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La bellezza oggi prende le sembianze del macaone (PapilioMachaon), una farfalla dalla livrea gialla con striature nere e tocchi di blu e arancione, presente su tutto il territorio italiano e fino a 2.000 metri. La sua apertura alare è di circa 8 cm, una tra le più ampie tra i lepidotteri della nostra fauna originale. Appartiene alla famiglia dei Papilionidi ed è possibile osservarla volteggiare sulle radure boschive, sebbene frequenti con maggiore assiduità parchi e giardini.
Una farfalla che, a causa della mancanza del “suo cibo” e anche dell’inquinamento, sta lentamente ma inesorabilmente abbandonando le città ma, come sempre, se l’uomo distrugge con la sua presenza ecosistemi sempre più fragili, può anche ricostruire. Infatti, il macaone è anche una delle specie più facili da allevare. Il suo bruco (o baco) si nutre di Apiaceae e quindi principalmente di finocchio e carota, ma anche la ruta è molto ricercata.
E allora perché non provare a riportarlo in città? Questa l’idea del Gruppo Economia di Ferrara (Gecofe) mutuata da Eugea (spin off dell’Università di Agraria di Bologna), un’idea che aiuta a ritornare alla bellezza, che è in sé un valore, e che ha inserito nel suo progetto di Moneta Complementare in sperimentazione da un anno e mezzo.
Si parte dal principio che la moneta da sola non basta o, meglio, non è la moneta che crea la comunità ed è invece dalla comunità che bisogna partire. Prima dunque è necessario “fare” la comunità e perché questo avvenga bisogna incontrarsi, condividere, parlarsi avvicinando le persone e quindi, a questo fine, anche riconquistare la bellezza dei luoghi e della natura è un modo di fare comunità.
Gli scambi e la moneta per poterli attuare, per soddisfare i bisogni, vengono dopo.
Il progetto è stato presentato all’Urban Center, un Ufficio del Comune di Ferrara che ha l’obiettivo di favorire un confronto tra i cittadini e i tecnici interni all’Amministrazione comunale, per presentare strategie e proposte condivise alla Giunta. L’Urban Center l’ha fatto proprio e questa mattina (sabato 22 aprile) si sono incontrati con i rappresentanti del Gecofe, del Gas Schiaccianoci, Pontegradella in Transizione, Comitato Zona Stadio e Gruppo Spontaneo di Via Boschetto, presente il responsabile dell’Ufficio Verde del Comune di Ferrara, Marco Lorenzetti, per visitare le prime aree che daranno il via al progetto ed avere l’avallo e il sostegno dell’Amministrazione Comunale.
Il progetto che partirà in via sperimentale per verificare l’impatto e la partecipazione delle comunità, richiede un piccolo spazio di terreno dove piantare ruta e finocchio selvatico per alimentare il bruco, e fiori come zinnia, cosmos o facelia per la futura farfalla. Il tutto può anche essere “impiantato” su un balcone per far nascere nelle città quanti più possibili “corridoi ecologici”, ovvero la strada per il ripopolamento delle specie a rischio. Quindi sarà importante innaffiare con costanza questo spazio che magari potrà essere opportunamente protetto da un piccolo recinto.
Poca fatica nell’attesa di grandi risultati e nella certezza di aver compiuto un piccolo gesto per la conservazione delle specie animali in pericolo per le generazioni future.
Eugea, nata come spin-off dell’Università di Bologna e composta da ricercatori del Gruppo di Ecologia applicata della facoltà di Agraria, ha voluto pronunciarsi in merito specificando che “l’iniziativa ha una forte valenza scientifica basandosi sui criteri dell’ecologia urbana”.
Che costi avrà la nostra oasi del macaone? Claudio Bertoni del Gecofe (ma anche agronomo) spiega che metterla su può costare dai 15 ai 30 euro ma quelli che daranno avvio al progetto si vedranno accreditati una somma equivalente in Moneta Complementare, da poter utilizzare all’interno del circuito sperimentale in pane, frutta o per servizi che fino ad ora sono stati messi a disposizione dagli aderenti (es: 1 ora di lavoro vale 10 Emme, un chilo di pane 4,5 Emme).
L’incontro, iniziato al parchino schiaccianoci nel quartiere Borgopunta, finisce nell’area compresa tra l’isola ecologica di Via Caretti e Via dei Morari, sulle panchine nate dalla creatività di un gruppo di giovani che hanno sistemato l’area intorno allo Skate Park e che oggi si chiama Boobs Brigade Skate Park, e dove sarà impiantata una delle prime aeree dedicate al Macaone. Ragazzi giovani e con voglia di impegnare al meglio giornate e creatività e quindi oltre che mettere su un’attività sportiva di tutto rispetto e unica a Ferrara si sono dati da fare per migliorare l’aspetto dell’area utilizzando, appunto, creatività e materiale “povero” e di riciclo (nell’attesa di ricevere le autorizzazioni all’allaccio di acqua ed energia elettrica… ma, come ci racconta Marco, uno degli istruttori, “non ci piace rimanere con le mani in mano”). E questo migliora il benessere collettivo e il farlo non ha richiesto che prima ci fosse della moneta, ovvero che venisse pagato da qualcuno. Un esempio di come questa dovrebbe nascere: prima c’è la comunità che individua dei valori comuni e poi l’operosità di questa comunità viene monetizzata. Se ci sono cose da fare non serve la moneta per realizzarle, si fanno e poi la moneta segue (citando – più o meno – l’economista John Maynard Keynes).

Alcune delle associazioni presenti all’incontro, e l’opera di riqualificazione della zona alle spalle del boobs brigade skate park

La realtà attuale ci dice altro, ovviamente, ma in tanti ci stiamo accorgendo che in fondo non è il sistema migliore e il macaone e la moneta complementare e i lavori come quelli dei ragazzi del Boobs Brigade Skate Park potrebbero essere le fiammelle per un nuovo inizio, o magari no e tutto procederà come prima. Ma l’importante è provarci.
Intanto la bellezza aiuta a vivere meglio e i suoi fondamentali sono già intorno a noi, basta rispettare le leggi della natura. Proprio come la moneta complementare Emme del Gecofe, la bellezza nasce senza debito e non deve essere restituita a nessuno. L’accredito che verrà concesso a coloro che si prenderanno l’onere di prendersi cura di questo piccolo progetto servirà proprio a lasciare questo messaggio. La Bce (Banca Centrale dell’Emme) creerà dal nulla un valore monetario che sarà interamente coperto dal benessere aggiunto che questi cittadini creeranno a loro volta per la comunità, per il perseguimento di uno dei valori fondanti la comunità degli aderenti al progetto: riportare la bellezza (e il Macaone) a Ferrara.
L’Emme nasce libera dai vincoli di bilancio, sorretta solo dal bisogno di bellezza e di fare comunità e come il Macaone che della bellezza gli è stato fatto dono dalla natura, non ha obblighi di restituzione ma solo di cooperazione, condivisione e partecipazione. La nostra operosità crea beni e servizi ed è l’unico limite alla corrispondente creazione di moneta.
L’accredito (pubblico) sostituisce il debito pubblico nella terminologia che diventa una rivoluzione nei suoi effetti pratici, diventa il credito dei cittadini nei confronti dello Stato (la comunità) che accredita moneta come misura dell’operosità delle persone. E più alta sarà la spesa della comunità (Stato) più alto sarà stata la partecipazione alla causa comune.
Un invito a fare una riflessione anche come Nazione.

Per maggiori informazioni sull’Ecologia urbana o sul macaone
http://www.eugea.it/2017/
http://www.scienze-naturali.it/ambiente-natura/zoologia/il-ciclo-vitale-del-macaone
Per le iniziative del GECOFE (Gruppo Economia di Ferrara)
www.gecofe.it

Le piante e i fiori per l’avvio dei primi 5 progetti saranno offerti dal Vivaio di Anna Zerbini di Via Ravenna 207 a cui vanno i ringraziamenti per il sostegno e la sensibilità dimostrata.

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Claudio Pisapia

Dipendente del Ministero Difesa e appassionato di macroeconomia e geopolitica, ha scritto due libri: “Pensieri Sparsi. L’economia dell’essere umano” e “L’altra faccia della moneta. Il debito che non fa paura”. Storico collaboratore del Gruppo Economia di Ferrara (www.gecofe.it) con il quale ha contribuito ad organizzare numerosi incontri con i cittadini sotto forma di conversazioni civili, spettacoli e mostre, si impegna nello studio e nella divulgazione di un’informazione libera dai vincoli del pregiudizio. Cura il blog personale www.claudiopisapia.info

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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