Skip to main content

C’erano tutti ieri mattina alla Sala Estense di Ferrara, il direttore Giovanni De Mauro, la redazione al completo, amministratori e soci della rivista, per presentare ai loro lettori e al pubblico del festival la loro ultima novità editoriale: il nuovo sito di Internazionale sarà on-line tra qualche giorno ed è stato il frutto di un lungo lavoro che coinvolge un team di una decina di persone. Per la realizzazione del nuovo formato web, si sono rivolti al mitico Mark Porter, grafico britannico che nel 2009 aveva già curato magistralmente il restyling del settimanale, e che è intervenuto in videoconferenza da Londra. “Con questo nuovo sito abbiamo fatto una doppia scommessa, – dice De Mauro – vogliamo entrare nel mondo delle news, senza fare concorrenza all’Ansa o a Repubblica, ma facendo qualcosa di radicalmente diverso dagli altri: le notizie che saranno presenti dovranno essere talmente diverse e divergenti che, comparandole con quelle degli altri quotidiani, il lettore dovrà chiedersi dove sta l’inganno. L’altra sfida è cercare di rompere la barriera di specie tra quotidiani e riviste.”

nuovo-sito-internazionale
La redazione, gli amministratori e soci della rivista presenti all’incontro

Giovanni De Mauro e Martina Recchiuti, girano in piedi sul palco del teatro divertiti e disinvolti, passando da una slide all’altra nel ripercorrere le tappe della storia dei loro siti: dal primo tentativo che risale al 1997 (Internazionale fu uno dei primi giornali on-line insieme all’Unione sarda) in cui comparivano solo alcuni contenuti di testo, al format del 2001 in cui cominciano a comparire alcune foto, poi piccoli aggiustamenti fino ad arrivare al 2009, anno in cui chiedono a Information Architects di ridisegnare il sito. Ma Giovanni De Mauro è sincero, e ci racconta che, qualche anno fa, chiedendo ad un amico e collega esperto di web, cosa ne pensasse del sito, questo rispose: “Questo sembra il sito di un giornale in cui si capisce che la redazione sta facendo altro.” E’ stato da lì che hanno cominciato a prendere seriamente a mano il sito, ma con il privilegio di poter lavorare con calma, perché il settimanale andava benissimo, una curva sempre in crescita, e anche i lettori on-line erano tanti, anche se con i suoi 663.270 ‘mi piace’ la pagina Facebook batteva e batte ancora il sito. Tra le motivazioni che portano alla scelta di fare un sito all’avanguardia, c’è infatti la necessità di rendersi meno dipendenti da Google: “Con Google non possiamo competere, circa il 60 – 65 % dei lettori on-line proviene da Fb, e questo significa che siamo molto dipendenti da questo flusso di traffico. Questo non ci dispiace, ma vogliamo aumentare e diversificare i flussi di traffico, perché nel momento in cui Fb dovesse decidere di limitare i suoi flussi, saremmo nei pasticci”. E finalmente, ecco la nuova testata… e gli applausi dei fan risuonano nel teatro:

nuovo-sito-internazionale
Il nuovo sito in anteprima

• scompare la curva (sul web non funziona, si è scelto di sostituirle anche nel cartaceo) • la font è Lion (si legge come si scrive, non come leone), la stessa del cartaceo • il titolo è in stencil (maschera normografica) • in alto una serie di 3 foto • la colonna di sinistra è uno stream di notizie, un rullo di materiali informativi aggiornati (notizie, portfoli, tweet, opinioni) che scorre semplicemente in ordine cronologico • la colonna di destra è di approfondimento, la redazione riprende il controllo sulle notizie, raccogliendo le notizie che ritiene più significative in senso giornalistico e le collega a tutto ciò che ruota loro attorno, materiale pubblicato negli ultimi minuti, giorni, tempi, cercando di ripercorrere la storia della notizia.

nuovo-sito-internazionale
Pagina dei temi

• alcuni temi che dichiarano la “faziosità” della redazione • le foto sono grandi, ad alta risoluzione (come nel cartaceo), senza skin o banner pubblicitari che le coprono (alle pubblicità è dedicato uno spazio diverso) • ci sarà una sezione video (brevi video di grandi testate straniere), l’idea è quella di autoprodurne di propri su temi italiani, col tempo anche una sezione reportage • scompaiono gli spazi per i commenti • scompaiono i contatori dei ‘mi piace’ di Twitter e Fb (condizinano il lettore) • solo due tag in fondo ad ogni articolo (altre saranno invisibili).

nuovo-sito-internazionale
Mark Porter

E come ciliegina sulla torta, compare sullo schermo Mark Porter, capello brizzolato e occhialino nero, easy ma puntuale e incisivo come sempre: “Non ho voluto fare un sito qualunque. Stiamo parlando di un contesto giornalistico, quindi ho voluto fare un ‘sito tipografico on-line’, dove l’imperativo è la leggibilità. Un sito che avesse un’armonia tipografica con la rivista, ma con elementi fruibili sul web. E’ anni che pensiamo a come trasporre il cartaceo sul web, ora ci siamo riusciti ma, devo essere sincero, non tutto il merito nostro, è grazie alle nuove possibilità del web: poter utilizzare lo stesso carattere, poter tenere presente almeno i tre formati mobile, tablet, desktop, fino a due anni fa non ci saremmo riusciti.”

tag:

Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it