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di Toni Cellura

Rivoluzione negli appalti e nei servizi pubblici. Ad avvantaggiarsene saranno le imprese attente al rispetto dei valori ambientali. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il cosiddetto ‘collegato ambiente’ alla legge di stabilità 2015: si tratta della legge recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” che prevede una serie di novità sostanziali in materia di appalti verdi (“green public procurement“) e alcune modifiche al codice dei contratti pubblici. Le disposizioni più innovative sono contenute nella parte riguardante le “Disposizioni Particolari sul Green Pubblic Procurement”, i cosiddetti acquisti verdi nelle Pubbliche Amministrazioni. In particolare l’applicazione degli articoli dal 16 al 22 porterà a un vero rivolgimenti nelle Pubbliche amministrazioni.
Le modifiche intervengono sul Codice dei contratti con numerose disposizioni: dalle garanzie a corredo dell’offerta, per esempio la loro riduzione per gli operatori economici in possesso di registrazione di sistemi di ecogestione (quali Emas o Ecolabel etc), alla modifica dell’art. 83 del codice dei contratti, che inserisce tra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa alcuni nuovi parametri e requisiti, tra i quali il possesso dei sistemi di ecogestione.
L’art.17 promuove poi l’adozione di sistemi di ecogestione da parte degli operatori attraverso il criterio della preferenza nell’accesso ai finanziamenti pubblici: l’articolo infatti prevede che, nell’assegnazione di contributi, agevolazioni e finanziamenti in materia ambientale, per quanto riguarda la formulazione delle graduatorie costituirà titolo preferenziale la registrazione Emas delle organizzazioni pubbliche e private e/o il possesso di una certificazione Ecolabel per un proprio prodotto o servizio. La disposizione è applicata prioritariamente nella programmazione dei fondi europei 2014-2020.
Nell’art. 18, attraverso l’introduzione dell’articolo 68-bis nel codice dei contratti, si disciplina l’applicazione dei “criteri ambientali minimi (Cam) negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi” nell’ambito delle categorie previste dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (Pan-Gpp).
In particolare, la norma prevede l’obbligo per le pubbliche amministrazioni, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali attraverso l’inserimento, nei documenti di gara relativi ai predetti appalti e affidamenti, delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali adottati in attuazione del Pan-Gpp al 100% per alcune tipologie di beni e, per almeno il 50%, per altre categorie di prodotti e servizi. L’applicazione avverrà in automatico per le ulteriori categorie di servizi e di prodotti per i quali nel frattempo siano stati pubblicati i relativi decreti di attuazione emanati dal Ministero Ambiente.
All’art.19 si prevedono le azioni di monitoraggio da parte dell’Osservatorio e l’integrazione dei bandi tipo con le specifiche tecniche contenuti nei Criteri Minimi Ambientali; mentre all’art.21 si prevede l’introduzione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale, denominato “Made Green in Italy”, che adotta la metodologia dell’impronta ambientale dei prodotti (Pef), definita da una raccomandazione della Commissione Europea nell’aprile 2013.

Le disposizioni contenute in questo documento determineranno insomma una vera e propria rivoluzione verde e gli operatori pubblici e privati dovranno avere una conoscenza approfondita non solo dei ‘Criteri ambientali minimi’ per singola categoria di prodotto e di servizio, ma anche dei principali strumenti e sistemi di gestione ambientale (Emas, Iso 14.000 etc), delle etichettature ecologiche (Ecolabel etc ), delle dichiarazioni ambientali, delle metodologie di analisi del ciclo di vita (Lca) e dell’impronta ecologica dei prodotti (Carbon Footprint, PEF ), nonché delle direttive di ecogestione della Commissione europea (Eup,Erp,Ecodesign).

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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