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Una casetta in mezzo al bosco, due fratellini curiosi. La casa editrice “L’ippocampo” presenta “La casetta piccola piccola” dei francesi Escoffier e Perrin. Perché anche i più piccoli hanno il loro posto e ruolo nel mondo.

Il 2023 segna un traguardo importante per la casa editrice milanese “L’Ippocampo”: il ventesimo anno di età. Fondata nel 2003 da Patrick e Giuliana Le Noël, questa interessante casa editrice indipendente è oggi leader nel settore dei libri illustrati per adulti e ragazzi e si distingue per la cura rivolta all’estetica e alla veste grafica dei suoi volumi. Tutto ha inizio con un pranzo di famiglia in riva al mare, a Genova, si legge nella presentazione della stessa casa editrice, durante il quale si decide il nome, L’ippocampo, e il logo con cui iniziare questo lungo viaggio che porterà il cavalluccio a prendere velocemente il largo, stimolando la curiosità dei più piccoli (ma anche dei più grandi) ed educando i loro occhi alla bellezza. Nel tempo l’evoluzione è importante.

Da poco in libreria, oggi siamo incuriositi da un titolo: “La casetta piccola piccola”, di Michael Escoffier, illustrato da Clotilde Perrin, entrambi francesi, con la delicatezza e l’eleganza di cui i francesi sanno essere maestri. I testi sono scritti con una bella calligrafia in corsivo. Sembra intarsiata su un legno delicato, ricamata.

Abbiamo recentemente recensito “Rododendro”, di Davide Calì e Marco Peschetta, la storia di Giacomino che, rimpicciolendo, vede tutto da altra prospettiva.

Il caso ci riporta ad altri esseri e oggetti piccolini, che, di punto in bianco, rimpiccoliscono.

Eccoci allora con Arsenio e Bartolomeo, due orsetti, fratelli inseparabili e dispettosi che si sentono i padroni assoluti del bosco e non si curano affatto di ciò che li circonda: amano rotolarsi tra i fiori selvatici, costruire trappole per i conigli e fare a gara a chi calpesta più lombrichi…

Dopotutto, chi mai potrebbe sfidare due orsi? Ma la foresta in cui sono cresciuti ha più di una sorpresa in serbo per loro…

Addentrandosi nel ricco bosco che li ha visti nascere e diventare un poco più grandi, i due fratellini vivaci e curiosi stanno per fare una strana scoperta: una casetta di legno con il tetto di muschio. Chi mai ci abiterà? Cosa succederà dietro quelle mura misteriose? Un occhiata rapida alla finestra, tutto tace. Eppure, dal camino esce un fil di fumo… Ma non si vede anima viva, nessuno, nulla. Silenzio.

Il giorno dopo, però, ecco comparire un bel pasticcino invitante e profumato di mele cotte, appena sfornato, che tentazione! Arsenio è talmente goloso che se lo pappa in un battibaleno… A Bartolomeo nulla, nemmeno una briciola. Ma d’un tratto Arsenio avverte uno strano formicolio e diventa piccolo piccolo, che zampette ha ora…

Una stregoneria? Una banale punizione per aver mangiato quel dolcetto? O un semplice avvertimento per fargli vedere ciò che, altrimenti, non si nota mai? Quatto quatto, di notte, il nostro (ormai) amico Arsenio si addentra nella foresta, nota un groviglio di rami e radici, gli sembra di essere osservato. Vede una civetta e, poi, ancora un pasticcino, ancora la gola, Di nuovo rimpicciolisce. Entrato nella casetta, davanti a lui tante cose: un lettino, un riposino, brutti sogni, il coniglio Rucolino dagli occhi chiari e un omino con il cappello rosso, un folletto che tira fuori un mazzetto di campanule azzurre. Semini magici che curano, che aiutano gli animali più piccoli in difficoltà. E allora Arsenio sale in groppa a Rucolino e, aggrappandosi alle sue orecchie, si parte veloci, ali al vento… Così scopre le farfalle, i ruscelli, i formicai, le lucertole, i lombrichi, i fili d’erba.

Ognuno ha il suo posto nel mondo, il suo ruolo, il suo momento, c’è davvero spazio per tutti. L’universo è grande, in fondo.

Quanto è importante che i più grandi rispettino i più piccoli!

Quante scoperte meravigliose!

 

Michael Escoffier, Clotilde Perrin, La casetta piccola piccola, L’Ippocampo, Milano, 2023, 80 p.

Sito L’Ippocampo edizioni

Sito Michael Escoffier

Sito Clotilde Perrin

 

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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