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Cara “sentinella in piedi” che flashmobberai sabato 28 giugno alle 18 in piazza a Ferrara, contro il disegno di legge che contrasta l’omofobia, mi piacerebbe farti qualche domanda.
Posso?
Per prima cosa devi sapere che per me le parole sono importanti, quindi potresti spiegarmi perché hai scelto di chiamarti con un nome preso dal vocabolario militare, se vuoi “difendere la libertà di espressione e di opinione”? Ne intendi fare un uso intimidatorio? O sei anche tu uno di quelli che credono che le libertà si possano difendere meglio con nomi bellici altisonanti (Esercito di Silvio, Milizia Mariana, …) ?
Chiariscimi perché, per favore, se sei già una sentinella vuoi precisare anche che sei “in piedi”? Io non ho mai sentito parlare di sentinelle sedute, sdraiate o stravaccate.
(I vostri punti di riferimento francesi almeno si fanno chiamare “Veilleurs debout” che mi sembra più corretto sintatticamente e anche meno bellicoso).
Cordiale “sentinella in piedi”, sul tuo profilo Facebook scrivi: “Vegliamo in silenzio oggi per essere liberi di esprimerci domani”; vuoi forse dirmi che non ti senti libero di esprimere la tua opinione? Dai non scherzare, con la storia che hai alle spalle ed i suoi innumerevoli esempi di opinioni altrui condannate, soffocate, infilzate, messe al rogo non dovresti arrivare a tale paradosso!
Cito ancora dal tuo profilo: “Sentinelle in Piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”; lo trovo interessante ma prima spiegami di quale uomo e di quale civiltà stai parlando, per favore. Temo che la tua idea di uomo non consideri affatto i suoi sentimenti, i suoi sogni, i suoi bisogni, le sue speranze e che la tua civiltà sia da considerarsi tale solo se ci si mette una bella croce sopra.
Anche se c’è qualcosa di mussoliniano nell’inizio della tua frase: “Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna” io vedo che tu, caro “guardiano”, puoi manifestare liberamente in difesa di ciò che ritieni giusto. Permettimi un banale consiglio: cerca però di ricercare la coerenza fra le tue azioni ed i valori cristiani a cui fai riferimento altrimenti passi per essere un bigotto, ipocrita ed intollerante che considera la “famiglia naturale” come un involucro vuoto e che non si occupa delle cose ben più importanti che sono le sincere ed oneste relazioni d’amore fra le persone, indipendentemente dal sesso a cui gli esseri umani appartengono.
Lo so che la coerenza è una virtù di pochi ed io non te lo scrivo mica perché penso di possederla; credo però che quando scrivi che il testo del Ddl Scalfarotto “è fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione” tu finga di non capire per poter mantenere il pesante potere del tuo giudizio.
Gentile “sentinella”, in altri contesti, elogi le differenze e le diversità ma perché, in questo caso, vuoi mantenere per qualcuno il diritto di discriminare senza che questo venga sanzionato? Ti confesso una cosa: a volte penso che a te, le persone che definisci diverse, servano per sentirti superiore a loro e che l’elemosina che fai, con qualche spicciolo o con qualche buona azione, sia il deodorante a ph neutro che ti serve per profumare la coscienza, coprendo così il cattivo odore della presunzione e dell’arroganza.
Personalmente penso che il Ddl Scalfarotto non sia nemmeno così estremista, anche per il fatto di essere frutto di accomodamenti fatti all’interno di un governo delle larghe intese, ma almeno prende atto di un problema grave che si chiama “omofobia” (che è “la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, basata sul pregiudizio” *) e tenta di intervenire.
Sensibile “sentinella”, non credo che a te piaccia ma io condivido che la mia città consideri la tua manifestazione “un messaggio che divide e alimenta un clima di pregiudizio e di discriminazione e non può e non deve trovare spazio a Ferrara, città dell’associazionismo e del volontariato che, negli ultimi anni, si è distinta per i suoi valori di inclusività e di rispetto per il suo impegno civile contro ogni forma di discriminazione”.
Immobile “sentinella”, mentre sarai in piedi a difendere la libertà di espressione, se puoi confessaci: con la candela che tieni in mano, a quanti libri ti sei avvicinato con intenzioni focosamente distruttive, prima di scegliere quello che leggerai in piazza?
Immacolata “sentinella”, io non riesco ad augurarti buona fortuna per la tua manifestazione ma desidero vivamente che lo facciano i piccioni di piazza Trento e Trieste, inscenando il loro flash mob beneaugurale preferito: “Ready-Aim-Fire ovvero Puntate-Mirate-Fuoco”.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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