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Da: Ufficio Comunicazione

“La commissione Agricoltura della Camera ha espresso parere favorevole al decreto Cura Italia chiedendo al governo di valutare, tra l’altro, la possibilità di estendere l’erogazione dell’indennizzo di 600 euro anche ai pescatori autonomi, compresi i soci di cooperative, che esercitano professionalmente la pesca in acque marittime, interne e lagunari. Analoga necessità di sostengo vale per le imprese del settore florovivaistico, della manutenzione del verde e della silvicoltura, e per il settore dell’agriturismo, ippoturismo ed equitazione. Molti operatori, così come tutto il mondo dell’agroalimentare in forte difficoltà soprattutto in seguito allo stop forzato del settore dell’ospitalità e della ristorazione e al calo dei consumi dei prodotti freschi, hanno bisogno di maggiore supporto sia in termini di liquidità sia in termini di semplificazione delle procedure di accesso agli strumenti messi in campo”. Lo affermano le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura.
“Altra importante osservazione – proseguono i deputati pentastellati – è quella relativa a chi coltiva un campo o un orto per autoconsumo, la cosiddetta attività amatoriale. Anche in virtù del protrarsi della crisi e delle conseguenze economiche che sta generando, abbiamo ritenuto ancora chiarire che quest’attività rientra tra quelle che giustificano l’allontanamento dal domicilio al fine di raggiungere il fondo in un comune diverso rispetto a quello in cui si trovino il proprietario, conduttore o detentore. Le Regioni, che conoscono le peculiarità delle zone rurali locali e hanno il quadro chiaro dell’evolversi dei contagi da Coronavirus nei rispettivi territori, devono essere indirizzate ad adottare provvedimenti in grado di agevolare dove possibile questa pratica”.
“Nel dare parere favorevole al decreto, abbiamo anche acceso i riflettori sul tema – centrale in questa fase – della necessità di verificare il fabbisogno di manodopera nei comparti agricolo ed agroalimentare sull’intero territorio nazionale, prevedendo trasparenti sistemi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. È necessario fare ogni sforzo per consentire agli operatori di lavorare in massima sicurezza. Dal canto nostro, nella consapevolezza che servono nuove risorse, interverremo ulteriormente a sostegno del settore per il bene del settore e dell’economia nazionale, sia in fase emendativa durante l’esame del decreto alla Camera sia con i prossimi decreti” concludono.

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Riceviamo e pubblichiamo


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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