Europa infelix: verso il secolo dell’umiliazione?
Europa infelix: verso il secolo dell’umiliazione?
L’ordine mondiale del XXI secolo non sarà quello della pax americana del XX. La pax romana, che piace tanto agli americani era quella in cui Roma vinceva le guerre così da dominare gli altri popoli, da cui la pax. Ma ora la Cina tesse (dal 2009) la sua tela con la via della seta per porre fine al dominio americano, mettendo in minoranza l’Occidente; a partire dall’ONU dove oggi non siedono più i 51 Stati che diedero vita ad Israele nel 1947 (33 voti a favore, 13 contrari e 10 astenuti), ma ben 193 Paesi, dei quali già 147 hanno riconosciuto la Palestina.
Mancavano solo gli Stati europei per isolare Stati Uniti e Israele: è puntualmente avvenuto il 12 settembre 2025 col voto all’ONU sul riconoscimento di “Due Popoli e Due Stati” che non coinvolga Hamas. Hanno infatti votato a favore 142 paesi (questa volta anche gli europei), 12 astenuti e 10 contrari, tra cui Israele, Stati Uniti, Argentina, Paraguay, Ungheria e altri piccoli come Micronesia, Palau, Nauru, Tonga, Papua Nuova Guinea. Come dire che Cina, Russia e Brics (questa volta anche con gli europei) hanno isolato Stati Uniti e Israele.
Un altro passo della strategia della Cina nel far vedere che la maggioranza del mondo la pensa altrimenti dal Washington consensus. Le democrazie “liberali” europee dovranno porsi il problema di cosa fare se procede la violenza di Israele e Stati Uniti e quando l’autocratica Cina proporrà di integrare in modo democratico gli attuali 5 oligarchi ONU vincitori della 2^ guerra mondiale (Cina, Russia, USA, Inghilterra, Francia), che hanno potere di veto. La partecipazione al governo ONU di altri Paesi immagino sarà in base alla popolazione (dove i BRICS sono maggioritari); oppure il ricco Occidente proporrà come principio il Pil pro-capite o qualche titolo nobiliare?
Un buon argomento per l’Europa per scegliere se continuare a stare nel quadrante sbagliato della storia (servendo gli Stati Uniti) o ri-fondarsi in autonomia, basandosi sul dialogo con tutti i Paesi e Popoli del mondo. Dovrà poi decidere se smettere con la logica di una finta (nana) superpotenza e puntare su un mondo multipolare, sfruttando le differenze nei BRICS (per fortuna enormi, di religione, cultura, interessi…), per cui è improbabile che si passi da un’egemonia unipolare USA a quella della Cina, come fu nel XX secolo.
Ma questo vorrebbe dire avere un’élite UE lungimirante e non minus habens. Vedi l’Alta rappresentante della politica estera UE, Kaja Kallas (dall’Estonia, 1,3 milioni di abitanti), dente avvelenato con la Russia (per vicende che riguardano i suo nonni), che dichiara dopo la parata della Cina (che ha 1,4 miliardi di abitanti) alla commemorazione dell’80° anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale, la “falsa narrativa per cui Russia e Cina sarebbero vincitori della 2^ guerra mondiale… è una novità”.
Pure molti media mainstream occidentali si sono lamentati che nella conferenza SCO tenuta dalla Cina, Xi Jinping abbia omesso di dire che la vittoria dei cinesi sui giapponesi nella seconda guerra mondiale è avvenuta anche per merito degli Stati Uniti. Nel comunicato ufficiale della Parata militare si dice infatti: “Nel 1945, dopo 14 anni di resistenza, la Cina raggiunse la vittoria al prezzo tremendo di 35 milioni di morti militari e civili, 1/3 di tutte le vittime nella 2^ guerra mondiale”.
Federico Rampini dice che “riscrivere la storia è una costante dei regimi autoritari”, anche se ammette che la guerra Pechino l’aveva iniziata già nel 1931 contro il militarismo del Giappone che aveva invaso la Manciuria e che i cinesi erano entrati in guerra già allora contro i giapponesi.
È però vero che i cinesi nel 1945 non stavano vincendo la guerra, nè si sa se l’avrebbero vinta senza gli Stati Uniti che sganciarono le bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki, pur sapendo che la guerra era vinta, per mandare un messaggio all’URSS. Ma è indubbio che se Russia e Cina fanno parte del Consiglio di sicurezza ONU (con USA, UK e Francia) è perché contribuirono alla vittoria sul nazi-fascismo (e con la maggioranza dei morti).
La frase dalla rappresentante UE Kallas è quindi una falsificazione della storia e un insulto diplomatico senza precedenti a Cina, Russia (e a quel Resto del mondo che li segue) che evidenzia la china drammatica della UE che lavora, anziché per un dialogo con tutti, per uno scontro di civiltà (noi democrazie siamo il Bene, loro autocrazie il Male). Così si spiega l’idea demenziale di vincere la guerra contro la Russia (facendo combattere gli ucraini però), senza capire che possiamo solo perdere e che solo un negoziato potrà porre fine alla guerra.
Oppure si dica esplicitamente che vogliamo fare la guerra nucleare. Anche le parole del nostro Presidente della Repubblica sono discutibili: “la UE non ha mai fatto guerre”. Non essendo un soggetto statuale non può dichiarare alcuna guerra, ma i suoi Stati sono quelli che ne hanno fatte di più, non solo nell’800 e ‘900, ma anche negli ultimi 30 anni: (Yugoslavia 1999, Iran 2003, Libia 2011 , e con la Nato, in molti altri paesi). A proposito di come si riscrive la storia.
Nei manuali di storia italiani delle scuole superiori (in media 2mila facciate) non c’é una pagina che racconti come gli inglesi hanno assoggettato la Cina nella prima guerra dell’oppio (1842), costringendo la dinastia Qing a firmare un trattato che condannava la Cina a più di 100 anni di oppressione straniera e di controllo coloniale sulla politica commerciale.
La Cina fu obbligata ad importare tutto dagli inglesi. Il primo di quelli che gli storici hanno chiamato “trattati ineguali“, in cui le potenze di allora (europee) imposero condizioni unilaterali per cercare di ridurre il loro enorme deficit commerciale. Una storia del tutto simile a quella dei dazi USA oggi imposti al Resto del mondo (UE inclusa) o a quella di Israele che vuole annientare un altro popolo per possedere altro territorio con la fattiva collaborazione degli Usa (e quella degli europei, voltati per non vedere).
Antonia Zimmermann su Politico Europe, facendo riferimento a quel secolo in cui la Cina declinò per imposizioni dell’imperialismo inglese (nei manuali di storia i cinesi lo scrivono), si chiede se non sia iniziato anche per l’Europa “il secolo dell’umiliazione”, vista la sottomissione UE nei recenti accordi con Trump e la decisione UE di non imporre dazi e tasse ai big tech statunitensi.
Ormai tutti parlano di “sottomissione, netta sconfitta, capitolazione ideologica e morale” della UE, mentre von der Leyen ha dichiarato il “più grande accordo di sempre” tra USA e UE, favorito dal pragmatismo di Germania e Italia e che il Financial Times ha definito opportunismo. Un problema gigante per la UE al punto che c’è chi sospetta che si voglia andare in guerra contro la Russia per non perdere la faccia.
L’Europa sta perdendo con la sudditanza agli Stati Uniti, quel ruolo di “ponte” che aveva avuto in passato tra Est e Ovest e tra Nord e Sud, anche con le politiche di Green Deal dove è stata leader mondiale con le varie COP, convincendo anche la Cina. Con le omissioni su Gaza dimostra che il Diritto Internazionale vale solo quando le fa comodo, una perdita di valori che già era palese ma ora è acclarata di fronte a tutto il mondo e ai suoi cittadini.
In questo contesto la UE potrebbe scommettere nel diventare uno dei leader mondiali del Dialogo, della Prosperità, della Libertà e Giustizia per tutti i popoli, che è poi la missione spirituale della vera Europa, delle sue radici cristiane, che, come tali, suggeriscono di dialogare anche con la Russia (cristiana ortodossa), anche se ha infranto il diritto internazionale, come noi del resto (e molte più volte), anziché seguire gli americani nell’idiozia di farci nemici di tutto il resto del mondo, che ora è grande maggioranza.
Capendo che un conto sono i Governi un conto i popoli e che Putin prima o poi scomparirà. Solo questa visione di realtà può indurci alla pace, al dialogo e a quella diplomazia (altro che armi) gettata via colpendo prima di tutto i propri cittadini.
Chi ha avuto non poche responsabilità nella costruzione di questa UE (Draghi, Monti ed altri) ripropone la vecchia ricetta di Stati che rinunciano a pezzi di sovranità per una nuova UE in cui si decida a maggioranza e non all’unanimità, nella difesa comune e nelle tecnologie. Ma ciò significa fermare l’allargamento a Est, come invece vorrebbero gli americani.
Come disse Einstein, “non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo”. Innanzitutto se si fosse onesti si farebbe una retrospettiva per capire dove si è sbagliato e che l’allargamento del 2004 è stato uno di questi. Prima c’è la Politica e l’Unità, poi il Mercato e la Moneta.
Merz (quello che “Netanyhau sta facendo il lavoro sporco per noi”) avvisa i tedeschi che tra 10 anni il welfare attuale non sarà più sostenibile. Nel 1960 era il 10% del PIL, oggi viaggia attorno al 25%. Il futuro, per lui, è una UE più armata, più tecnologica e più disuguale e con meno welfare. Una UE da incubo.
Zimmermann si chiede se siamo ancora in tempo per evitare un secolo dell’umiliazione. La soluzione è un’altra UE non succube e periferica agli Stati Uniti, o proseguire a piccoli passi con gli investimenti comuni UE (suggeriti dai rapporti Draghi e Letta) che si traducono però nei fatti con riarmi nazionali funzionali al vassallaggio agli USA.
Il futuro degli europei è piuttosto prendere atto che il nostro vecchio imperatore USA è in declino e può solo succhiare il nostro sangue a suo favore. Il futuro mondiale è multipolare e gli europei possono avere un futuro di nuovo prospero se diventano “ponte” con tutti (Brics inclusi) e se ritorna la pace in Europa, negoziando con la Russia, creando quell’”Euroasia a due polmoni” di cui parlavano sia Papa Wojtyla, sia Papa Francesco costruendo un polo futuro alternativo a Cina e Usa.
“Spiazziamoli” disse Abantantuono nel film Nirvana di Salvatores. Come? Con Stati federati, come fa la Svizzera da 700 anni, con una piccola difesa e tanti amici. Autonomi dagli Usa, in dialogo con tutti (anche non UE), abbassando i prezzi esorbitanti dell’energia comprata dagli Usa (trappola per le nostre imprese), utilizzando i risparmi per investire nelle nostre aziende, usando le risorse non per un riarmo ma per rafforzare il Welfare, quei diritti sostanziali (salario minimo, welfare, sanità, pensioni, aiuti ai deboli, tassando le eredità dei ricchi), nell’interesse di tutti e non solo dei ceti forti.
Stati che investono sulle nostre imprese e non su quelle degli altri. Se la politica statalista della Cina ha mostrato come si può usare il capitalismo a favore di una prosperità diffusa, a maggior ragione lo possono fare Stati europei che si dichiarano democratici, ma che invece hanno abbandonato da decenni il ruolo dello Stato per ubbidire agli americani, che vendono 500 Boeing made in Usa ai cinesi, nonostante la UE abbia l’Airbus che vola meglio (ma che non possiamo vendere ai cinesi).
Solo un progetto alternativo, fondato sulla realtà e non sugli spettri dell’élite UE, fatto di dialogo con tutti, di pace e più umano può far decollare i paesi europei. Viceversa, si avvicina il secolo dell’umiliazione.
Cover: Europa (figlia di Agenore) rapita da Zeus in forma di toro – Cratere a calice da Paestum
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