Anna Zonari: Basta con la vecchia politica fatta nei corridoi. Noi proponiamo una politica basata sul metodo partecipativo.
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Solidarietà agli iscritti e ai dirigenti ferraresi di Sinistra Italiana e Europa Verde
La Comune di Ferrara ribadisce la sua disponibilità ad accogliere tutti i soggetti della politica ferrarese che credono ancora nel valore della partecipazione.
Ecco le parole della candidata Sindaca Anna Zonari: “Respingiamo un’idea di politica centralista che azzera le decisioni prese dai militanti a Ferrara, sostenendo la supremazia della strategia elettorale scelta a Roma. Tutti si aspettano trasparenza nel modo in cui vengono prese le decisioni, e questa fase iniziale della campagna elettorale non ci è piaciuta. L’allontanamento di Laura Calafà a dicembre, e ora l’alt intimato dalle segreterie romane agli elettori di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, hanno il sapore di una politica concentrata sulle sue dinamiche di potere, quelle che hanno portato alla sconfitta elettorale di cinque anni fa.
La Comune ha messo sin dall’inizio al centro della sua azione politica il metodo partecipativo. Non basta riempire sale di elettori che ascoltano. Bisogna tornare ad ascoltare i cittadini e renderli protagonisti delle decisioni.
Troppe volte abbiamo visto una politica lontana dai cittadini. Una politica che privatizza l’acqua che la gente vuole pubblica. Supermercati che aumentano indipendentemente dal colore dell’amministrazione al potere, indipendentemente dai bisogni reali. Una politica che stravolge il senso delle parole, trasformando la rigenerazione urbana in speculazione edilizia, il verde urbano in operazioni di greenwashing.
Speriamo che dai prossimi giorni la politica ferrarese torni con i piedi per terra: serve un’idea di città diversa, che sa affrontare davvero le sfide delle migrazioni e dell’invecchiamento della popolazione, della decarbonizzazione, della sanità e della salute, del lavoro, della qualità della vita degli studenti e degli anziani. La politica fatta nei corridoi, lontano dallo sguardo dei cittadini serve solo alle segreterie nazionali dei partiti per giustificare il loro ruolo, e non merita nessuno spreco di energia da parte nostra”.
In copertina: Anna Zonari con Evita (una Springer spaniel di 8 anni di cui 7 nel canile di Assisi) che ha appena adottato.
La Comune di Ferrara
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Francesco Monini
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Ti sostiene Golinelli che era assessore quando io ero bambino, Sateriale che era Sindaco 25 anni fa e Zamorani che era segretario dei Radicali prima che io nascessi e ti vanti di non fare parte della vecchia politica?
Federico, la invito ad approfondire il percorso fatto fino a qui da La Comune di Ferrara (www.lacomunediferrara.it). Abbiamo proposto un metodo partecipativo aperto alla società civile e ai partiti del centro sinistra, che hanno potuto (tutti) scegliere se partecipare o meno. Dal percorso è nata una traccia di programma con dei contenuti precisi. Io mi sono candidata per portare avanti quella traccia che si trasformerà in un programma, sempre con un metodo partecipativo, aperto anche ai partiti che si riconoscono in contenuti e metodo.
La mia candidatura (di cui non mi vanto, non mi pare un termine appropriato al contesto) nasce per portare avanti contenuti e metodo, con i compagni di strada che lo sottoscrivono. Quindi non è corretto dire che sono partiti che sostengono la mia candidatura, senza aggiungere che la mia candidatura è legata ad un programma.
So che suona strano parlare di contenuti e proposte per la città di Ferrara, ma le elezioni amministrative dovrebbero vertere su questo.
Trovo il suo commento, inoltre, non pertinente al contenuto del comunicato, in cui si denuncia che sono stati utilizzati metodi estremamente discutibili dal punto di vista del rispetto delle decisioni deliberate democraticamente da AVS Ferrara. Su questo sarebbe opportuno commentare.