LA SEGNALAZIONE
Ospitalità a costo zero? Nella settimana del baratto si può
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Dal 17 al 23 novembre potremo tutti partecipare alla sesta edizione dell’iniziativa nella quale migliaia di Bed & Breakfast italiani offrono ospitalità ai turisti accettando come pagamento beni, servizi e tante altre cose: una vacanza in cui la fantasia, la produttività, la curiosità, la creatività, l’inventiva, l’emozione e la competenza sostituiscono il denaro.
Il baratto è stato per secoli alla base dell’economia familiare e, in un momento di contrazione dei consumi e di crisi come quello odierno, si rivela una buona soluzione.
Allora, c’è chi offre gentile ospitalità in cambio di prodotti della terra o di manufatti artigianali, buone e genuine marmellate, gustosi dolci casarecci o olio d’oliva spremuto a freddo in cambio di una camera. E persino legna da ardere. Il tutto con entusiasmo.
Per ben dormire, si possono anche offrire servizi fotografici o produzioni di siti web e di video su youtube per promuovere le strutture ospitanti, lezioni di lingua straniera o di musica, lavori di giardinaggio o di tinteggiatura e poi anche libri, collezioni di fumetti e d’arte, biancheria da letto o da casa, magari ricamata a mano, lavori a maglia o all’uncinetto, pizzi e merletti, giocattoli per bambini. E tanto altro.
Saranno molte le occasioni da cogliere al volo per godersi una piccola e meritata vacanza senza spendere nulla, nemmeno un euro, negli angoli più belli e suggestivi d’Italia.
Lanciata nel 2008 dal portale www.bed-and-breakfast.it, l’iniziativa, grazie alla quale i Bed and Breakfast (B&B) italiani offrono ospitalità in cambio di beni e servizi, piace e si allarga. Tanto che, per la sesta edizione, al via, come sempre, nella terza settimana di novembre, sono ormai 2200 le strutture che aderiscono e oltre 800 quelle che hanno fatto del baratto una filosofia di vita accettando lo scambio tutto l’anno. Per una settimana intera, ospite e gestore saranno svincolati dal pagamento in denaro e privilegeranno solo l’aspetto umano dell’ospitalità, che caratterizza il popolo italiano.
Siamo di fronte a un vero e proprio mercato virtuale, dove partecipare è semplice. Lo si può fare in diversi modi:
1) Scegliendo sul sito web dell’iniziativa la destinazione desiderata [vedi] e contattando direttamente i B&B trovati attraverso il modulo “Contatta e Baratta”, o direttamente ai recapiti forniti dal sito. Meglio, prima, dare un’occhiata alla “lista dei desideri” dei B&B trovati, per capire se ciò che si propone è in linea con i desideri dei B&B prescelti.
2) Inserendo la propria proposta di baratto nella sezione “Proponi qualcosa da barattare con un soggiorno in B&B” [vedi], e scegliendo, se si vuole, una regione di preferenza. I gestori della regione prescelta visioneranno le proposte di baratto e ricontatteranno gli interessati, se interessati a loro volta.
3) Postando le proprie idee di baratto sulla sempre animata pagina Facebook dedicata [vedi] e attendendo una risposta da parte dei B&B attraverso il canale social.
La Settimana del Baratto è l’idea giusta per una vacanza fantasiosa, economica e ricca di contatti umani, all’insegna dello scambio di esperienze di vita e di professionalità: un interessante, curioso e insolito viaggio alle origini di ospitalità e riconoscenza.
A voi, allora, e alle vostre idee… e buon divertimento!
Simonetta Sandri
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
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Francesco Monini
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