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da ufficio stampa Arcidiocesi di Ferrara

PRETE (don Marcello Vincenzi): Eccellenza, sono don Marcello, come rappresentate del clero e di tutte le 169 parrocchie di questa nostra Chiesa locale, la saluto all’inizio del suo servizio episcopale in mezzo a noi, la aspettiamo nelle nostre comunità parrocchiali per poterla incontrare, dialogare insieme, condividendo le gioie e le speranze dei più piccoli, dei giovani, della famiglie e degli anziani. Benvenuto tra noi!
PRETE GIOVANE (don Christian Piva): Eccellenza, sono don Christian, a nome dei preti giovani della nostra diocesi, desidero porgerLe i migliori auguri per un fecondo ministero episcopale, ci aiuti a rinnovare quotidianamente le promesse che abbiamo espresso il giorno della nostra ordinazione e a custodire il dono della fraternità sacerdotale come testimonianza di autenticità del nostro ministero.
RELIGIOSA (Suor Graziana Labanti): Carissimo Vescovo Gian Carlo, sono suor Graziana, suora della Carità di s. Giovanna Antida Thouret, insieme a tutte le religiose e alle persone consacrate della diocesi la saluto cordialmente. Condividiamo con lei, sin da ora il desiderio di camminare insieme, secondo la specificità di ogni carisma, per rendere sempre più bella questa nostra amata Chiesa particolare che è in Ferrara-Comacchio.
LAICO (Chiara Ferraresi): sono Chiara Ferraresi, attualmente presidente diocesana dell’Ac. Ho l’onore di esprimerle non solo a nome dell’Azione Cattolica, ma di tutte le associazioni e movimenti laicali presenti in diocesi e, in generale, di tutti i laici di ogni età impegnati nelle parrocchie e nei diversi ambienti, la nostra gioia e la nostra riconoscenza al Santo Padre per averla nominata nostro nuovo Pastore. Vorrei anche comunicarle, a nome di tutto il laicato, la nostra volontà e il nostro desiderio di collaborare gioiosamente con Lei e con i sacerdoti, nella diversità dei nostri doni, con spirito di fraternità e di servizio, per la crescita della nostra chiesa locale di Ferrara – Comacchio.
RAGAZZO (Francesco Benazzi): ciao Vescovo Gian Carlo, mi chiamo Francesco, frequento la II media e a nome di tutti i bambini e i ragazzi della nostra Diocesi ti do il benvenuto. Ti invitiamo fin d’ora nei luoghi dove siamo soliti trovarci perché tu possa aiutarci a crescere nell’amicizia con Gesù, in parrocchia, nei nostri gruppi, in oratorio, ai grest, assieme ai nostri sacerdoti, educatori e catechisti. Ti aspettiamo!
FAMIGLIA (fam. Uberti): Siamo Fazio, Cristina e i nostri quattro bambini. Eccellenza, rappresentiamo qui davanti a Lei le tante famiglie dell’arcidiocesi, viviamo con gioia l’essere “intima comunità di vita e di amore coniugale” e vogliamo continuare a testimoniare la letizia dell’amore e il carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio. Siamo certi che lei non mancherà di aiutarci e sostenerci. Benvenuto nella nostra grande famiglia diocesana.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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