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Non di rado il tanto grande quanto nebuloso Omero, padre della letteratura occidentale, è stato citato e analizzato. E i suoi versi rimangono vere e proprie pietre miliari di ciò che è stato presumibilmente il frutto di una produzione letteraria indice di un esigenza popolare, più che di un singolo scrittore, parafrasando la tesi del filosofo Gian Battista Vico. Eppure, i luoghi e i fatti descritti da Omero sono frutto di una grande immaginazione e di un grande talento, sebbene vi siano in realtà precisi riferimenti a fatti realmente accaduti, in particolare nel primo dei due poemi, che narra degli ultimi cinquanta giorni della celeberrima guerra di Troia: “L’Iliade”. Ciò che però negli anni ha dato maggior adito a interrogativi e a questioni legate allo stile e alle tematiche trattate è senza dubbio il secondo e più complesso, che narra del grande tema del nòstos, il ritorno dell’eroico Ulisse, o meglio Odisseo, che per vent’anni si dovrà misurare con innumerevoli peripezie che gli dei gli hanno riservato. Al tema del ritorno è inevitabilmente legato il tema del ritorno in patria, alla terra natia, alla sua amata Itaca. E questo luogo sperduto nei meandri del mar Egeo, dopo millenni, rivive nella città estense attraverso la passione e l’impegno dello scrittore e professore Roberto Pazzi. Non c’è ‘mezzo’ migliore per far rivivere un luogo così indissolubilmente legato all’epica, se non la scrittura, e in particolare la scrittura creativa. E quindi quale miglior appellativo di “Itaca” per il suo corso di scrittura creativa? Ciò che il giornalista e scrittore ferrarese Pazzi sta audacemente portando avanti è di sostanziale importanza, in quanto restituisce a una tanto nobile, quanto al giorno d’oggi poco praticata attività come la scrittura, quel prestigio e quell’importanza che il nostro tempo sta indegnamente cercando di strapparle.

Le lezioni sono impartite dal professor Pazzi in due periodi distinti: la prima sessione (aprile/maggio) e la seconda sessione (settembre/novembre). Il costo è 90 euro per la prima e 70 euro per la seconda, in aggiunta alla tessera del Centro di Promozione Sociale di Ferrara, con sede in c.so Isonzo 42, del costo di 6 euro. L’orario scelto dal professore è decisamente inusuale: dalle 21 alle 23, forse più per comodità, che per scelta poetica. Ma è verosimile pensare che, da buon letterato e amante della poesia, Pazzi abbia scelto come orario di svolgimento delle lezioni proprio questo perchè, come sosteneva la grande poetessa Alda Merini nei suoi primi versi di una celeberrima lirica, “I poeti lavora di notte quando il tempo non urge su di loro”.

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Federico Di Bisceglie

Collaboratore de “Il resto del Carlino”, blogger su quotidiano online “Ildenaro.it” redattore Di “ferraraitalia.it”, marketing consultant for b-smark LTD Dublin. Studente di legge.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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