo per importanti attività di cooperazione. C’è l’esempio del COS di Arezzo: ha promosso un prestito cittadino (90 milioni). Il successo del primo incontro è notevole. La gente è venuta ad una riunione non più solo per ascoltare ma ha parlato. Ha posto all’ordine del giorno una serie di temi, prendendo l’impegno di affrontarli. Balboni si preoccupa di dare immediata continuità ed una sede stabile all’iniziativa. La sede viene messa a disposizione.

Castello Estense, Sala del Consiglio, CLN provinciale, dal 12 marzo al 16 luglio alle 18.45
A tutte le domande poste viene data risposta convocando esperti e responsabili in incontri settimanali, sui quali i giornali riferiscono. Agli incontri Balboni, divenuto assessore comunale, porta il questionario che la Costituente invia ai Comuni e diffonde l’esperienza del Cos nelle delegazioni. Di rilievo la questione della ricostruzione di Pontelagoscuro. Il COS cambia sede e orario, con un recapito anche telefonico presso l’Assessorato.

Salone del Municipio 30 luglio 21.30 fino a dicembre
Si affrontano temi di grande interesse, come la riapertura del Teatro comunale, il Piano regolatore, il divorzio… Balboni, in costante contatto con Capitini, si appassiona a alla riforma religiosa. È stato al primo convegno perugino nell’ottobre, collabora all’organizzazione del secondo a Bologna e dedica gli incontri del Cos al Convegno Ferrarese sul problema religioso moderno.

Salone sopra il Teatro Nuovo: 17 dicembre 1946 – 11 marzo 1947
Allora, il Salone del Teatro Nuovo era sede dell’Università popolare, ma anche baladùr dei repubblicani. Vengono presentate 16 relazioni. Segue la discussione una media di 200 persone (molti i giovani e le donne). Il convegno desta attenzione e curiosità. Ne vengono date notizie sulla stampa. Del convegno Balboni cura e stampa un resoconto, diffuso in vari ambienti. Silvano, poiché Capitini non può intervenire nella data prevista, ne illustra il pensiero. Conclusa questa fase particolare riprendono i “normali” incontri nella sede istituzionale.

Salone del Municipio per tutto il ’47
In una lettera a Capitini del 3 maggio ´47 Silvano annota: “Il COS raggiunge la 50° seduta per la città e conta di affermarsi per essere ineliminabile anche dopo le prossime elezioni amministrative”.Vari temi di interesse cittadino e no vengono affrontati: burocrazia, toponomastica, riforma dell’esame di maturità, democratizzazione del Touring. Si segnala in particolare il tema dell’obiezione di coscienza, trattato da Andrè Trocmé, portato pure in diverse fabbriche cittadine e al Comune di Cento. Bisognerà attendere il 1972 per avere una legge la riguardo. Nonostante gli sforzi congiunti di Capitini e Balboni, che ha sostituito nel compito Baldelli, i Cos stentano a reggere e a diffondersi.

Teatro Comunale per le riunioni del ’48
Nel 1948 gli incontri, di preferenza al Teatro Comunale (ora intitolato al grande maestro Claudio Abbado, ndr.) si faranno più radi. Rilevanti il 6 febbraio la commemorazione di Gandhi tenuta da Silvano, il 23 maggio Giorgio Spini su Savonarola, il 23 settembre la quacchera Leta Cromwell sulla pace nel mondo. Siamo ormai in pieno clima elettorale. Nota Capitini nel suo scritto testamentario “Attraverso due terzi del secolo: “Non lo Stato antifascista, ma molto meno quello che seguì al 1948, erano in grado di valersi dei C.O.S. ed inserirli nella struttura pubblica italiana, ad integrazione della limitata democrazia rappresentativa del parlamento e dei consigli comunali e provinciali. Né le forze dell’opposizione di sinistra, tese nella speranza di una presa del potere, si curarono di apprestare uno strumento così elementare per la convocazione della popolazione e dell’opinione pubblica.”.

Il Convegno Nazionale a Casa Romei nel maggio del 1948

Nostalgia di Silvano

Dal 6 all’ 8 maggio del ’48, nella splendida Casa Romei, si svolge a cura del COS di Ferrara, Il più riuscito convegno nazionale di rinnovamento religioso.
Silvano Balboni muore a 26 anni il 7 novembre del 1948. Il COS, con la miglior democrazia prefigurata, non gli sopravvive.

Questo articolo è apparso anche sull’edizione online della storica rivista del Movimento Nonviolento [www.azionenonviolenta.it]

 

Dati terrificanti sui morti in Emilia Romagna

Da: Annarita Cacciamani
Giornalista, ufficio stampa, social media manager

“Secondo una ricerca dell’istituto Cattaneo pubblicata qualche giorno fa, i morti per coronavirus in Emilia Romagna sarebbero il 77% in più di quelli ufficialmente dichiarati. Secondo l’istituto Cattaneo. Non secondo me. Eppure non se ne parla. Si parla solo della Lombardia”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, responsabile di Cambiamo! per l’Emilia Romagna. A Piacenza e provincia i decessi del 2020 sono il 166% in più della media del quinquennio precedente. A Parma e provincia la crescita sarebbe del 116%. E così via scendendo lungo la via Emilia, a Reggio, Modena, Bologna, Forlì – Cesena, Rimini. Solo per fare qualche esempio. Numeri spaventosi, simili a quelli di una guerra. Numeri che acquistano purtroppo un senso se guardiamo ai morti nelle strutture per anziani. A Piacenza la Procura indaga, a Parma i Nas stanno acquisendo informazioni. Vogliamo sapere la verità. Vogliamo sapere cosa non ha funzionato. O vogliamo continuare a dire che in Emilia Romagna va tutto bene?”.