Skip to main content

Una delle domande più frequenti che mi rivolgono riguardo al mio giardino è questa: “Come fai ad avere tante rose e così pochi pidocchi?” La domanda contiene la risposta: “Ho tante rose”. Se avessi un’invasione di afidi proporzionata al numero di fiori che a maggio riempiono il mio giardino, non avrei altra scelta che il lanciafiamme. Quasi tutte le mie rose sono grandi arbusti maritati ad alberi, siepi e altre piante, quindi gli afidi, di fronte a tanta scelta, si distribuiscono o si attaccano a qualche ramo, quasi sempre dei succhioni, così mi basta eliminare i rami più infestati per contenere questi ospiti. Gli altri insetti fanno il resto. A questa domanda segue quasi sempre l’osservazione: “… per te è facile, hai un giardino grande!”. Queste parole mi irritano tantissimo perché le dimensioni di un giardino o di un balcone, non sono assolutamente un ostacolo per creare un insieme ricco di forme e di biodiversità. Nella prima casa in cui ho abitato da sposata, avevo un balcone di 1 metro per 5, coperto ed esposto a nord-est; in pochi anni sono riuscita ad accumulare una settantina di vasi in cui coltivavo di tutto, non avevo criterio e sono riuscita ad allevare anche un fico, un paio di rosai e altre varietà che si erano adattate ad una vita-bonsai, con poca luce e niente pioggia. Nonostante le dimensioni e la pessima esposizione, quel balcone era un microcosmo in salute, frequentato da insetti e farfalle e, nel suo piccolo, era un vero intruso nel prospetto uniforme del condominio, le cui uniche presenze vegetali erano le batterie di gerani e/o petunie nei mesi estivi. Quelle piante, castigate in gioventù, sono state premiate e adesso vivono in tutto il loro splendore nella terra del mio giardino. Potrei citare tantissimi esempi in cui piccolo è diventato sinonimo di vario, esagerato, bio-diverso, grazie alla volontà e al desiderio dei giardinieri che lo hanno coltivato, scegliendo l’ordine o il disordine, lo stile e le piante. Chi preferisce averne poche o di un solo tipo, deve averne molta cura, trattarle con attenzione, difenderle, non può mai distrarsi. Le rose sono piante molto robuste, ma hanno bisogno di terra grassa, sole, aria, compagnia e libertà di movimento. Se vogliamo coltivarle in vaso, dobbiamo cercare di rendergli la vita accettabile, altrimenti si indeboliscono, si stressano e di conseguenza si ammalano e subiscono più facilmente gli attacchi dei parassiti. Se proprio non si resiste all’acquisto di un ammiccante rosaio mignon, tra uno yogurt e un pacchetto di biscotti sui bancali della coop, è bene trattarlo come un onesto centro tavola da cucina e, quando si affloscia, lo si getta nel bidone. Non è cinismo, ma un’onesta valutazione dello scopo per cui sono stati creati e selezionati questi vegetali.
Un buon rimedio naturale contro gli attacchi dei pidocchi delle rose, è il macerato d’ortica (costa meno di quello fatto con gli scarti delle sigarette). Si prepara con le foglie dell’ortica comune, raccolta in qualsiasi momento, tranne quando la pianta va a seme. Il macerato elimina gli afidi e nutre le piante con calcio, potassio e azoto, immediatamente assimilabili dalle foglie.

Ricetta: un chilogrammo di pianta fresca (oppure 200 grammi di pianta essiccata) per ogni litro di acqua, fredda e possibilmente piovana, piogge acide permettendo. Sarebbe preferibile un contenitore di coccio o di legno, altrimenti si usa una pentola smaltata o una catinella di plastica, ma non di metallo. Il macerato va mescolato una volta al giorno e quando si mescola puzza. Per facilitare l’operazione di filtraggio, si può immergere della tela di iuta nella catinella. Il macerato prima di essere usato e distribuito con un erogatore a pompa o con uno spruzzino, deve essere filtrato per bene. L’efficacia del macerato dipende dalla concentrazione e dal tempo di macerazione. Il macerato di 12 ore, si usa concentrato e si spruzza direttamente sulle piante infestate dagli afidi. Il macerato di 4 giorni, si usa diluito in acqua: una parte di acqua, mezza di macerato, per concimare e combattere gli afidi; con l’aggiunta di un decotto di equiseto è ottimo anche per combattere in modo naturale gli attacchi di ragnetto rosso. Si può fare anche il macerato maturo di 15 giorni, ma diventa piuttosto impegnativo da gestire per chi ha un terrazzo o un piccolo giardino da trattare.

tag:

Giovanna Mattioli

È un architetto ferrarese che ama i giardini in tutte le loro forme e materiali: li progetta, li racconta, li insegna, e soprattutto, ne coltiva uno da vent’anni. Coltiva anche altre passioni: la sua famiglia, la cucina, i gatti, l’origami e tutto quello che si può fare con la carta. Da un anno condivide, con Chiara Sgarbi e Roberto Manuzzi, l’avventurosa fondazione dell’associazione culturale “Rose Sélavy”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it