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Maestri trovando alla edizione 2025 del Premio Estense

Maestri trovando alla edizione 2025 del Premio Estense 

Mi è capitato più volte di richiamare alla mente Maestri cercando, il capitolo con cui comincia Diario in pubblico di Elio Vittorini. Si tratta di un testo scritto nel 1929, breve ma fondamentale per la netta posizione che Vittorini vi assume a favore di una letteratura che si apra alla dimensione sovranazionale, europea. A lezione negli anni ’70 Ezio Raimondi lo ha nominato più volte, mentre faceva conoscere a noi matricole di Lettere i saggi fondamentali dei formalisti russi e ci traduceva sul momento testi critici non ancora tradotti in italiano.

Cercare maestri a cui ispirarsi nel proprio lavoro letterario, questo era l’interesse di Vittorini, e sprovincializzare la nostra letteratura.

Sabato 27 settembre partecipo ai lavori delle giurie riunite del Premio Estense, quella tecnica e quella popolare. Siamo lì a discutere sui libri dei quattro finalisti della 61ª edizione e a proclamare dopo le opportune votazioni il suo vincitore.

I libri sono: Codice rosso di Milena Gabanelli e Simona Ravizza, Volga blues di Marzio G. Mian , Gaza. Odio e amore per Israele di Gad Lerner , Verranno di notte di Paolo Rumiz.

È una giornata a dir poco intensa. Ho in testa i quattro volumi letti durante l’estate, ci aggiungo i fatti che la cronaca internazionale accumula in quantità esponenziale. La cronaca si sta facendo storia giorno dopo giorno, storia di quella pesante per le nostre vite.

Ascolto gli interventi dei giurati tecnici, giornalisti di chiara fama, ascolto intervenire altri giurati “popolari” come me. A un certo punto dico la mia e per indicare il libro per cui voterò uso la stessa espressione di Giorgia Cardinaletti e con lei di tutti gli altri che hanno parlato: “il mio granello è a favore di…”.

Tutti quattro sono libri di grande impatto, è risultato davvero difficile scegliere il vincitore. Se si aggiunge Corrado Augias,  che oggi sarà insignito del premio Granzotto, sono sei le voci che sanno trasmetterci le parole per abitare il mondo con consapevolezza.

Parole indagate e poi fissate nei loro libri, in Codice rosso per spiegare gli esiti di un’inchiesta profonda e ampia sulla sanità in Italia, in Volga blues per raccontare attraverso un lungo reportage un popolo ancora misterioso come quello russo, nonostante la presenza dilagante della informazione sul conflitto con l’Ucraina, iniziato con l’aggressione russa di tre anni e mezzo fa.

In Gaza. Odio e amore per Israele le parole di chi conosce a fondo il dramma storico della Palestina e di Israele e lo ritrae con la più tormentata lucidità di sguardo. In Verranno di notte le parole poetiche di chi vive in una notte l’incubo dell’Europa invasa dalla barbarie e solo all’alba rinviene qualche segno di luce che può rivelarsi foriero di cambiamento.

Alle 18 deve cominciare la cerimonia della premiazione al Teatro Comunale, dalla mia poltroncina mi affaccio sul palco e ho lì sotto di me i finalisti in attesa, avvolti in una luce blu.

Quando la cerimonia ha inizio parlano uno alla volta, intervistati da Cesara Bonamici e da alcuni dei giornalisti in giuria e a quel punto tirano fuori l’anima dai loro libri.

Scattano gli applausi : Lerner ha una forza elettrica nel parlare, Gabanelli incarna l’esattezza che tanto piaceva a Calvino, e Ravizza con lei. Rumiz sembra parlare a tu per tu con ognuno di noi, dice cose della sua vita e cose sul presente del mondo con la stessa orizzontalità.

Mian si rivela timido, eppure scrive divinamente. Forse è l’emozione a offuscarlo, sa già di avere vinto.

Arrivano anche le asserzioni lucide di Corrado Augias, in collegamento da remoto ma con gli occhi che fissano la platea: la terza guerra mondiale è già in corso, “oggi non ci sono più dichiarazioni di guerra ufficiali, c’è uno stato permanente di attrito, manca la scintilla che la faccia deflagrare”.

Cosa penso di questa edizione del Premio, con che parole devo chiudere il quadernetto degli appunti. Con due parole, quelle con cui ho risposto a Giancarlo Mazzuca nel pomeriggio, quando ho avuto l’occasione di dirgli a caldo come per me stava andando la giornata: “Maestri trovando” e intanto strizzavo l’occhio a Vittorini.

Nota bibliografica:

  • Milena Gabanelli, Simona Ravizza, Codice rosso, Fuoriscena, 2024
  • Marzio G.Mian, Volga blues, Feltrinelli, 2024
  • Gad Lerner, Gaza. Odio e amore per Israele, Feltrinelli, 2024
  • Paolo Rumiz, Verranno di notte, Feltrinelli, 2024

Cover: foto scattata dall’autrice ai finalisti in attesa della premiazione sul palco del Teatro Comunale

Per leggere gli altri articoli di Vite di carta la rubrica quindicinale di Roberta Barbieri clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autrice

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Roberta Barbieri

Dopo la laurea in Lettere e la specializzazione in Filologia Moderna all’Università di Bologna ha insegnato nel suo liceo, l’Ariosto di Ferrara, per oltre trent’anni. Con passione e per la passione verso la letteratura e la lettura. Le ha concepite come strumento per condividere l’Immaginario con gli studenti e con i colleghi, come modo di fare scuola. E ora? Ora prova anche a scrivere

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