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“Cittadino tenete conto delle mie spese di viaggio: la poesia, tutta la poesia è un viaggio nell’ignoto”
(Vladimir Vladimirovic Majakovskij)

In errore

Non ero in errore
prima di nascere.

Non vestitemi
con il vostro peccato.

Avrò tempo per scegliere
l’abito su misura da me stessa creato.

 

In guerra

Sono a fare guerra alla luce
perché ci ha resi ciechi,
bruciando in orbite
il bulbo oculare per far posto
ai nidi calabroni.
La guerra a ogni bene
perché ci ha resi nudi
e nessun cappotto si trovava
nelle mani protese d’altri,
semmai il dito puntato e le risa.

Devo fare la guerra all’amore
perché ci priva d’ogni ragione,
ubriachi d’affetto non ci accorgiamo
che il cono d’ombra è sempre più lungo
e che il suolo che calpestiamo
suda il sangue che abbiamo perso.

 

A capo scoperto

Ho smesso di coprirmi il capo
quando entro nel tuo santuario
perché non credo che tu sei il mio superiore.

Sì, ti hanno descritto come tale i miei avi
ma di più non sei finché
le mie sorelle indossano il velo
per nascondere i lividi,
fino a che un bimbo esanime
attira a se gli sciami di mosche
e la Natura deturpata dai tuoi adepti
cerca di continuo di rimarginare le ferite.

Ho smesso di coprirmi il capo
quando entro nel tuo santuario
cosi i miei pensieri “impuri”
possono salire fino alle tue orecchie
e magari decidi di farti vivo.

Sto in silenzio, non prego ma scrivo
di miei sentieri stretti e accidentati
scrivo con una penna di gabbiano
intinta nel petrolio versato in mare
da chissà quale nave.

Scrivo in penombra
perché da lì si vede chiaramente il Mondo
e vedo te, ”superiore”,
inchiodato su una croce
che i tarli tardano ad attaccare,
povero Cristo,
dagli uomini
cosa ti sei lasciato fare?

 

Natasa Butinar, Fiume (Croazia), 1971. Negli anni ’90 si trasferisce in Italia dove tuttora vive. Nel 2016 pubblica la raccolta di poesie bilingue Elefante Bianco. Nel 2019 esce Il guardiano silente. Le sue poesie fanno parte di numerose antologie tra le quali la prestigiosa Antologia di poeti contemporanei dei Balcani edita da LietoColle, 2019. Traduttrice e collaboratore per quanto riguarda il Festival internazionale della Poesia  Pero Živodraga Živkovića (Bosnia) organizzato da poeta  Emir Sokolović e  sponsorizzato dalla Ambasciata Italiana a Sarajevo.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Benini & Guerrini


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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