“Vedere un mondo in un granello di sabbia
e un paradiso in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel palmo della mano
e l’eternità in un’ora”
(William Blake)
M’incollo
Dolore marcisce radice
tradisce di vita la voglia
la figlia ferita è una foglia
che incolla di resina il cuore
Restare a galla
Sospendono vite gli amori
se le hanno sapute strappare
al tempo reciso dei fiori
Dalla finestra
Come nei cimiteri
fioche luci le sere
sulle vite mancate
Silenzi
Vieni
è aperta la porta
al suono distante dei passi
Tu temi alla soglia il dolore
io tremo pensando al fragore
che accese di voglie non nostre
Vieni
a noi spetta la pace
era fuoco
ora brace tra sassi del cuore
Ci piace ormai spegner parole
fa poco rumore l’amore che tace
Illusionismo
Vorrei un amore solo
odore di naufragio
di sogni tutti salvi
intatti alla deriva
mi basterà giocare
occhi chiusi sulla riva
fingendo sia un reperto
ogni conchiglia
Senza parole
Le parole del silenzio
sono voce dalla mente
che comincia col tuo nome
i discorsi e non li chiude
Preghiera
Prego amore farsi segno
farsi tocco del tuo corpo
farmi tempio del tuo nome
farsi altare di parole
che inginocchino le bocche
(Queste poesie sono tratte dalla raccolta “Dal circo”, ChiPiùNeArt Edizioni 2022, su gentile autorizzazione dell’autrice)
Agnes MK. Da ragazzina Agnes è solitaria e malinconica, suona la chitarra classica e scrive per parlare con Dio; in attesa di una Sua risposta, si interessa alle dinamiche terrene, mostrando particolare curiosità per l’amore romantico. Agnes trova nel sentimento amoroso la “violetta” da guardare per affrontare il peso del mondo, ispirandosi all’omonimo personaggio de “l’Immortalità” di Milan Kundera, da cui trae lo pseudonimo.
Nell’alternarsi di passioni, dolori e gioie vissuti con grande intensità (ma anche con il sospetto che la vita sia solo un gioco o una “palestra”), Agnes sviluppa abilità da funambola, sostenuta dalla tendenza a ridere di sé.
Attualmente Agnes scrive poesie, studia recitazione e pratica Ashtanga Yoga a Milano, dove interpreta anche un personaggio originario di Isernia, che lavora in banca e ha il suo stesso nome (Ines, in spagnolo).
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Liricissime!