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Eugenio Montale nel centenario dalla pubblicazione di “Ossi di seppia” (1925-2025)
Il poeta dell’aridità luminosa

Eugenio Montale nel centenario dalla pubblicazione di “Ossi di seppia” (1925-2025). Il poeta dell’aridità luminosa  

Come è noto all’assegnazione del premio Nobel ai premiati viene richiesto di pronunciare un discorso di fronte all’Accademia di Svezia e, di fatto, al mondo intero per presentarsi a un pubblico più vasto di quello costituito dai propri lettori e provare a raccontare le ragioni che stanno alla base, per esempio, di una produzione letteraria  e di relative scelte estetiche.

Nell’anno della istituzione del premio, il 1901, il cerimoniale prevedeva solo un breve ringraziamento noto come discorso del banchetto, ma di tanto in tanto qualcuno dei premiati cominciò a tenere un vero e proprio discorso di accettazione come quello tenuto da Han Kang l’anno scorso e che ho in parte riportato raccontato in un precedente articolo (qui aggiungere il link quando esce l’articolo Han Kang).

Tra i discorsi pronunciati dal 1901 ad oggi Daniela Padoan nel suo Per amore del mondo (Bompiani, 2018) ha scelto e raccolto quei discorsi che privilegiavano “…un sentimento di responsabilità verso gli uomini: un amore del mondo che si declina in quel mostrarsi in pubblico che già i greci videro come proprietà della polis e che Hannah Arendt definì…l’attività più propriamente umana, che sancisce la comune appartenenza allo spazio politico, giacché “la sfera politica sorge direttamente dall’agire-insieme, dal condividere parole e azioni…”

Si capisce che includere o meno i poeti in questa selezione, sia risultato difficile, in quanto la poesia viene percepita come qualcosa di lontano dalla sfera politica, eppure sarebbe risultato naturale farlo per un poeta come Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981) che non è stato incluso nel volume.

Quest’anno ricorrono il centesimo anniversario della pubblicazione di Ossi di seppia, la prima raccolta del poeta, e il cinquantesimo anniversario dal conferimento del Premio Nobel.

Era il 15 giugno 1925 quando la casa editrice di Piero Gobetti pubblicava per la prima volta Ossi di seppia, raccolta che avrebbe rivoluzionato la poesia italiana.

In un’Italia ancora scossa dal primo dopoguerra e sull’orlo della dittatura fascista, Montale proponeva una lirica asciutta, disillusa, lontana dai toni enfatici del dannunzianesimo. I paesaggi delle Cinque Terre liguri, con quel mare aspro, le rocce bruciate dal sole e le terre vive strappate alla montagna scoscesa, diventavano lo scenario simbolico di una condizione umana segnata dall’inquietudine e dalla ricerca di senso.

Il giardino delle due palme, la casa di villeggiatura della famiglia Montale a Fegina, la Torre Aurora, il Mesco erano luoghi reali che diventano emblemi poetici. In Ossi di seppia, la natura non consola, ma rivela. È “arida”, “sorda”, “indifferente”, eppure, proprio per queste sue caratteristiche, autentica. Montale vi proietta la sua visione del mondo: un’esistenza priva di certezze, ma attraversata da improvvisi squarci di luce, da “miracoli” che non salvano, ma illuminano.

Cinquant’anni dopo, nel 1975, Montale riceve il Premio Nobel per la Letteratura “per la sua poesia distinta, che con grande sensibilità artistica ha interpretato i valori umani sotto il segno di una visione del mondo priva di illusioni”. È il coronamento di una carriera che ha attraversato il secolo, tra lirica, critica musicale, giornalismo e riflessione civile. Montale diventa così il terzo italiano a ricevere il Nobel per la poesia, dopo Carducci e Quasimodo.

A cento anni da Ossi di seppia la poesia di Montale continua a parlare al presente. La sua voce, scettica ma mai cinica, ci invita a guardare il mondo con lucidità e a cercare, anche nell’aridità, un senso possibile. In un’epoca di rumori e distrazioni, Montale ci ricorda il valore del silenzio, della parola misurata, della contemplazione.

Nel suo discorso di accettazione  del 12 Dicembre 1975 dal titolo È ancora possibile la poesia?

Montale, tra tante altre cose, dice : “Ho scritto poesie e per questo sono stato premiato, ma sono stato anche bibliotecario, traduttore, critico letterario e musicale e persino disoccupato per riconosciuta insufficienza di fedeltà a un regime che non potevo amare… In ogni modo io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà.

Ma non è il solo, essendo la poesia una produzione o una malattia assolutamente endemica e incurabile…[…]. Avevo pensato di dare al mio breve discorso questo titolo: potrà sopravvivere la poesia nell’universo delle comunicazioni di massa? È ciò che molti si chiedono, ma a ben riflettere la risposta non può essere che affermativa.

Se si intende per poesia la cosiddetta belletristica è chiaro che la produzione mondiale andrà crescendo a dismisura. chiaro che la produzione mondiale andrà crescendo a dismisura. Se invece ci limitiamo a quella che rifiuta con orrore il termine di produzione, quella che sorge quasi per miracolo e sembra imbalsamare tutta un’epoca e tutta una situazione linguistica e culturale, allora bisogna dire che non c’è morte possibile per la poesia”.

E ancora oggi dopo i 100 anni da Ossi di seppia risuona squillante l’attualità di questo … messaggio nella bottiglia:

“Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”

E dunque il grande messaggio politico di Montale è proprio questo: la sua poesia implicitamente continua a interrogarci su quello che siamo diventati e su quello che varrebbe la pena volere. Tutti. Per amore del mondo.

Cover: https://pixabay.com/it/images/search/free%20image/

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Giuseppe Ferrara

Giuseppe Ferrara – Nato a Napoli. Cresciuto a Potenza fino alla maturità Classica presso il Liceo-Ginnasio Q.O. Flacco. Laureato in Fisica all’Università di Salerno. Dal 1990 vive e lavora a Ferrara, dove collabora a CDS Cultura . Autore di cinque raccolte poetiche; è presente in diverse antologie. In rete è possibile trovare e leggere alcune sue poesie e commenti su altri poeti e autori. Tiene un blog “Il Post delle fragole”: https://thestrawberrypost.blogspot.com/

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