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Io sono PTOF, figlio di POF, della tribù dei RAV, della terra desolata del MIUR; uno degli ultimi sette saggi: CUD, FIS, LIM, MOF, PON, TIC, USR.
PTOF, il grande PTOF, colui che HERA, colui che INDIRE e colui che VALES.
PTOF, l’innovatore PTOF, colui il quale ha sfidato e sconfitto i temibili DSA, che ora vagano per il mondo cercando qualcuno che gli possa regalare un BES.
PTOF, il risolutore PTOF, che è sceso nelle acque del lago INVALSI, si è cibato degli AFAM e, tra le ninfe OCSE, si è accoppiato con CLIL generando PNSD.
PTOF, il decisionista PTOF, che ha battuto gli otto draghi alati: ASL, DES, GLH, GLIP, PAI, PEI, PDF, PDP.
PTOF, il determinato PTOF, che si è immerso tra le alghe del CSPI e, con i suoi compari PDM e ANVUR, ha sconfitto i due demoni: TFR e TFS.
PTOF, l’incredibile PTOF nipote di ARAN, che ha visto le due creature mitologiche: DS e DSGA scendere tra le nebbie del CCNL e, con l’arma micidiale del PDM, distruggere i popoli provenienti dagli OOCC.
PTOF, il triennale PTOF, che si è alleato con il mitico ANP e le leggendarie FAQ e, calpestando i paesi di ATA, CTP e GAE, sta lottando contro le pericolose RSU.

Questo scherzo che ho scritto mi è stato ispirato da qualche vignetta che circola in rete e da uno sketch comico di Aldo, Giovanni e Giacomo, che trovate qui sotto.
Ecco ciò che penso: finché noi insegnanti continueremo ad accettare l’uso di odiosi acronimi rendendo il nostro modo di parlare sempre più esclusivo ed escludente, non riusciremo ad essere sufficientemente comprensibili al di fuori del nostro mondo.
Finché non sapremo spiegare con un linguaggio chiaro e semplice i nostri problemi e le nostre prospettive, non riusciremo a convincere con efficacia della bontà delle ragioni per cui lottiamo contro la cosiddetta “buona scuola renzusconiana”.
Finché non riusciremo a fare questa grande fatica necessaria, non sapremo contagiare efficacemente l’opinione pubblica con le nostre preoccupazioni e le nostre convinzioni.
Quindi concludendo: se “a parole lorde, orecchie sorde”, “a buon intenditor poche parole”… ma buone!

Legenda dei 45 acronimi usati:
AFAM: Alta Formazione Artistica e Musicale
ANP: Associazioni Nazionale Presidi
ANVUR: Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca
ARAN: Agenzia per la RAppresentanza Negoziale
ASL: Azienda Sanitaria Locale
ATA: Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario
BES: Bisogni Educativi Speciali (ma anche bacio in dialetto romagnolo)
CCNL: Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
CLIL: Content and Language Integrated Learning
CSPI: Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione
CTP: Centro Territoriale Permanente
CUD: Certificato Unico Dipendente
DES: Disturbi Educativi Specifici
DS: Dirigente Scolastico
DSA: Disturbi Specifici di Apprendimento
DSGA: Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi
FAQ: Frequently Asked Questions
FIS: Fondo di Istituto
GAE: Graduatorie Ad Esaurimento
GLH: Gruppi di Lavoro sull’Handicap
GLIP: Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali.
HERA: Multiutility che si occupa di rifiuti, acqua, gas ed energia elettrica (non è un acronimo)
INDIRE: Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa
INVALSI: Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione
LIM: Lavagna Interattiva Multimediale
MIUR: Minitero Istruzione Università e Ricerca
MOF: Miglioramento Offerta Formativa
OCSE: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
OOCC: Organi Collegiali
PAI: Piano Annuale per l’Inclusività
PDF: Profilo Dinamico Funzionale
PDM: Piano Di Miglioramento
PDP: Piano Didattico Personalizzato
PEI: Piano Educativo Individualizzato
POF: Piano dell’Offerta Formativa
PON: Programma Operativo Nazionale
PNSD: Piano Nazionale Scuola Digitale
PTOF: Piano Triennale dell’Offerta Formativa
RAV: Rapporto di Auto Valutazione
RSU: Rappresentanza Sindacale Unitaria
SIDI: Sistema Informativo Dell’Istruzione
TFR: Trattamento di Fine Rapporto
TFS: Trattamento di Fine Servizio
TIC: Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione
USR: Ufficio Scolastico Regionale
VALES: VALutazione E Sviluppo

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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