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Venticinque anni fa il primo incontro. E’ il 31 marzo del 1990 e Marco Caselli Nirmal si trova con la sua macchina fotografica in mano davanti a Claudio Abbado. Gli spazi sono quelli del Teatro comunale di Ferrara, dotati della nuova camera acustica per l’attesissimo concerto con Abbado alla guida dei Berliner Philharmoniker.

E’ un’intesa immediata, una folgorazione. L’occasione e l’emozione li racconta lui, fotografo teatrale che ha immortalato tanti artisti e momenti-chiave della storia della musica e dello spettacolo contemporanei. E che, dopo quel incontro lì, diventa il fotografo ufficiale del maestro Abbado.

Ora Marco Caselli Nirmal torna protagonista accanto al maestro nella mostra “Claudio Abbado-Fare musica insieme” che si inaugura sabato 28 marzo, ore 19.30, all’Opera Firenze.

Più della metà delle immagini esposte vengono dall’archivio ferrarese di Marco, che le ha scattate nell’arco di ventitré anni, dal giorno del primo incontro con il grande direttore fino alla sua scomparsa. Sue sono 117 delle 200 immagini esposte lungo gli spazi del nuovo Auditorium, inaugurato proprio da Claudio Abbado con la nona sinfonia di Gustav Mahler. E’ il dicembre 2011 e Claudio ancora una volta è lì, al suo fianco, dietro all’obiettivo.

Ora, nella sede teatrale fiorentina, la possibilità di vedere il lungo racconto per immagini di una carriera artistica che ha segnato la storia della musica e di farlo attraverso lo sguardo dei molti fotografi che lo hanno incontrato. “Per ogni immagine, dove è stato possibile – spiega il curatore della mostra – è indicato il brano, l’opera eseguita in quel momento e in quella data, rintracciato tramite i programmi di sala, il ricordo e le indicazioni dei fotografi. Immagine dopo immagine, il percorso espositivo (organizzato in ordine cronologico) mostra l’intensa sintonia che il maestro aveva con i professori d’orchestra, le suggestive immagini di concerti eseguiti anche in luoghi non convenzionali come le fabbriche e palasport, il rapporto con attori e cantanti e con le tante orchestre da lui fondate. Ogni immagine racconta momenti di condivisione profonda e rende evidente quel ‘fare musica insieme’ che ha contraddistinto la carriera di Abbado”. Un modo di lavorare e di valorizzare i talenti reciproci che ora dà il titolo all’esposizione, che ancora una volta mette insieme cose e persone, aspetti diversi che uniti – come in un’orchestra che si allarga oltre quella degli strumenti musicali – fanno l’opera. Come racconta Marco, infatti, “architettura, musica e fotografi trovano qui un alto momento di fusione”.

La mostra è organizzata da Opera di Firenze-Maggio musicale fiorentino e Contrasto, che ne ha fatto un libro-catalogo, in collaborazione con la Fondazione Claudio Abbado. Gli oltre 200 scatti esposti occupano ogni spazio percorribile dal pubblico all’Opera di Firenze e portano la firma, oltre che di Caselli, di altri grandi fotografi come Gianni Berengo Gardin, Peter Fischli, Roberto Masotti, Ferdinando Scianna.

Claudio Abbado/Fare musica insieme” a cura di Alfredo Albertone. Fino al 28 giugno, ingresso libero durante gli spettacoli, piazza Vittorio Gui nel centro di Firenze, info allo 055 2779309.

[clic su un’immagine per ingrandirla e vedere tutta la galleria]

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Claudio Abbado fotografato da Marco Caselli Nirmal
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Il maestro a Ferrara nel 2011 dietro l’obiettivo di Marco Caselli Nirmal
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Claudio Abbado con la Mahler Chamber orchestra al Teatro comunale di Ferrara (foto di Marco Caselli Nirmal)
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Il maestro fotografato da Caselli Nirmal con la Mahler Chamber orchestra al Teatro comunale di Ferrara nel 2011
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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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