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Giorno: 24 Agosto 2018

Rifondazone Comunista Ferrara, Ex Falco: garantire la sicurezza dei lavoratori

Il 14 luglio nel Comune di Codigoro si è verificata un’emergenza causata dall’incendio di un’enorme catasta di legno in prossimità dello stabilimento Ex-Falco, attuale Kastamonu e “Conserve Italia” dove si produce per la Valfrutta e dove opera anche l’azienda agricola di frutta e verdura del Gruppo Mazzoni. Inevitabile la diffusione di un odore acre di fumo che ha avvolto sia lavoratori che abitanti delle frazioni limitrofe; la sindaca Alice Zanardi invece di far sgomberare l’area ed effettuare i controlli, si rivolge alla Kastamonu, per lo spegnimento dell’incendio rassicurando che non ci sono pericoli per la salute.

Dopo più di due giorni arriva la tardiva ordinanza comunale in cui si consiglia di chiudersi in casa e non consumare pescato ed uova, ma questo non vale per i lavoratori di Conserve Italia e dei campi attigui che non fermano la produzione. Vengono effettuate analisi dell’aria tramite centraline mobili dell’Arpae poste a circa 2,5 km di distanza dalla fabbrica i cui risultati mostreranno rassicuranti valori nella norma, anche se il processo di combustione ha liberato nell’aria formaldeide e acroleina, sostanze cancerogene e tossiche.

Alla luce dei fatti e degli interventi effettuati per porre fronte all’emergenza, non possiamo che ritenere inaccettabile tanta superficialità di fronte ad un incendio di tali proporzioni, che coinvolge materiale non completamente identificato poiché la caldera insiste su scarti di produzione della ditta precedentemente proprietaria dell’impianto, la Falco. L’accumulo di una tale quantità di materiale, lasciato esposto, è assolutamente da irresponsabili, ancora di più considerando che accanto lavorano i dipendenti di Conserve Italia per Valfrutta.

Come Partito della Rifondazione Comunista abbiamo fatto il 23 agosto un accesso agli atti della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per il riavvio dell’impianto, ora proprietà della turca Kastamonu. Ci chiediamo come sia possibile che nessun ente abbia presentato osservazioni, anche perché nel progetto c’è l’inserimento di un nuovo impianto di recupero energetico alimentato dagli scarti di legno del processo di produzione. Attenderemo le risposte che dovranno pervenire entro e non oltre i 30 giorni perché intendiamo fare luce su questa faccenda.

Poi è inaccettabile che i lavoratori di Conserve Italia e non solo, abbiano respirato fumo senza o con scarsa protezione, accusando vomito, mal di testa e irritazione alle vie respiratorie tanto da essere costretti, in diversi casi a recarsi al vicino pronto soccorso del Delta. Inoltre nei magazzini, come riportano i lavoratori stessi si raggiungerebbero temperature vicine ai 50 gradi, rendendo intollerabili le condizioni ambientali a cui sono sottoposti gli stessi, in entrambi gli stabilimenti.

Il diritto alla salute, anche sul posto di lavoro, è irrinunciabile e l’azienda ha l’obbligo di garantire la tutela dei propri lavoratori e in nessun modo la libertà d’impresa può giustificare scelte che possono mettere a repentaglio la sicurezza dei dipendenti.

Da sempre Rifondazione Comunista è schierata a fianco dei lavoratori, nella difesa dei loro diritti e del loro posto di lavoro, ma con la consapevolezza che primaria è la salute non solo dei lavoratori ma dell’intera collettività, e questa non può essere merce di scambio per ricatti occupazionali.

Elena Mazzoni responsabile nazionale Ambiente PRC

Stefano Lugli segretario regionale PRC Emilia Romagna

Stefania Soriani segretaria della Federazione PRC di Ferrara.

Comunicato Regione: Incendi boschivi

Resta operativo a Rimini, fino al 2 settembre, il nuovo elicottero per interventi più rapidi ed efficaci in Emilia-Romagna

Sono tre i velivoli disponibili ogni giorno. Resta a Genova l’elicottero inviato dopo il crollo del ponte Morandi

Bologna – Resta attivo a Rimini, fino al 2 settembre, il terzo elicottero a disposizione dell’Emilia-Romagna per sorvegliare e intervenire in modo rapido, in caso di incendio, su tutto il territorio regionale.
Schierato dal 14 luglio nel capoluogo della Riviera romagnola, il velivolo va ad aggiungersi agli altri due mezzi aerei, già operativi dal 30 giugno. Resta invece a Genova l’elicottero che, dopo il crollo del ponte Morandi, era stato inviato dall’Emilia-Romagna in soccorso alla città ligure.

Grazie alla disponibilità dei Vigili del fuoco, quindi, il parco mezzi a disposizione dell’Emilia-Romagna torna a pieno regime e, per l’elicottero di stanza a Rimini, viene prolungata l’operatività fino al 2 settembre rispetto a quanto previsto inizialmente.

Il risultato è frutto anche del Programma operativo, firmato due mesi fa, con cui l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile ha messo a disposizione della Direzione regionale dei Vigili del fuoco un contributo annuale di 2 milioni di euro, risorse che contribuiscono anche alla campagna antincendio boschivo della Regione Emilia-Romagna e che comprendono l’arrivo del terzo elicottero nel riminese.

Tutte le informazioni sulla campagna antincendio boschivo 2018 sono reperibili sul sito
https://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/campagne/campagna-aib-2018/campagna-antincendio-boschivo-aib-2018

La superficie boschiva da Piacenza a Rimini

In Emilia-Romagna la superficie boschiva è cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni e oggi copre 611 mila ettari, circa un terzo dell’intero territorio. Le foreste interessano quasi esclusivamente l’alta collina e la montagna, mentre solo il 3% è presente nella fascia territoriale della pianura: una delle priorità del Piano è proprio quella di incrementare i boschi nelle aree pianeggianti perché fungano da polmoni verdi intorno alle città e da corridoi naturali, a cominciare da quelli posti in prossimità dei corsi d’acqua. Il 20% dei boschi regionali è compreso nelle aree protette e il 30% si trova all’interno di aziende agricole.

In particolare, la superficie boscata è pari a quasi 93 mila ettari nel piacentino (36% della superficie provinciale), circa 154 mila ettari nel parmense (45 %), oltre 65 mila nel reggiano (26%), 65 mila nel modenese (24%), 94 mila 470 nel bolognese (26%), 4 mila 800 nel ferrarese (2%), più di 19mila 600 nel ravennate (11%), circa 98 mila nel forlivese-cesenate e 21 mila 584 nel riminese (25%).

Tutte le notizie su www.regione.emilia-romagna.it, i comunicati nella sezione ‘Agenzia di informazione e comunicazione’.
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La musica del mondo pervade le vie e le piazze ferraresi il 25 e il 26 agosto 2018 per gli ultimi 2 giorni del Ferrara Buskers Festival

Il gran finale del Ferrara Buskers Festival®

La musica del mondo pervade le vie e le piazze ferraresi il 25 e il 26 agosto 2018 per gli ultimi 2 giorni della 31° Rassegna Internazionale del Musicista di Strada. Tra i 1000 buskers anche i musicisti della European Union Youth Orchestra (EUYO).

È il gran finale del Ferrara Buskers Festival®, gli ultimi due giorni della 31° Rassegna Internazionale del Musicista di Strada, che fino al 26 agosto 2018 pervaderà dei suoni della musica tradizionale irlandese (la Città Ospite d’Onore è Dublino) e dei luoghi più inattesi del pianeta le scenografiche piazze e vie del centro storico estense, con più di 100 show al giorno. Sabato 25 tante sorprese e novità, come il concerto dei musicisti della European Union Youth Orchestra (EUYO) che per la prima volta, dopo lo spettacolo al Teatro Comunale di Ferrara (alle 19.30), si esibiranno per strada tra i buskers, dalle 22.00. E poi gli spettacoli degli artisti sordi dell’iniziativa BuskersDeaf in Viale Cavour, tra cui il maestro di salsa Salsavino Cubano che lo scorso anno ha commosso il pubblico chiedendo, durante il festival, alla sua compagna di sposarlo, con una dichiarazione a sorpresa sullo sfondo del Castello Estense. Tornano a suonare in piazza anche i musicisti della Gabbiano’s Band, gruppo composto da persone con disabilità e da operatori, che fa della musica un modo per rompere stereotipi e distanze. I suoni, le canzoni, le insolite performance musicali del Ferrara Buskers Festival®, la rassegna del musicista di strada più grande del mondo e più antica d’Europa, spezzano barriere e confini geografici, culturali e temporali. È anche per questo, per la sua atmosfera coinvolgente, che il festival continua ad attrarre visitatori da ogni luogo. C’è chi lo segue da oltre 30 anni, come gli spettatori proclamati “Ambassador” dall’Ideatore e Direttore Artistico Stefano Bottoni e che ora hanno il compito di segnalare agli organizzatori i musicisti che vorrebbero vedere ospiti della manifestazione il prossimo anno. Tra questi, Giulia Renzi, che arriva da Padova da 17 anni consecutivi e che ha definito il festival “una coccola per l’anima”. «Le persone vengono da tanti anni al Ferrara Buskers Festival® – commenta Stefano Bottoni –, si siedono ad ascoltare i musicisti dove di giorno passano gli autobus. Per loro è come andare al cinema senza sapere che film andranno a vedere, ma sanno che ne resteranno stupiti». Gli spettacoli dei buskers si svolgono dalle 18.00 a mezzanotte, poi la festa si sposta nel Cortile del Castello Estense per le Notti Buskers. Domenica 26 agosto show finale in Piazza Castello alle 21.00 con i musicisti protagonisti della 31° edizione.

Da: Ella Ufficio Stampa

Interpellanza Peruffo (FI) – Informagiovani pubblicizza un bando solo dopo la sua scadenza

Forza Italia
Gruppo Consiliare

Ferrara, 24.08.2018

Ill.mo Sig. Sindaco del
Comune di Ferrara

La sottoscritta Consigliere Comunale Paola Peruffo INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato:
PREMESSO

che lo scorso 12 luglio l’Agenzia Informagiovani Ferrara, dipartimento del Comune di Ferrara, ha inviato una newsletter per promuovere varie occasioni di lavoro, di concerto con varie agenzie di lavoro del territorio oltre a bandi per concorsi pubblici;

che nella specifica newsletter di Infomagiovani Ferrara inviata il 12 luglio 2018, nello specifico veniva fornita l’indicazione che era stata aggiudicata la gara per la fornitura di lavoro somministrato alla ditta Tempi Moderni S.P.A per l’assegnazione di complessivi 7 profili professionali per assunzione a tempo determinato, nello specifico:
n. 1 istruttore direttivo amministrativo Cat. D/D1 sino al 30 aprile 2019 – Settore Sistemi Informativi e Partecipazioni – Ufficio Partecipazioni
n. 1 istruttore direttivo contabile Cat. D/D1 sino al 30 aprile 2019 – Settore Personale e Sistemi di Gestione – Staff Direttore Operativo
n. 1 istruttore direttivo con funzioni di archivista/informatico Cat. D/D1 sino al 30 aprile 2019 – Servizio Affari Generali e Contenzioso – Ufficio Protocollo
n. 1 istruttore direttivo amministrativo con professionalità specifica in relazioni internazionali e conoscenza lingue straniere part-time 30 ore settimanali Cat. D/D1 sino al 30 aprile 2019 – Servizio Gestione Controllo – Servizi Culturali Politiche Giovanili
n. 1 istruttore amministrativo Cat. C1 sino al 30 aprile 2019 Settore Attività Culturali – U.O. Castello Estense
n. 1 istruttore contabile/amministrativo Cat. C1 sino al 30 aprile 2019 – Servizio Sistemi Informativi – Ufficio Amministrativo
n. 1 istruttore amministrativo Cat. C1 sino al 30 aprile 2019 – Servizio Appalti e Contratti;

che tale promozione via newsletter è risultata del tutto inutile, dal momento che la selezione si chiudeva il 2 luglio 2018, ben 10 giorni prima della promozione di tali opportunità;

CONSIDERATO
che, come noto, il territorio ferrarese offre scarsissime opportunità lavorative soprattutto ai giovani,
che compito di Informagiovani è quello di promuovere le opportunità occupazionali in particolare per il mondo giovanile, garantendo pari opportunità per tutti;
che tale iniziativa suona invece come una presa in giro per le persone in cerca di lavoro che non hanno modo di consultare quotidianamente i siti di tutti gli enti pubblici e che invece, iscrivendosi a una newsletter pubblica, confidano di essere informati per tempo circa le opportunità lavorative sul territorio;

TUTTO CIÒ PREMESSO

La sottoscritta Consigliere Comunale INTERPELLA il sig. Sindaco per sapere:

se è a conoscenza dei fatti sopra descritti;

se per quali motivi non si è provveduto per tempo ad avvisare i cittadini in tutti i modi utili (via quotidiani tradizionali o web) dell’esistenza di queste opportunità lavorative;

se non pensa che in questo modo, non essendo queste selezioni state promosse adeguatamente, non siano state favorite unicamente le persone che già gravitano nell’orbita del Comune di Ferrara, avendo il vantaggio di acquisire direttamente informazioni sul bando;

Con Osservanza

Si richiede risposta scritta

La Consigliere Comunale FI
Dott.ssa Paola Peruffo

“I giorni dell’Intelligenza Artificiale Relazionale a Ferrara”

Dal 27 agosto al 4 settembre a Unife RAID 2018

L’Intelligenza Artificiale Relazionale sarà protagonista di una scuola e due convegni internazionali che si tengono da lunedì 27 agosto a martedì 4 settembre a Palazzo Tassoni Estense, sede del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, (via della Ghiara, 36).
Tre gli eventi principali dei Relational Artificial Intelligence Days (RAID) 2018, che vedranno riuniti da tutto il mondo i ricercatori in Intelligenza Artificiale Relazionale e che sono stati organizzati da Fabrizio Riguzzi, docente del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Ferrara, Elena Bellodi del Dipartimento di Matematica e Informatica di Unife, Riccardo Zese del Dipartimento di Ingegneria di Unife, Kristian Kersting della Technische Universität Darmstadt, Marco Lippi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Sriraam Natarajan della University of Texas di Dallas e da Tom Schrijvers della KU Leuven.
ACAI 2018, 18th Advanced Course on Artificial Intelligence, in programma dal 27 al 31 agosto, è una scuola estiva di Intelligenza Artificiale sponsorizzata da EurAI, l’Associazione Europea per l’Intelligenza Artificiale. Tema di questa edizione è l’Intelligenza Artificiale Statistico-Relazionale (Statistical Relational Artificial Intelligence o StarAI), che combina l’Intelligenza Artificiale Relazionale con la statistica per il trattamento dell’incertezza. La scuola è aperta principalmente a studentesse e studenti di dottorato e post-dottorato, ma anche a tutti coloro che sono interessati ad un corso specializzato su questo tema.
PLP 2018, 5th Workshop on Probabilistic Logic Programming, che si tiene il 1° settembre, tratta la programmazione logica probabilistica, che usa la logica come linguaggio di programmazione. Obiettivo del workshop è riunire i ricercatori su tutti gli aspetti della programmazione logica probabilistica, compresi il lavoro teorico, le implementazioni dei sistemi e le applicazioni.
ILP 2018, 28th International Conference on Inductive Logic Programming, si svolge dal 2 al 4 settembre ed è un evento incentrato sulla programmazione logica induttiva, che ha lo scopo di studiare le tecniche per apprendere modelli dai dati, utilizzando la logica per rappresentare sia i dati che i modelli appresi. La serie di conferenze ILP, iniziata nel 1991, rappresenta il principale forum internazionale per l’apprendimento da dati relazionali.

Da: Università degli Studi di Ferrara
Ripartizione Marketing e Comunicazione
Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Stop al traffico lungo le Sp 65 e 22 per lavori di risanamento binari e passaggi a livello

Stop al traffico al chilometro 0,3 lungo la Sp 65 Ferrara-Consandolo e sulla Sp 22 Bivio Passo Segni-Correggio, al chilometro 11, per consentire alla Costruzioni Linee Ferroviarie spa di proseguire i lavori di risanamento binari e passaggi a livello.
Lo decide la Provincia con un provvedimento che stabilisce un’interruzione temporanea del transito per la Sp 65 dalle 22 alle 5,30 del mattino, nei giorni 27, 28, 29 30 e 31 agosto, mentre per la Sp 22 il blocco del traffico avverrà nella stessa fascia oraria nella notte fra il 30 e 31 agosto.
Dovrebbe trattarsi dell’ultima interruzione temporanea al transito in orario notturno, fanno sapere dall’impresa che ha sede a Reggio Emilia, sempre che le condizioni meteo reggano e che non si verifichino guasti meccanici ai mezzi impiegati nelle operazioni di riparazione delle linee ferroviarie.

Da: Ufficio Stampa
Provincia di Ferrara

Anche negli uffici postali del Ferrarese esposti i nuovi avvisi di cortesia che invitano a dare la precedenza ai genitori con neonati, oltre che ai disabili e alle donne incinte

Negli uffici postali della provincia di Ferrara è stata completata l’esposizione dei nuovi avvisi di cortesia

Poste: nuovi avvisi, stop alle file per genitori con neonati
Aggiornate le ‘regole di cortesia’ per i 12.800 uffici postali

(ANSA) – ROMA, 9 AGO – Mai piu’ in fila all’ufficio postale
per i genitori con figli neonati. E’ la raccomandazione, a
impiegati e clienti, che Poste ha inserito nei nuovi ‘avvisi di
cortesia’ che in questi giorni verranno affissi nei 12.800
uffici postali di tutt’Italia.
“Per essere avanti, basta fare un passo indietro” e’ lo slogan
scelto per l’aggiornamento dei vecchi avvisi, del 2015, che gia’
invitavano a dare la precedenza alle persone con disabilita’ ed
alle donne incinte. Per la prima volta, con le nuove “norme di
cortesia”, si raccomanda ai clienti di cedere il posto in fila
anche ai genitori con figli neonati. Una raccomandazione che il
personale di Poste caldeggera’ – e’ l’auspicio dell’azienda –
facendo notare ai clienti la presenza negli uffici postali di
genitori in attesa del proprio turno con una carrozzina o con un
bambino in braccio.

Avviso priorità clienti in coda

Da: PosteItaliane Corporate Affairs

Cgil: Situazione Nave Diciotti

La vicenda della nave Diciotti è una preoccupante dimostrazione di scelleratezza da parte di questo Governo.
La scelta di tenere in ostaggio sulla nave uomini e donne che sono in gravi condizioni di sofferenza è irresponsabile e disumana oltre che illegittima.
E’ inaccettabile che questo avvenga per mano di Istituzioni. E’ inaccettabile che venga fatta propaganda violando il diritto internazionale, le leggi dello Stato italiano e i principi della nostra Costituzione giocando con la salute e la vita delle persone.
La CGIL di Catania, in presidio al porto assieme ad altre Camere del lavoro della regione e associazioni, ci racconta di condizioni disumane su un ponte della nave che “brucia” in queste giornate a 38 gradi; condizioni che stanno testimoniando tutti coloro che mettono piede sulla Diciotti, a partire dal Procuratore di Agrigento che parla di realtà devastante.
Si è oltrepassato un limite non oltrepassabile in un Paese democratico. Basta alimentare il ritornello “sono stati eletti lasciamoli fare”, azioni deplorevoli verso il genere umano vanno denunciate oggi come ieri e mai tollerate! Se “il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri” (Voltaire), la condizione delle persone che il Governo italiano ha reso carcerati fa tornare il nostro Paese agli anni ‘20.
Restiamo umani.

CGIL FERRARA

Ferrara Residency 2018 27 Settembre – 14 Ottobre

Promosso e curato dall’associazione di promozione sociale “resina”.

Ferrara Residency è un progetto di residenza d’artista elaborato dall’associazione “resina”. Lo scopo è quello di ospitare un gruppo di giovani artisti internazionali per 4 settimane di ricerca e produzione artistica nella città di Ferrara, offrendo loro spazio lavorativo, alloggio, supporto organizzativo, tecnico e curatoriale. Attraverso incontri, esposizioni e laboratori, l’obiettivo del progetto è avvicinare giovani artisti internazionali al patrimonio storico-culturale della città e facilitare la nascita di una rete basata sullo scambio artistico tra Ferrara e altre città. Gli artisti selezionati per l’edizione 2018, che lavorano nell’ambito dell’arte visiva e multimediale, sono: Joe Campbell, Ruth Angel Edwards, Henry Bradley, Blue Maignien, Emilia Beatriz, Callum Hill.

Ferrara Residency 2018 si svolgerà dal 27 Agosto al 22 Settembre 2018. Durante il mese, gli artisti lavoreranno in uno studio privato in centro storico (in Via Carmelino), mentre la mostra conclusiva si terrà presso la Porta degli Angeli (GATE|Porta) dal 22 settembre al 14 ottobre 2018 (inaugurazione: sabato 22 settembre). Le opere elaborate dagli artisti durante il mese di residenza saranno, in questa occasione, esposte nei suggestivi spazi ricavati dall’antica porta della cinta muraria, creando una tensione tra patrimonio e contemporaneità che è caratteristica fondamentale del progetto Ferrara Residency.

L’invito rivolto agli artisti partecipanti è infatti quello di sviluppare ricerca creativa, critica e innovativa che sia ispirata al contesto “ospitante”. Ciò sarà facilitato dal team di resina, che organizzerà visite a luoghi d’interesse storico e incontri con esperti in vari campi che possano stimolare riflessioni sul tessuto politico, sociale e culturale che caratterizza la città e la sua provincia. Progetti quali Ferrara Residency puntano sul format della ‘residenza d’artista’ come strumento di ricerca che permetta una conoscenza approfondita, reale e reciproca ospite-ospitante, attraverso la condivisione di spazi fisici e concettuali. Caratterizzata da atmosfere sperimentali e collaborative, Ferrara Residency promuove metodologie collettive come gruppi di lettura, sessioni di feedback e momenti di discussione, che avverranno a cadenza settimanale.

L’interesse principale del progetto è proprio quello di sperimentare, con una serie di strumenti di ricerca e condivisione, un’alternativa alla frammentazione e ansia che accompagnano le condizioni materiali del vivere in una megalopoli frenetica come Londra, città da cui vengono gran parte degli artisti. I ritmi più lenti e le atmosfere distese e informali che caratterizzano la città di Ferrara la rendono quindi cornice ideale per un progetto come questo, che sposta l’enfasi dal prodotto finale al processo creativo, e agisce lontano da un’ottica incentrata su paradigmi di produttività ed efficienza. A questo proposito, una delle attività principali della residenza sarà un gruppo di lettura settimanale, detto Convivium, che prenderà come punto di partenza l’analisi di testi che discutono il ruolo del curatore o dell’artista nelle società post-fordiste. Questo avrà come obiettivo il confrontarsi e discutere possibili strategie di resistenza o cura del sé nel contesto di un sistema culturale ed economico che richiede sempre più flessibilità ed è causa di costante ansia e crescente senso di insicurezza e precarietà.

Durante i mesi di settembre e ottobre saranno organizzati vari momenti di incontro e scambio tra i giovani artisti in residenza e la comunità locale. Per il programma in via di definizione si prega di visitare il sito internet dell’associazione resina (www.res-in-a.com) o seguire la pagina Facebook “Ferrara Residency”, i quali saranno costantemente aggiornati con le attività in programma. Due importanti date già stabilite e da annotare sono il 22 settembre, inaugurazione della mostra conclusiva del progetto dalle 18.00 in poi alla Porta degli Angeli e il 13 Ottobre, evento conclusivo del progetto, sempre dalle 18:00, ma negli spazi di Teatro Off, uno dei partners del progetto. Questo evento conclusivo sarà anche un’occasione per coinvolgere diverse realtà radicate sul territorio ferrarese a partecipare a un momento di conoscenza reciproca e dialogo su temi importanti per Ferrara Residency: creatività, mobilità, ospitalità, ricerca e scambio culturale, ma anche valorizzazione e riscoperta del territorio locale e della sua storia e memoria.

Inoltre le porte dello studio privato in via Carmelino, dove gli artisti lavoreranno durante il mese di settembre, saranno aperte a chiunque sia interessato/a a visitare lo spazio e conoscere gli artisti. (se possibile, si prega di scrivere prima a ferrararesidency@gmail.com)

Da: Associazione ResINa e Ferrara Residency

Interpellanza Peruffo (FI) – Monitoraggio degli alberi sul territorio comunale

La sottoscritta Consigliere Comunale Paola Peruffo INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato:
PREMESSO

che nel corso degli ultimi episodi di maltempo, con temporali e forti raffiche di vento abbattutisi sulla città, in più punti del territorio comunale si sono registrati, su terreni pubblici, grossi rami e interi alberi caduti a terra;

che, in particolare, un albero presente nel parco verde di piazzale Broni lo scorso 20 luglio si è squarciato, abbattendosi nei pressi dei giochi pubblici per bambini presenti nel parco;

che un altro albero posto su terreno comunale si è abbattuto nei pressi di un condominio a Porotto, il 9 agosto scorso;

che nel corso di un evento altamente frequentato come il Ferrara Buskers Festival, il 19 agosto scorso un albero è caduto nei pressi di via Baluardi, su area di proprietà comunale, generando grossi problemi al traffico;

che numerosissimi altri episodi di rami staccati e interi alberi caduti al suolo si sono verificati in diverse zone periferiche alla città;

CONSIDERATO
che nel caso di piazzale Broni e di via Gorini, la pericolosità degli alberi poi caduti era stata segnalata dai cittadini agli uffici competenti,
che altre segnalazione sono state presentate dai cittadini di Corlo per la presenza di alberi pericolanti lungo via Canalazzi a cui non sono mai giunte risposte;
che, al di là degli episodi citati che fortunatamente non hanno provocato danni o ferimento di persone, ci sono numerosi alberi che, per tipologia e stato conservativo, rappresentano un pericolo in riferimento ai sempre più numerosi episodi di maltempo di elevata entità;
TUTTO CIÒ PREMESSO

La sottoscritta Consigliere Comunale INTERPELLA il sig. Sindaco per sapere:

se è a conoscenza dei fatti sopra descritti;

se non ritenga urgente porre in essere un accurato monitoraggio dello stato conservativo degli alberi posti su terreni pubblici;

se è stabilito, da parte della società concessionaria per la gestione del verde pubblico, un programma di intervento che tenga conto dei casi di maggiore urgenza in riferimento alla pericolosità degli alberi posti nei pressi di case private, strade e parchi frequentati da adulti e bambini;

Con Osservanza

Si richiede risposta scritta

La Consigliere Comunale FI

Da: Ufficio stampa Forza Italia

La fine della storia non è la democrazia liberale

A chi spettano le decisioni in una comunità di persone organizzate in Stato? Sono le considerazioni economiche o quelle di carattere politico a determinare la necessità umana? La decisione sovrana deve rispettare l’esigenza dei popoli o l’urgenza e i tempi del ricavo finanziario?
L’economia è solo una conseguenza delle azioni umane e lo è esattamente come il progresso scientifico che il politologo Francis Fukuyama vede come traino per il raggiungimento della democrazia liberale, il massimo a cui l’essere umano può aspirare come ha scritto nel suo saggio “La fine della storia e l’ultimo uomo”.
Io parto dall’idea che le aspirazioni di base e di necessità primarie degli uomini sono uguali ma poi, a differenza di tutte le altre specie viventi che a quel punto si fermano, divergono quasi su tutto e per questo abbiamo bisogno di un arbitro. Ne abbiamo bisogno per contemperare le pulsioni e per far sì che queste non diventino troppo distruttive.
Tutti abbiamo bisogno di mangiare, avere un riparo e allevare dei figli ma poi ci sono la poesia, l’ingegneria, la tecnologia, i viaggi, il vino del nonno e lo spumante di classe. Quindi c’è la legittima pretesa della distanza, dello spazio vitale e di crescita individuale, del rispetto. Ma c’è anche l’ingordigia e il desiderio della sopraffazione, dell’approfittare dello spazio e delle libertà altrui.
La democrazia liberale rappresenta il governo di coloro che riescono a far prevalere le proprie esigenze su quelle di tutti gli altri e plasmano l’economia in maniera tale che questa conduca e non segua le vicende politiche, perché l’economia è il mezzo attraverso il quale essi riescono a porsi in posizione di vantaggio e lo fanno anche con il continuo tentativo di superare le Costituzioni. Troppo impregnate, queste sconosciute, di giustizia sociale e di quella forma di organizzazione umana che potremmo chiamare socialismo illuminato, che nulla ha a che fare con il totalitarismo o la dittatura di qualcuno (popolo o élite) ma vuol dire semplicemente poter immaginare un mondo realmente democratico e governato dalla politica.
I periodi storici in cui è stata usata la politica economica Keynesiana potrebbe essere chiamata indistintamente capitalismo o socialismo di Stato. I vantaggi furono equamente e naturalmente distribuiti tra chi deteneva i mezzi di produzione e chi offriva forza lavoro, cosa pretendere di più?
Erano momenti in cui l’economia era appunto politica economica e funzionava. Fino a quando i pochi sono riusciti a togliere l’aggettivo e trasformare l’economia in un treno senza conducente e senza freni ma che, secondo la dottrina liberale e liberista, è guidato dalla logica della “mano invisibile” che persino il suo creatore, Adam Smith, riteneva imperfetta e bisognosa di controllo pubblico.
Nelle vicende di questi giorni il Ministro Di Maio sta facendo la Politica, cioè sta interpretando il bisogno di giustizia sociale che si leva dal popolo e il Ministro Salvini sta parlando alla pancia del Paese, cioè a coloro che hanno bisogno di pane e di soddisfare i loro bisogni primari tra i quali c’è quello di sentirsi tutti considerati allo stesso modo, di essere uguali nel loro diritto alla sicurezza e alla vita.
Il mercato e la borsa in questi giorni stanno riprendendo il posto che gli spetta nella storia, quello di venire dopo la “decisione sovrana” che spetta allo Stato rappresentato dai suoi ministri che, a loro volta, devono rappresentare i cittadini.
Ed è questo che mi è sembrato di vedere nell’ovazione ai rappresentanti di questo governo ai funerali di Genova, un’ovazione alla politica che per una volta e dopo tanti anni, sta mettendo loro, le persone, davanti agli interessi del denaro.
E finalmente sui giornali, dal fatto quotidiano al sole24ore, vengono riportate le vicende relative all’assegnazione delle concessioni delle autostrade che dovrebbero cominciare ad aprire uno squarcio di luce su tutta l’opera di privatizzazione e di (s)vendita di beni pubblici (cioè di beni di proprietà dei cittadini, dato che non siamo in una dittatura medievale).
Operazione che forse potrebbe aiutare a capire che la situazione di debolezza attuale dello Stato italiano è una diretta conseguenza di tutte le scelte scellerate che sono state fatte a partire dagli anni ’80 e ’90 da quel filone di pensiero a cui appartengono anche le persone che nonostante i funerali di questi giorni continuano a difendere a spada tratta le borse e i mercati, cioè l’economia. A difenderla come se questa fosse un essere soprannaturale che vive di vita propria e non una conseguenza delle scelte umane e una concessione della politica.
Paesi come la Germania o la Francia funzionano (apparentemente almeno) meglio di noi perché hanno mantenuto vivo un barlume di politica, con l’influenza sul credito (banche) per percentuali che vanno dal 55% al 35% mentre noi, a seguito della legge Amato degli anni ’90, passavamo dal 75% a zero partecipazioni nel settore bancario e contemporaneamente vendevamo aziende e autostrade.
Mentre loro tendevano al controllo di se stessi (e degli altri) attraverso la politica, noi facevamo dell’Italia una vera nazione a democrazia liberale, quella abbracciata dal PD, da Forza Italia e ovviamente dal potentissimo partito Radicale di Pannella e della Bonino (che nonostante striminzite preferenze da parte dei cittadini è stato più influente e vincente di partiti con consensi del 20% o 30% solo perché promuovevano la supremazia della BCE, dei mercati, delle politiche sovranazionali, delle privatizzazioni e del liberissimo mercato – insomma dei poteri forti – ed erano ben lontane dai reali bisogni della maggioranza del popolo).
Paesi come il Giappone, la Corea del Sud, Singapore o Taiwan non si sono evoluti e non hanno fatto faville in economia perché si sono affidati alla forza del mercato, come dice qualcuno che evidentemente ha studiato poco o finge, ma perché hanno diretto credito e investimenti, hanno sovvenzionato negli anni del boom le loro aziende nascenti facendo anche uso di protezionismo, hanno mantenuto asset strategici e hanno vinto mentre noi continuiamo a perdere.
L’Inghilterra della rivoluzione industriale, poi gli Stati Uniti ma anche la Svezia, oggi campioni di civiltà e sviluppo, sono passati attraverso il protezionismo sfrenato e hanno mantenuto la possibilità del controllo politico dei mercati attraverso il controllo delle loro banche centrali.
Come potrebbe uno Stato prosperare se non aiuta le proprie aziende e le famiglie a prosperare, quindi attuando politiche di credito agevolato, di protezionismo iniziale, di indirizzo e di controllo? Lo facciamo con i bambini, gli forniamo cibo, li facciamo crescere sani, studiare e solo dopo li lanciamo alla libera concorrenza. Come mai i fautori del libero mercato che solitamente confondono a piacere Stato e famiglia oppure Stato e azienda non utilizzano anche questo esempio?
Lo Stato deve essere presente, a difesa e ad attuazione dei dettami costituzionali, perché la democrazia deve essere costituzionale oppure non è democrazia. Nelle Costituzioni c’è scritto quello di cui i cittadini hanno bisogno e quello che vogliono dallo Stato, alla politica il compito di dare vita a quelle parole.
Il socialismo ha bisogno dell’unione dei lavoratori perché i lavoratori sono sfruttati allo stesso modo in tutto il mondo dai capitalisti, cantava l’internazionale socialista, ma ciò che la sinistra ha fatto è stato creare un lavoratore senza volto e senza anima che fosse ugualmente sfruttato in ogni luogo ma non direttamente dal capitalista bensì degli intermediari: la finanza, il mercato, le borse. Quindi i diritti dei lavoratori sono stati confusi ed identificati con la globalizzazione che alla fine glieli ha tolti, togliendogli anche un nemico visibile e attaccabile.
In questo modo siamo tutti finalmente e fintamente uguali, sfruttati e sfruttatori, operai a 1.200 euro al mese e concessionari di autostrade con terreni in Argentina più grandi di tutta la provincia di Treviso. Tutti uguali perché le regole le detta il mercato e non il capitalista o i sindacati né tantomeno la politica, relegata al ruolo di osservatore.
E invece non è così, non può esserlo, ma dovrà svegliarsi dal torpore chi ancora accarezza l’idea di essere al di sopra degli altri perché ha qualche soldo in più in banca, che vive della certezza che se c’è qualche milione di poveri in Italia è perché questi non sono in grado di cogliere le opportunità o non si impegnano abbastanza. Il torpore di chi si ritiene classe media, quella che piano piano sta scomparendo, è uno dei pericoli più grandi di questo tempo.
Le opportunità sono create dalla politica e sono opportunità senza mezze misure, dettate dai nostri bisogni reali e senza le indicazioni dell’economia che invece dovrà venire dopo. E si può fare rispettando anche le leggi della natura, del biologico, della prossimità, dell’accoglienza e del rispetto dei diritti di tutti.
Messa in sicurezza delle strade e delle autostrade, tante piccole opere di miglioramento dei territori, ricostruzione post terremoti e opere di ammodernamento e messa a norma anti sisma di edifici e strutture, quanto lavoro potrebbe dare? E non è forse attraverso il lavoro che dovrebbe misurarsi il benessere e il raggiungimento degli obiettivi di un documento programmatico? Non sembra lo sia in questo mondo, visto che invece viene misurato tutto in termini di rispetto di vincoli di bilancio.
Un approccio volto alla tutela delle persone e al rispetto della dignità umana porterebbe a investimenti continui, alla creazione di posti di lavoro, ad un ciclo virtuoso che potrebbe dare di più a tutti ma già si leva, forte, l’opposizione che agita le bandiere del 3%, del debito al 60% e rilancia i dubbi sulla reazione delle borse e dei finanziatori esteri. In realtà l’opposizione (solo di sinistra perché gli altri sono al posto giusto) dovrebbe passare più tempo a chiedersi: ma cosa c’entrano Salvini e Di Maio con il socialismo, le Costituzioni, la dignità del lavoro, la supremazia della politica sull’economia?

Carta di Cortina: da case history a modello per i territori di montagna

Aspettando i Mondiali 2021, Cortina si incammina lungo un percorso virtuoso in direzione della sostenibilità, seguendo i binari della Carta di Cortina.

Il prezioso documento, ormai un modello per le altre località, è stato ieri al centro di una giornata di dibattiti e incontri dedicata alle donne, imprenditrici, dirigenti, scienziate in prima linea nella tutela della montagna e nello sviluppo del turismo sostenibile.

Cortina d’Ampezzo, 23 Agosto 2018_Il futuro della montagna è in mano alle donne. Un team di affermate professioniste e dirigenti, direttamente coinvolte nello sviluppo sostenibile dei territori di montagna, si è riunito ieri a Cortina per un confronto sul tema, in un’ottica sostenibile e orientata allo sviluppo.

Il focus della giornata era la Carta di Cortina, il documento con cui la Perla delle Dolomiti si impegna nella tutela del territorio riducendo l’impatto ambientale in occasione dei grandi eventi sportivi invernali, in vista dei Mondiali 2021. Un testo già preso a modello da altre località, come il comprensorio del Cimone, nell’Appennino tosco-emiliano, in procinto di assorbire i contenuti della Carta e le good practice emerse.
Organizzavano l’incontro il Ministro dell’Ambiente, la Convenzione delle Alpi e la Delegazione Italiana della Convenzione delle Alpi, con la collaborazione di Fondazione Cortina 2021.

Nessuna “quota rosa”: l’appuntamento al femminile è nato dal desiderio di valorizzare le competenze e le esperienze professionali che ruotano intorno alla montagna. Come ha detto recentemente la giornalista e attivista Naomi Klein: “Prendersi cura delle persone e delle cose è un concetto assolutamente radicale”. La più necessaria delle rivoluzioni comincia da qui, dall’assumersi la responsabilità di preservare ciò che è importante, le cose – ovvero la natura – e le relazioni. Come da sempre fanno le donne, anche in montagna.

Ieri mattina, presso la sede del Museo delle Regole Ampezzane e il Parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, si è tenuta la tavola rotonda a porte chiuse promossa dalla Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi. Nel pomeriggio, l’incontro pubblico, presso il Cristallo Resort & Spa, moderato dalla giornalista e conduttrice Savina Confaloni: l’occasione per sintetizzare i temi emersi durante i lavori e rilanciare il dibattito in compagnia di numerose personalità con ruoli chiave in termini di amministrazione del territorio e politiche ambientali, turistiche e sportive.

Ad animare la tavola rotonda su “Il ruolo della donna per lo sviluppo di un turismo sostenibile dei territori di montagna”, Carolina Sciomer, promotrice della Carta di Cortina sin dalla sua stesura, Marianna Elmi, vicesegretario generale della Convezione delle Alpi, Barbara Ehringhaus, dell’associazione Pro Mont Blanc, Ester Cason Angelini, presidente della Fondazione Giovanni Angelini, Susanna Sieff, Fondazione Cortina 2021, Valeria Ghezzi, presidente di ANEF, Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO, Anna Scuttari, ricercatrice dell’EURAC. Tanti punti di vista, un solo obiettivo: condividere idee e proposte, fare rete e sviluppare una riflessione tecnica e creativa.

Al centro del dibattito della giornata, la Carta di Cortina sulla sostenibilità degli sport invernali firmata nel gennaio 2016 da Ministero dell’Ambiente, Comune di Cortina d’Ampezzo, Regione Veneto, ANCI, ANEF, CONI, FISI, Fondazione Dolomiti UNESCO, sprecozero.net. I prossimi mondiali di sci saranno la “leva” di un cambiamento disegnato su misura per i territori: Cortina, ma anche, in generale, le Alpi e la montagna, con l’obiettivo di rafforzare un modello di sviluppo turistico “green oriented” fondato sull’efficienza nell’uso delle risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi energetici, a partire da iniziative concrete.

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Il dibattito pubblico: gli interventi

A dare il benvenuto, Gianpietro Ghedina, sindaco del Comune di Cortina d’Ampezzo, che dopo aver salutato e ringraziato i presenti, ha sottolineatoun aspetto particolare della Carta di Cortina. “Leggendola sono rimasto colpito dal valore attribuito all’ambiente: il testo dà voce a un sentimento che è nel Dna di noi cittadini delle montagne. Solo viaggiando sui binari tracciati dalla Carta possiamo conciliare questo patrimonio con le grandi opportunità da cogliere per crescere come territorio”.

Vannia Gava, sottosegretario all’Ambiente, assente all’incontro per inderogabili impegni istituzionali, ha inviato un messaggio ai presenti, ringraziando e sottolineando l’importanza di incontri che promuovano la montagna attraverso tutti i suoi protagonisti, a partire dalle comunità che la abitano.

Un concetto ribadito da Marianna Elmi, vice segretario generale della Convenzione delle Alpi. “Alla base del nostro lavoro c’è l’idea che il turismo sia legato alla sostenibilità, che non è solo ambientale, ma anche economica e sociale, e che non può fare a meno del contributo delle donne: non in chiave paternalistica, ma di opportunità. Come evidenziato in occasione di importanti conferenze internazionali, le donne sono i motori dello sviluppo del territorio di montagna ovunque nel mondo”.

A Mara Cernic, presidente Gruppo di Lavoro Turismo Sostenibile della Convenzione delle Alpi, il compito di riassumere con una sintesi efficace quanto emerso durante la tavola rotonda mattutina, che ha mobilitato competenze e professionalità diverse. “Non ci siamo concentrate sul ruolo della donna, quanto sull’apporto che le relatrici, attive in organismi internazionali, protagoniste nel settore pubblico e privato, con ruoli importanti nella ricerca scientifica e nelle istituzioni, potevano dare al dibattito, ognuna nel suo ambito, in una prospettiva strategica”.

L’incontro a porte chiuse si è articolato intorno a due temi, ovvero gli obiettivi del Gruppo di Lavoro Turismo Sostenibile della Convenzione delle Alpi: da un lato l’elaborazione di scenari di sviluppo del turismo sostenibile nelle Alpi, dall’altro l’individuazione di destinazioni turistiche sostenibili, guardando sia all’esempio paradigmatico di Cortina che ai piccoli centri alpini capaci di trovare un equilibrio tra crescita e tutela dell’ambiente. “I mondiali di sci, gestiti secondo i criteri della Carta di Cortina, potrebbero diventare una best practice da condividere: ad esempio per la depurazione dell’acqua e la gestione dei rifiuti. E a questo proposito è stata sottolineata la necessità di regole univoche, condivise e certe sul territorio dell’arco alpino” ha aggiunto Mara Cernic. “La sostenibilità, infine, è da intendersi come un processo, e non una meta: i risultati della conferenza internazionale DESTINATION GREENITALY, ora raccolti in una pubblicazione, suggeriscono di considerarla un “modus operandi”. Analogamente, anche il concetto di eguaglianza di genere può essere interpretato come un metodo di lavoro efficace”.

L’Assessore al Territorio della Regione Veneto CristianoCorazzari è stato tra i sottoscrittori della Carta di Cortina nel 2016. “Un tempo organizzare un grande evento internazionale significava piegare il territorio alla necessità contingente, dotandosi di infrastrutture impattanti” ha ricordato. “Oggi un evento si qualifica per le caratteristiche del territorio in cui si svolge: i mondiali assumono rilevanza perché coinvolgono le Dolomiti, che possiedono un’immagine di eccellenza internazionale. Ecco perché la salvaguardia dell’ambiente, il riutilizzo, la rigenerazione urbana, la qualità della vita sono concetti centrali, e Cortina può essere un faro”.

A partire dalla mobilità, come ha sostenuto Benedetto Gaffarini, Assessore Urbanistica, Ambiente e Territorio di Cortina. “Dobbiamo realizzare una nuova viabilità, rispettando le linee guida della Carta di Cortina. La vera sfida non è organizzare i Mondiali: è preservare la grande bellezza che ci circonda, queste montagne apparentemente immutabili, ma in realtà fragili, la fauna selvatica dei boschi, il fondovalle. Ribaltare l’assioma secondo cui il turismo distruggerebbe ciò che l’attrae, privilegiando uno sviluppo dall’impatto positivo. E trasmettere questa conoscenza agli altri: è a questo che serve la Carta di Cortina”.

La comunicazione è al centro dell’azione di Paola Coletti, Assessore Istruzione e Politiche Educative e maestra di sci, responsabile di un progetto educativo che sta prendendo forma. “Con l’aiuto di Legambiente stiamo puntando alla sensibilizzazione degli adulti di domani. Insegniamo loro come effettuare la racconta differenziata, avendo cura di mostrare l’intero ciclo di vita dei prodotti: saranno i bambini, tornati a casa, ad educare i genitori, diffondendo quanto appreso. Inoltre stiamo predisponendo Plastic Free, un protocollo che punta a sostituire la plastica con altri materiali, a partire dagli uffici comunali”.

Obiettivi concreti, come quelli della Carta di Cortina: “Ci stiamo preparando ai Mondiali sperimentando nuove tecnologie e progetti ambientali, perché siamo convinti che esista sempre una via migliore da applicare per alleggerire il turismo del suo impatto” ha evidenziato Susanna Sieff, Sustainability Manager Fondazione Cortina 2021. “Si tratta di fare scelte precise e consapevoli per dare forma a un nuovo paradigma turistico in zone di montagna. Tra gli aspetti centrali, quello della misurazione: utilizzare indicatori chiari, come l’inventario delle emissioni di CO2 che ci accompagnerà in ogni fase, la costruzione, la gestione e la dismissione dell’evento. La Fondazione svolge un ruolo importante, ma è necessario che il progetto sia guidato da un forte coordinamento e coinvolga in prima persona gli attori del territorio”.

Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, ha sottolineato l’impegno profuso per favorire il turismo inclusivo. “La montagna deve essere accessibile, ma al tempo stesso ci sono confini da non superare: sono solamente 200 i siti naturali UNESCO, e per rimanere in questo club di eccellenza occorre mantenere l’integrità del territorio, ecco perché la Carta di Cortina ci vede lavorare tutti fianco a fianco”.

Tra i firmatari del documento, nel 2016, anche l’ANEF. “Per noi è stata una conquista importante” ha raccontato la presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari Valeria Ghezzi. “La Carta di Cortina afferma che non esiste necessariamente una visione contrastante tra il mondo dello sci, le infrastrutture del territorio, la sostenibilità e la tutela ambientale. Tecnologia e innovazione sono alleati dell’ambiente, permettono di ridurre i consumi, l’acqua, l’energia, i rifiuti speciali con gli impianti di ultima generazione. La mobilità a fune rende le meraviglie della montagna accessibili, e inoltre è un presidio importante contro il dissesto idrogeologico e lo spopolamento dei villaggi”.

Nel suo intervento, Flavio Roda, presidente FISI, si è innanzitutto complimentato con Cortina e con la Fondazione Cortina 2021, che organizza i Mondiali. “La FISI ha aderito fin da subito alla Carta di Cortina: l’importanza di preservare l’ambiente è evidente per chi pratica sport invernali. Ho già potuto apprezzare l’accuratezza con cui il progetto sta avanzando, e il grande rispetto per le montagne dimostrato nelle prime fasi di lavoro”. Anche nello sport il ruolo delle donne viene sempre più valorizzato, ha affermato con soddisfazione. “Abbiamo finalmente parificato i premi-gara, e anche gli sponsor si sono accorti del grande richiamo, in termini di visibilità, delle atlete donne, che si impongono per determinazione e serietà. Basti pensare a nomi come Sofia Goggia, Federica Brignone, oggi molto popolari, o Michela Moioli, Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi.

Valerio Giacobbi, amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021, ha invitato sul palco Luciano Magnani, presidente Consorzio Cimone, località che si prepara ad adottare i principi della Carta di Cortina esportandoli sull’Appennino. “Ci accomuna una grande passione per il territorio e la sua tutela: abbiamo una grande responsabilità verso i nostri figli, proteggere la montagna e il suo ambiente”. Una filosofia che si sta sviluppando a Cortina e che si sta diffondendo alle altre piazze impegnate nell’economia sostenibile. “Quella della sostenibilità non è una moda, per noi, ma una precisa scelta” è stata la conclusione di Valerio Giacobbi. “Solo la consapevolezza genera un cambiamento a lungo termine nei comportamenti e nelle pratiche. È questa la legacy più importante, ovvero l’eredità che ci impegniamo a lasciare, a Mondiale concluso”.

Da: Ufficio stampa OMNIA relations

Trasmissione interpellanza Consigliere Francesco Rendine “Rimborsi TARI”

G.O.L. – Giustizia Onore Libertà
Gruppo Consiliare
P.G. 103750/2018

Ferrara, 23 agosto 2018

Al Sindaco Illustrissimo
Signore di Ferrara

OGGETTO: Interpellanza rimborsi TARI.

PREMESSO
Che l’amministrazione negli anni passati rimborsava con una deduzione nel pagamento della TARI dell’anno successivo coloro che, rispettosi dell’ambiente, nell’anno precedente effettuavano consegne con mezzi propri presso le isole ecologiche, normalmente lontane dalle residenze.

Accertato
Che ora avviene il rimborso in denaro, obbligando il cittadino virtuoso a presentarsi personalmente presso gli sportelli di una banca consegnando comunicazione ricevuta e un documento d’identità in quanto non è prevista la modalità di incasso  con delega.

VERIFICABILE
che spesso si tratta di cifre irrisorie di 1,20 Euro o come nel caso specifico per € 2,40 (cfr. allegato), il cittadino che ha fatto numerosi conferimenti all’isola ecologica, deve andare, non in macchina ne con mezzi pubblici ( per non rendere anti economica l’operazione) ma a piedi o in bicicletta, in orario di sportello bancario , magari dovendo chiedere permessi sul posto di lavoro,( e già qui si crea anti economicità ) a ritirare il frutto delle sue fatiche non indifferenti perché ha dovuto organizzarsi per portare fisicamente (con la propria auto) materiali di rifiuto presso le isole ecologiche, quindi spendendo tempo, risorse e denaro.

FACILE
che molte persone non spendano altro tempo e denaro per pochi euro e rinunceranno al premio di un o due euro, il tutto a vantaggio delle casse comunali. Questo fatto succedeva in passato quando si compensava direttamente in bolletta il saldo.

CURIOSO

che nella comunicazione (cfr. allegato) non sia indicato il termine entro ottenere il rimborso; si deve intendere che non c’è limite di tempo e quindi il comune a vita avrà questo debito o forse la delibera  conteneva un termine non riportato nella comunicazione? In tal caso sarebbe opportuno che vi fossero comunicazioni da parte dell’amministrazione.

TUTTO CIO’ PREMESSO

il sottoscritto INTERPELLA il sig. Sindaco per sapere se ritenga opportuno intervenire presso gli uffici comunali:

al fine di consentire ai cittadini che vantano crediti modesti nei confronti dell’amministrazione di ritornare al più presto alla modalità di decurtazione in bolletta, che attuava un’equa, semplice e giusta gratificazione con estrema semplicità interrompendo da subito la modalità del  rimborso, che risulta gradita solamente per somme rilevanti.

Si prega la S.V. di fornire risposta scritta.
Con Osservanza.

Il Presidente del Gruppo Consiliare
G.O.L. – Giustizia Onore Libertà
Ing. Francesco Rendine

Allegato Rimborso :

Allegato Rimborso

Rohingya: Save the Children, ad un anno dall’inizio della crisi un allarmante numero di bambini rimasto orfano a causa delle brutali violenze in Myanmar

Ancora nessuna condanna o indagine imparziale e indipendente su questi crimini

Un bambino Rohingya su due fuggito in Bangladesh senza i genitori è rimasto orfano a causa delle brutali violenze. Lo afferma una nuova ricerca di Save the Children in occasione del primo anniversario dalla crisi il prossimo 25 agosto.

Al momento nel campo di Cox’s Bazar ci sono più di 6.000 bambini Rohingya non accompagnati, che sono senza genitori o adulti di riferimento, dove si trovano ad affrontare gravi conseguenze per la carenza di cibo e sono sempre più esposti al rischio di sfruttamento e abusi.

Secondo i dati raccolti, il 70% dei bambini intervistati[1] è stato separato dai genitori o da maggiorenni di riferimento per conseguenza diretta di attacchi violenti, il 63% durante assalti contro i villaggi e il 9% nella fuga verso il Bangladesh. Inoltre, sottolinea Save the Children, il 50% di loro ha dichiarato che i propri genitori (o chi si prendeva cura di loro) sono stati uccisi in questi stessi attacchi, lasciandoli definitivamente orfani dopo aver assistito a scene di violenza inaudita.

Save the Children chiede che gli autori di questi attacchi sistematici, spietati e deliberati in Myanmar siano chiamati a rispondere per i loro crimini ai sensi del diritto internazionale, e a tutti i paesi di sostenere con forza le iniziative ONU volte ad assicurare i responsabili alla giustizia.

“Dodici mesi fa, i nostri operatori sul campo hanno visto i bambini che arrivavano in Bangladesh da soli, così angosciati, affamati ed esausti da non riuscire neanche a parlare. Abbiamo subito creato degli spazi sicuri per questi bambini affinché potessero ricevere supporto 24 ore al giorno mentre cercavamo di rintracciare i loro familiari. Un anno dopo, ci è purtroppo chiaro che per molti di loro, questa riunificazione non avverrà mai” ha dichiarato Mark Pierce, Direttore in Bangladesh di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

“Questi bambini sono tra i più vulnerabili del pianeta e hanno dovuto ricostruirsi in qualche modo un’esistenza completamente nuova nei campi, senza la madre o il padre, in un ambiente in cui sono molto più vulnerabili ed esposti al rischio di tratta, matrimoni precoci e altre forme di sfruttamento”.

“I nostri dati non possono pretendere di essere rappresentativi di tutti i bambini rifugiati orfani e soli a Cox’s Bazar, ma dipingono comunque il quadro spaventoso di un sanguinoso conflitto in cui i civili sono stati presi di mira e uccisi in massa” continua Pierce. “Per garantire che le organizzazioni umanitarie possano proseguire a fornire un supporto essenziale a questi bambini, la comunità internazionale dei donatori deve sovvenzionare interamente il piano di risposta congiunta di 950 milioni di dollari per il 2018, finanziato attualmente solo per un terzo. Dobbiamo anche garantire che i bambini rifugiati Rohingya, nonostante la loro condizione di sfollati, possano ricevere un’educazione di qualità ed inclusiva, e sia garantito un supporto psicologico adeguato nei casi di maggiore fragilità.”

Save the Children, ha raggiunto oltre 350.000 bambini Rohingya a Cox’s Bazar negli ultimi 12 mesi, compresa una grande maggioranza di coloro che sono rimasti orfani o sono stati separati dai propri genitori, creando circa 100 spazi dedicati per i bambini e le ragazze nei campi profughi Rohingya a Cox’s Bazar, che forniscono a quasi 40.000 bambini uno spazio sicuro per giocare, riprendersi e tornare ad essere bambini, e attraverso programmi di protezione e accesso all’istruzione, di salute e nutrizione, di distribuzione di acqua e cibo, e garantendo servizi igienico-sanitari.

Tra i minori che Save the Children supporta c’è Humaira[2], 17 anni, fuggita in Bangladesh con alcuni vicini del suo villaggio dopo che i suoi genitori sono stati uccisi davanti ai suoi occhi negli attacchi di agosto dell’anno scorso. L’operatrice, Rashna Sharmin Keya ha raccontato che solo dopo un mese e gli incontri con uno psicologo Humaira è riuscita a parlare della sua storia. Ma, dopo mesi di ricerche, è stato finalmente possibile ricongiungerla con i suoi due fratelli più piccoli. Ora vivono insieme, con la responsabilità del resto della famiglia sulle sue spalle.

“Quando l’ho incontrata per la prima volta, non parlava molto. Nel suo cuore c’era molta paura e non si fidava di nessuno” ha dichiarato Keya. “Mentre piangeva mi ha detto: ‘Sono morti tutti. Tutta la mia famiglia è stata uccisa in Myanmar. Li ho visti, so che sono morti tutti. Non c’è più nessuno lì’.

“È passato un anno da quando a questi bambini è stata strappata via l‘infanzia. Il mondo non è riuscito a condannare gli autori di questi barbari attacchi, compreso l’esercito del Myanmar. Crimini straordinari richiedono una risposta straordinaria. Un’indagine credibile, imparziale e indipendente su questi crimini e tutte le violazioni dei diritti dei bambini commessi nello Stato settentrionale del Rakhine è un primo passo fondamentale per accertare le responsabilità,” ha dichiarato Michael McGrath, Direttore di Save the Children in Myanmar. “La comunità internazionale deve fare di più per trovare una soluzione duratura alla crisi che consenta il rimpatrio sicuro, dignitoso e volontario dei rifugiati Rohingya, che rispetti i diritti fondamentali dei bambini e delle loro famiglie e sia sostenuto dal diritto internazionale”.

Per sostenere gli interventi di Save the Children a supporto delle comunità Rohingya rifugiate in Bangladesh: http://customer50293.musvc1.net/e/t?q=5%3d8eJa6%26G%3dI%26F%3d4dQa%26r%3dcIU0%26P%3dzLwKA_JTxh_Ud_MiuS_Wx_JTxh_TiREO.v6D7wCw5kD46u06.Aw_MiuS_Wx5rNs-8d8uAdH7_JTxh_TiM1KsJALd-3d6s64Dh-057uBwF30_0sVu_J8fM1Kl-P53qDB3uDs-JrC1FjTs%266%3dpPANfV.67w%26DA%3dT7VR

Da: Ufficio stampa Save the Children