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Pressenza – Redação São Paulo
News from the Pressenza bureau in Sao Paulo, Brazil
(pubblicato il 03.01.23)
Luiz Inácio Lula da Silva ha revocato più di dieci decreti firmati durante il governo di Bolsonaro, in uno dei suoi primi atti dopo il giuramento come nuovo presidente brasiliano.
Lula ha stabilito che il Controllore Generale dell’Unione (CGU) dovrà rivalutare entro 30 giorni la segretezza imposta per 100 anni su documenti e informazioni della Pubblica Amministrazione, decisione presa dal precedente esecutivo.
Ha inoltre ristabilito il Fondo Amazzonico, ha decretato la lotta alla deforestazione e ha abrogato un provvedimento sulle miniere illegali. Ha inoltre sospeso il rilascio di nuovi permessi di porto d’armi e l’autorizzazione di nuovi club di tiro.
Il presidente ha firmato diverse misure provvisorie, una delle quali garantisce il pagamento di 600 reales (110 dollari) alle famiglie iscritte all’attuale programma Auxilio Brasil, ora ribattezzato Bolsa Familia; un’altra misura estende le esenzioni fiscali sul carburante e una terza ristruttura il governo aumentando il numero dei ministeri.
Inoltre, Lula ha ordinato ai suoi ministri di presentare proposte per eliminare dal progetto di privatizzazione aziende pubbliche come la compagnia petrolifera Petrobras e il servizio postale Correios.
Il presidente ha nominato i 37 ministri del nuovo governo, che si sono insediati immediatamente, con lo slogan “Unione e ricostruzione”.
Lula ha guidato una cerimonia in cui i 37 membri del suo gabinetto hanno giurato collettivamente. Questo lunedì sono entrati in carica nel primo giorno effettivo del nuovo governo.
L’uomo forte dell’economia è Fernando Haddad, Ministro delle Finanze, mentre alla guida del Ministero degli Affari Esteri troviamo Mauro Vieira, un diplomatico di carriera che è già stato Ministro degli Esteri tra il 2014 e il 2016 nell’amministrazione della Presidente Dilma Rousseff.
Il gabinetto di Lula comprende undici donne e leader politici di nove partiti di un ampio spettro, che va dalla sinistra alla destra più moderata.
Tra le donne, una delle maggiori novità è costituita da Sonia Guajajara, rappresentante dei popoli indigeni, che ha assunto il Ministero dei Popoli Indigeni, che finora non esisteva e che Lula si era impegnato a creare durante la campagna elettorale.
Dopo aver insediato i suoi nuovi ministri, Lula ha posato con tutto il suo gabinetto per la prima foto ufficiale del suo terzo governo, essendo già stato al potere per due mandati consecutivi, tra il 2003 e il 2010.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo
Cover: Luiz Inácio Lula da Silva appena insediato presidente del Brasile per la terza volta (Foto di Prensa Latina)
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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Francesco Monini
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