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“Non usare il telefono. Le persone non sono mai pronte a rispondere. Usa la poesia.”
(Jack Kerouac)

LASCIARE
Lasciare, lasciar scorrere le cose
Scivolare sul tempo con lentezza
Seminare, dissodare dolcezza
Aspettare. Fioriranno le rose
Pianissimo. Avvicinarsi al fiore
come farebbe l’ape laboriosa,
o meglio, la farfalla silenziosa
Non toccare. Lasciarsi inebriare
Immergersi in questa primavera,
perdersi e perdere l’orientamento
Ascoltare i sussurri e il fermento
Come Gazania chiudersi di sera
Cedere al sonno che il sogno profuma,
Belle di notte danzano alla luna
(Sara Ferraglia)
*
FIABE GENER(OSE)
Riccidoro si è stufata
di mangiare la zuppa degli orsi,
si è fatta la testa rasata
e suona la chitarra a morsi
con tre donne metallare.
Bella ha smesso di ballare
il valzer con la Bestia e
accantonata la modestia,
è in corteo da stamattina
contro la guerra in Palestina.
Alice, quella bionda bambina
ha adottato lo Stregatto.
“E’ un po’ matto, ma non deve
star rinchiuso in quel paese.
Lo porterò tra la gente, sia fatto.”
La Sirenetta ha preso atto
che il principe tanto amato,
è violento e prepotente.
L’ha quindi denunciato
al magistrato competente.
Coraggio lettore, non ti crucciare,
la donna nelle fiabe voglio cambiare.
Moglie, madre, sorella, ancora le vedi,
perché le vuoi tener sotto ai tuoi piedi.
(Stefano Agnelli)
*
SPENGO
Spengo il rumore del mondo
Spengo le sue luci violette
Cancello i dialoghi urlati
E tonanti
Accosto le imposte
E giro la testa
Esco di casa e
Mi avvio verso un luogo di silenzio
Dove tu mi darai la mano
Senza richiedere
Arditi sillogismi o
Raffinate prestazioni culinarie.
(Elena Vallin)
*
ESISTERE
Il futuro ha un altro nome
che da questa distanza
non riesco a leggere,
troppa polvere, troppo fumo.
Il futuro ha cambiato suono,
non riesco a sentirlo,
le urla e i pianti lo sovrastano.
Il futuro ha un altro sapore,
riesco a sentire
solo il sale del mare.
Allora
volgerò gli occhi
al sacro
e all’umano
per ricostruire la speranza.
(Maria Angela Malacarne)
*
FUTURO
Ragazzo che guardi il mondo
dalla tua cameretta
davanti ad una tastiera
e uno schermo
ragazzo che guardi una ragazza
colpita da una coetanea
col coltello
e non fai niente per separarle
è molto meglio filmarle
è più bello.
Ragazzo che guardi il mondo
in mezzo al fango e alle macerie
della tua casa
distrutta da una bomba
intelligente.
Ragazzo che cerchi smarrito una ragione
per uscire da questa prigione.
Ogni tanto sentiamo
parlare di futuro
ma prima dovremmo
capire come buttare giù
le fabbriche del muro.
(Pier Luigi Guerrini)

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it