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da Fabio Conditi, Presidente dell’Associazione Moneta Positiva

Venerdì 4 novembre 2016, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati a Roma, si è svolto il convegno dal titolo “Banche e creazione di moneta”, nel quale sono stati invitati come relatori sia Antonino Galloni, che è di recente venuto a Ferrara a presentare il suo nuovo libro “Economia alcalina e moneta. Possiamo andare oltre il capitalismo?”, che Fabio Conditi, il Presidente dell’Associazione Moneta Positiva che ha organizzato nella Sala Estense, il 23 settembre 2016 ed insieme al Gruppo Cittadini Economia di Ferrara, l’incontro “Si possono creare soldi per i cittadini” che ha avuto un buon riscontro di pubblico.
Il tema è stato proprio quello di quest’ultimo spettacolo, l’analisi di come le banche creano la maggior parte del denaro che usiamo e di come lo Stato dovrebbe usare la sovranità monetaria che ha ancora, per immettere denaro nell’economia reale, in modo da risolvere i problemi legati alla crisi economica.

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Nino Galloni ha ripercorso la storia della moneta, per arrivare a dimostrare che in fondo da secoli non è cambiato nulla, partendo dalle “Lettere di cambio” dei Templari, alle “Note di Banco” degli orefici del 1300 e dalle banconote delle prime Banche Centrali, lo strumento monetario si è sempre evoluto per cercare di sganciarsi il più possibile dall’oro che costituiva il suo sottostante. Fino ad arrivare al 1971, quando fu dichiarata la fine del collegamento tra la moneta e l’oro, decretando l’inizio di una moneta completamente “fiat”, il cui valore era dato su base completamente fiduciaria. Ma la moneta fiduciaria può essere emessa da chiunque, nel dopoguerra il nostro paese ha utilizzato varie forme monetarie fiduciarie, le cambiali o gli assegni post-datati, che hanno permesso al paese di diventare la 5° potenza a livello mondiale. La moneta emessa dalle banche è sempre di tipo fiduciario, ma mentre la cambiale era garantita da chi la emette, la moneta elettronica bancaria è garantita da chi la riceve.

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Fabio Conditi ha fatto un intervento diviso in due parti, la prima per capire chi crea il denaro e come lo crea, la seconda per dimostrare che lo Stato ha ancora la sovranità monetaria e proporre soluzioni concrete e realizzabili per crearla ed utilizzarla per conto di tutti i cittadini.
Una delle sue proposte è stata quella di far coniare dallo Stato una moneta da 10 euro per la ricostruzione dopo il terremoto, con un quantitativo pari a 5 miliardi di euro, che non aumenta il debito pubblico e non comporta il pagamento di alcun interesse.
Complimenti comunque agli organizzatori che hanno portato questi temi così importanti e decisivi nelle stanze delle istituzioni ed hanno permesso un confronto veramente all’altezza degli importanti argomenti trattati.
Ecco il video integrale:

L’intervento di Fabio Conditi:

Mercoledì 9 novembre 2016 alla Sala della Musica di Ferrara, alle ore 20,45, il presidente dell’Associazione Moneta Positiva Fabio Conditi illustrerà questa esperienza e presenterà la proposta Moneta Positiva in modo dettagliato, dando la propria disponibilità a domande ed interventi da parte del pubblico.
L’ingresso è libero e gratuito.
http://monetapositiva.blogspot.it/

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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