Ultimamente se ne sentono di tutti i colori e alcune delle cose che ascolto sono davvero inascoltabili.
Tira una brutta aria perché la pandemia continua, silenziosa, a farci sentire il suo terribile rumore; questo ha costretto quasi tutti i Paesi a cercare un rimedio terapeutico per evitare di farsi contagiare da questa musica orribile e inascoltabile.
Il rimedio adottato è il sax, perché pare che, suonato nel modo giusto da personale preparato, dia ottimi risultati per la prevenzione dei danni causati dalla musica orrenda. Ovviamente sarebbe molto meglio che il suono venisse accompagnato anche da quello di altri strumenti.
Ci sono però alcune frange di oppositori a questa strategia: i cosiddetti “no sax” che detestano il suo uso finalizzato a proteggere la salute della gente. Per quanto io stesso non sia uno che si fida e si affida facilmente, faccio fatica a capire alcune motivazioni dei cosiddetti “no sax”.
In maniera sintetica, elenco di seguito le 10 principali affermazioni critiche dei no sax e i miei 10 commenti.
Come premessa, va detto che, sia certe affermazioni che i miei commenti, provengono da personale non addetto ai lavori per cui entrambi lasciano il tempo che trovano. Io non sono un musicista ma credo e spero di aver imparato, negli anni, ad ascoltare un pochino; pertanto, nel mio piccolo, scrivo quello che penso in qualità di ascoltatore interessato.
Ecco il dialogo ipotetico.
LA BRUTTA MUSICA NON ESISTE
Esiste eccome, purtroppo… provate ad ascoltare certi testi indigesti o certe canzoni troppo sdolcinate e poi vedete se non vi viene il vomito o il diabete.
IL SAX NON È UNO STRUMENTO MUSICALE
Rispondo con una battuta: “Strumento musicale è chi strumento musicale fa”.
IL SAX NON È UNO STRUMENTO SICURO
Invece il sax ti regala “sicuramente” un timbro caldo, sicuro e avvolgente.
IL SAX È UNO STRUMENTO SPERIMENTALE
Innumerevoli musicisti che lo suonano tutti i giorni e 180 anni di storia non sono “sperimentazione”.
CHI ASCOLTA IL SAX DIVENTA STERILE
Al contrario, il sax è uno strumento dal suono sensuale e chi ascolta la musica di certi artisti, sa bene quanto questa possa creare l’atmosfera giusta per trascinare le persone in un vortice di emozioni.
CHI ASCOLTA IL SAX DIVENTA CONTAGIOSO
Certamente chi apprezza il suono del sax trasmette una carica passionale tale da “contagiare” i propri vicini.
IL SAX MODIFICA IL DNA DELLE PERSONE
Se cominci ad ascoltare John Coltrane, Sonny Rolling e Charlie Parker non puoi essere più lo stesso di prima: dentro ti cambia qualcosa… in meglio.
PIÙ SI ASCOLTA IL SAX, PIÙ IN GIRO C’È BRUTTA MUSICA
Questo non dipende dal sax ma dalla facilità con cui, al giorno d’oggi, si scambiano gli artigiani per artisti e dalla convinzione diffusa che chiunque possa essere in grado di fare musica.
CHI ASCOLTA IL SAX DIVENTA SAX DIPENDENTE
Non sarebbe una cattiva dipendenza ma non è così: ad esempio, io da giovane ho fatto il disk jockey in una fra le prime radio libere di Ferrara dove tenevo, un paio di volte la settimana in tarda serata, un programma di musica jazz e, si sa, il sax è lo strumento per eccellenza del jazz. Io, però, ascolto da sempre musica di diversi generi senza troppa puzza sotto il naso e posso testimoniare che non sono un sax dipendente ma sono diventato certamente dipendente dalla buona musica, indipendentemente da quali strumenti la suonino.
QUESTA DITTATURA SAXOFONISTICA È ANTICOSTITUZIONALE
È vero il contrario; infatti ognuno, a casa sua, è libero di ascoltare la sua musica ma se vuole frequentare luoghi pubblici bisogna che cambi musica e se proprio non vuole farlo, può sempre mettersi le cuffie oppure restare in casa. Il nostro Paese, infatti, tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività ed è per questo che non si può ascoltare musica pericolosa quando sei in luoghi pubblici: il rischio di distruggere il “sistema immusicario” dei vicini è alto.
Con questo mio testo ironico, non credo di aver convinto nessuno a cambiare idea e ad ascoltare il suono del “sax” o a farselo iniettare; non era mia intenzione… del resto non sono mica un saxologo!
Sostengo però, nel mio piccolo, che ascoltare il sax in un bel brano musicale è tutta un’altra musica e, molto spesso, ti può salvare la vita!
Mauro Presini
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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