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16 Gennaio 2017

What is this shit?

Tempo di lettura: 3 minuti


In questi giorni di bordello peso, giorni in cui il nostro povero Marchionne è nell’occhio del ciclone, la Volkswagen se ne esce con una di quelle piazzate che mi fanno pensare al celebre, proverbiale, senso dell’umorismo teutonico.
Ma vediamo con calma.
Forse non c’ho capito molto ma pare che la FCA/Fiat-Chrysler a.k.a. Marchionne abbia fatto un gran casino con i dati delle emissioni inquinanti di qualche SUV.
L’accusa è partita dagli americani – hahahahahaha – quelli che girano con delle macchine da 100.000 di cilindrata.
Ma va benissimo.
Se il nostro marpionne ha fatto del casino con i dati delle emissioni di qualche SUV io ci posso anche credere.
Magari questa volta lo asportano.
Multa o non multa da 4,6 miliardi di non so cosa.
Il nostro eroe si è premurato di far sapere al mondo che quest’eventualità “lo disturba molto”.
E nel frattempo c’è già chi parla di giochetti fra l’amministrazione Obama in uscita e l’amministrazione Trump in entrata.
Boh.
Marchionne fa sapere che Fiat-Chrysler comunque “non è come Volkswagen”.
Io non lo so.
E di sicuro non crederò mai a Marchionne e/o alla Volkswagen.
L’unica cosa certa – per ora – è che la Volkswagen ha presentato al salone di Detroit un nuovo modello del caro vecchio pulmino hippie.
Questo coso sarà completamente elettrico, avrà quel dispositivo per la guida automatica ma soprattutto: uscirà nel 2020.
Quindi come dice il proverbio: it’s a long way to the top.
L’altra cosa certa è che quel coso non sembra neanche lontanamente il bellissimo pulmino hippie.
Sembra la Renault Espace da corsa di vent’anni fa.
Insomma, se posso dire la mia fa schifo.
Sembra fatto di Lego Technic.
Mi chiedo perché non si sono limitati a rifarlo identico esteriormente ma con tutte queste migliorie interne.
Sarò un sempliciotto io ma ci sono delle cose talmente – scusate l’aggettivo orrendo – “iconiche” che non necessitano di – scusate quest’altro obbrobrio – restyling.
Ci sono degli oggetti che sono oggettivamente eterni, almeno a livello di design.
Penso ad esempio alla bottiglia della Coca-Cola, alle All Star, alla Fender Stratocaster, alle Polo del sig. Fred Perry, alle Desert Boot della Clarks e appunto, al minivan da hippie marzone della VW.
Insomma, quelle cose di cui si dice “è un classico”.
Di nuovo, da sempliciotto, mi chiedo se una riedizione-copia-pari-pari-identica del vecchio VW da hippie possa vendere anche di più di questo coso qua nuovo, vista questa febbre del vintage che non cala mai.
Queste cose proprio non le capisco.
Sarò anche estremo io che mi ostino a suonare la Fender Jaguar, il più grande progetto ma anche il più grande fallimento della Fender di sempre, la chitarra più ingestibile della storia.
Ha almeno 3 tipi di suoni puliti, ha i puliti più belli del mondo ma fischia come una pazza quando vuole lei e appena la compri devi farle fare almeno 3 modifiche per tentare di arginare tutto ‘sto bordello.
Poi ok, la Fender aveva anche smesso di farla ma quando l’ha fatta tornare in produzione è tornata in produzione identica.
Quindi mi va anche bene se passo per una specie di pazzo estremista luddista del design.
Ma qualcuno è più pazzo di me.
Ho solo 30 anni e non ho mai visto un’epoca che sputa con così tanta convinzione sul concetto di classicità.
Sembra che ci si diverta solo se una roba fa schifo da subito, una rinuncia totale al concetto di classico.
Forse è tutto legato a quest’uso criminoso dell’aggettivo “vecchio”, non si lascia più a niente il tempo di invecchiare più o meno con decoro tranne forse al vino.
Ma vabbè, adesso ho già paura di svegliarmi domattina e scoprire che qualcuno si è inventato ‘sta cosa che sì, forse il vino è meglio se non invecchia.

video: Groovin’ (The Young Rascals, 1967)

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Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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