Skip to main content

“Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne.”
(Wislawa Szymborska)

Un piccolo barrio

Cespi di rose canine,
glicini alle finestre,
un tango in sottofondo.

Era il mio piccolo barrio,
un Eden in miniatura nel vagabondare
scomparso tempo fa, non so più quando.

Ricordarsene costa
un’acrobazia della memoria,
un dolore sottile

 

Chopin entra nella stanza

Chopin entra nella stanza,
con le trombe di Purcell,
il mare di Debussy.

La pace sboccia
finché vive l’invenzione
che poi s’infrange, bolla iridescente
debole lume nella mia sera
di emeralopo

 

I only have eyes for you

Gli amori segreti
sono come cuccioli dentro le tane
timorosi perfino di esistere

Allora questo
è amore? Non so, ma
quando le luci sono basse
ho soltanto occhi per te

 

Venezia

                                                          A Josif Brodskij

Gatti misteriosi nei campielli
scrutano mulinelli di foglie.
Da stretti corridoi (vite le une sulle altre)
si respira in slarghi improvvisi.
Acqua ovunque, essenza
di una condizione periclitante
(ma nelle calli dove la luce indugia
possono nascere amori splendidi)

 

Franco Stefani è nato e vive a Cento (Ferrara). Giornalista professionista, scrive versi da molti anni. Ha curato il volume “Io spero che non faccia più il terremoto” (Minerva, 2009) dedicato al sisma che ha colpito l’Abruzzo. Tra i suoi più recenti libri, “Tre sguardi in uno” (Pendragon, Bologna, 2015) e “Istanti” (Genesi Editrice, 2019), che comprendono testi poetici e racconti brevi. Assieme a Sandro Tirini, è autore del libro “Quegli anni tragici e amari. Cento tra cronaca e storia 1943 – 46” , edito dal Comune di Cento. Nella rubrica “Parole a capo” sono uscite altre poesie di Franco Stefani il 29 ottobre e il 10 dicembre del 2020.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui] 

tag:

Benini & Guerrini


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it