Vite di carta /
Galeotto di una vita
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Vite di carta. Galeotto di una vita
Senza retorica, il progetto Galeotto fu il libro a cui ho lavorato per quasi vent’anni rappresenta il cuore della mia vita professionale al Liceo Ariosto. Sono stata e sono un’insegnante di Materie letterarie e il Galeotto occupa parte della mia identità.
Nel dire questo non parlo solo di me. Siamo al giorno che precede l’evento di giovedì 26 giugno: alle ventuno nel giardino del Liceo si terrà la terza edizione del Galeotto di sera che chiude un altro anno di vita del Progetto proponendo la presentazione di un libro e del suo autore.
La novità è che quest’anno gli autori siamo noi. E spiego questo noi.
Prima di tutto include l’ospite che arriva da Torino, dove dirige la Scuola Holden: Martino Gozzi. Studente indimenticato di questo Liceo, dove ha realizzato il numero 16 dei Quaderni del Liceo Classico Ariosto – Prima serie scambiando lettere dagli States con i compagni e con l’insegnante di italiano. Faceva l’anno di scuola all’estero e intanto osservava la vita in America e ne parlava alla sua classe. Warehouse, ‘magazzino’, è la parola che ha usato per definire gli USA.
In modo non dissimile li ha ritratti Francesco Costa, il vincitore del Premio Estense 2024, con il suo libro costruito come un puzzle, Frontiera.
Un bel po’ di anni dopo Martino Gozzi viene a festeggiare insieme a studenti e insegnanti almeno due altri traguardi: il suo quarto romanzo, Il libro della pioggia, bellissimo. Viene anche a condividere l’inizio della seconda serie dei Quaderni del Liceo Classico e il volume numero 1 titola Galeotto fu il libro al Liceo Ariosto. I primi vent’anni 2003-2023.
Il noi si completa con le curatrici, Maria Calabrese, Roberta Mori e io, e con Sara Hamado, una ex studentessa del Liceo nonché Galeotta appassionata anche dopo l’uscita da questa scuola e la brillante carriera universitaria. Tre docenti e una studentessa che hanno raccolto i contributi di altri insegnanti e ragazzi sulle loro esperienze dentro al Progetto, in tutto oltre una quarantina di testimonianze.
Martino non poteva mancare: è stato il primo autore invitato a dialogare con i ragazzi sul suo primo romanzo, Una volta mia, nell’anno scolastico 2003.2004.
Come libro per lui Galeotto, che lo aveva segnato nella sua vita di lettore, scelse La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata di Gabriel Garcia Márquez.
Domani sera possiamo immaginare che abbia scelto il nostro Quaderno come libro Galeotto.
Una decina di ragazzi del gruppo ci porranno domande e leggeranno passi dal libro. Mi pare di vedere l’erba dalla parte delle radici ma andiamo pure avanti. Per una volta dovrò rispondere anziché fare domande.
Spero che leggano alcune delle parole bellissime che ci hanno dedicato gli autori, negli anni. Facevamo percepire la forza della nostra lettura condivisa, il ruolo paritetico di lettori che esercitavamo in libertà e onestà intellettuale. Studenti e docenti.
Spero che colgano e facciano cogliere il senso che a posteriori abbiamo compreso, lavorando al Quaderno. Il senso di una navigazione dentro la letteratura di questi anni e dentro l’immaginario del tempo che viviamo, ma con l’orecchio teso verso il classico e con la voglia di restare in ascolto rispetto al passato.
Ora siamo al giorno successivo.
La malinconia che provo ogni volta quando un evento mi ha appagata mi dice che i ragazzi, bravissimi, hanno animato la conversazione con performance vivaci. Hanno appeso cartelloni esplicativi agli alberi. Sul mega video allestito accanto a noi scorrono testi e immagini a corredo della presentazione.
E hanno fatto domande, alternando in modo sapiente l’interlocutore. A Martino Gozzi molto è stato chiesto sul suo libro, sulla carriera e sulla vocazione alla scrittura. Hanno scavato nel merito delle regole di composizione e chiesto un suo parere.
A noi quattro a turno le domande hanno permesso di raccontare al numeroso pubblico con quale metodo abbiamo lavorato per incontrare gli scrittori, su quali libri, a volte anche scomodi, abbiamo diretto la nostra attenzione. A quali manifestazioni librarie abbiamo partecipato, permettendoci di ricordare le “audaci imprese” del volontariato a Mantova, o al Salone di Torino.
La malinconia che provo segnala tuttavia qualcosa di irrisolto, che mi frena al di qua del pieno appagamento. Non sono arrivate le domande che più mi aspettavo e con ciò imparo a occupare il posto dell’ospite che viene interpellato sul proprio libro. Comprendo a distanza di anni perché mai alcuni autori mentre guidavo verso la scuola dopo averli accolti alla stazione si dicessero in ansia. Saprò dare le risposte? Sono davvero così impegnative le domande dei ragazzi del Gruppo Galeotto?
Sono domande libere, che mettono in risalto le diverse prospettive della lettura. A volte, come è accaduto a me, sono spiazzanti. Pongono al centro del discorso un aspetto inatteso, oppure assegnano pesi diversi alle componenti tematiche e formali del testo in questione. Alla sua capacità di fare sintesi e di parlare del mondo.
Se il lettore è un lettore attivo, è questo che può succedere all’autore. Memento.
Nota bibliografica:
- Martino Gozzi, Il libro della pioggia, Bompiani, 2023
- Gabriel Garcia Márquez, La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata, Mondadori, 2005
- Roberta Barbieri, Maria Calabrese, Roberta Mori, Galeotto fu il libro al Liceo Ariosto. I primi vent’anni 2003-2023, I Quaderni del Liceo Ariosto – nuova serie, 1, Grafiche Nuova Tipografia – Corbola, 2025
Cover e foto sono dell’autrice e ritraggono momenti della serata del 26 giugno.
Per leggere gli altri articoli di Vite di carta la rubrica quindicinale di Roberta Barbieri clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autrice

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Roberta Barbieri
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
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