Condominio Italia
Condominio Italia
Si è finalmente concluso l’iter per l’approvazione della Legge di Bilancio per l’anno 2026. Nel corso del dibattito sono emerse anche proposte bizzarre, poi prontamente ritirate.
Una di queste riguardava i condomìni e prevedeva, in buona sostanza, che qualora ci fossero dei condòmini in ritardo con il versamento delle quote sarebbero stati gli altri, quelli che hanno sempre pagato regolarmente, a farsi carico di pagare i fornitori. La norma è stata ritirata a furor di popolo, com’era facilmente prevedibile. Ma davvero era così inaccettabile? Intendiamoci, che fosse una proposta iniqua e cervellotica è assolutamente indubbio: eppure è coerente con una logica che tolleriamo serenamente da anni.
Da giovane, andando in campeggio con gli amici, ho imparato a capire il concetto di patrimonio comune, e le sue possibili implicazioni. All’inizio della vacanza ci tassavamo, versando dei soldi per costituire un fondo da cui attingere per fare la spesa, rinnovandolo ogni qualvolta stava per esaurirsi. Il meccanismo funzionava bene, ma aveva un difetto: era interamente basato sulla fiducia e sulla correttezza reciproche. Se per caso uno dei campeggiatori decideva di attingere dal fondo per comprarsi le sigarette o farsi un aperitivo, ecco che l’intera comunità veniva danneggiata da quel comportamento: quelle spese venivano pagate da tutti, anche da chi non fumava e non beveva, dal momento che rendevano necessario rimpinguare il fondo prima del tempo. Questo generava inevitabili discussioni tra i cosiddetti “furbetti” e le persone che dovevano farsi carico dei loro comportamenti scorretti.
Ma cosa succede quando le stesse dinamiche si generano su una scala maggiore, ben più grande di un gruppo di ragazzi o di un condominio? Quello che troviamo intollerabile se possiamo toccarlo con mano diventa accettabile, e per certi versi anche giustificabile, se avviene a livelli più alti.
L’Italia è uno dei paesi maggiormente falcidiati dall’evasione fiscale, il cui meccanismo non è dissimile da quello del condominio: se qualcuno non versa i soldi necessari per far funzionare lo Stato, saranno i contribuenti corretti a farsi carico di ciò che manca. Esattamente la stessa logica che pare inaccettabile per i palazzi in cui viviamo. Eppure non reagiamo allo stesso modo. Perché? Perché consideriamo normale, anzi persino comprensibile, il comportamento di chi sottrae alla collettività oltre 100 miliardi l’anno, ma non possiamo tollerare chi fa mancare al consuntivo condominiale qualche centinaio di euro?
A volte ci comportiamo in modo strano. Potrebbe valere il vecchio detto : “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” (o dal portafogli). La realtà è che viviamo in un paese in cui il furbetto non viene visto come un parassita, ma in qualche modo come un modello da imitare. Un paese nel quale le leggi, le norme comportamentali valgono: ma “fino a un certo punto”.
E allora forse tolleriamo gli evasori, grandi o piccoli, perché vorremmo poter fare quello che fanno loro, perché c’illudiamo che il loro comportamento non ci danneggi direttamente, che a subirne le conseguenze saranno altri. Ma che nessuno si azzardi a non pagare l’acqua condominiale, perché allora diventiamo delle furie.
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