Skip to main content

Mister o Gaffer?

Da più di un secolo in Italia abbiamo l’abitudine di chiamare gli allenatori di calcio con l’appellativo mister: i primi a farlo furono i giocatori del Genoa per riferirsi all’inglese William Garbutt, sotto la cui guida vinsero tre campionati (1915, 1923, 1924). Ebbene, i connazionali di Garbutt non utilizzano tale parola in ambito calcistico, bensì le più note “manager” o “coach”, le quali vengono tutt’oggi pronunciate dalla gran parte degli addetti ai lavori della Premier League e non solo. Tuttavia, alcuni giocatori o giornalisti britannici si riferiscono agli allenatori con un’espressione tipica della working class, le cui origini risalgono addirittura al XVI secolo.

Stiamo parlando del cosiddetto gaffer, cioè colui che secondo i dizionari inglesi è alla guida di un gruppo di persone: può essere quindi un caporeparto, un capocantiere, un caposquadra o, per l’appunto, un allenatore. Di conseguenza, a meno che non si tratti di una microimpresa, il gaffer non è il proprietario dell’azienda per cui lavora.

C’è chi sostiene che tale parola sia una storpiatura di godfather e chi, invece, ritiene che derivi dall’espressione “good fellow”; sta di fatto che già nel XVI secolo era usata per descrivere l’uomo più vecchio, e quindi apparentemente più saggio, di una famiglia o di un gruppo di lavoro. All’epoca fu coniato anche il corrispettivo femminile di gaffer, ossia gammer, utilizzato perlopiù in ambito familiare. Seppur ridimensionata nell’utilizzo, la parola “gaffer” è arrivata fino ai giorni nostri, tant’è che nelle prime pagine de Il Signore degli Anelli si parla addirittura di un certo Gaffiere [Qui].

Sin dagli anni ’70 il gaffer è associato al concetto – oggi abbondantemente superato – di “manager all’inglese”, cioè l’allenatore che svolge anche il ruolo di direttore sportivo e/o di talent scout. In questa categoria rientravano senza dubbio Alex Ferguson e Arsène Wenger, i quali continuano a essere chiamati con l’appellativo gaffer dai loro ex giocatori e dai giornalisti: ciò avviene un po’ per abitudine, un po’ per la riverenza che porta con sé tale espressione.
Un altro allenatore non più giovanissimo, nonché attualmente sulla panchina dell’Huddersfield Town, ha intitolato il suo libro The Gaffer: The Trials and Tribulations of a Football Manager: si tratta del 74enne Neil Warnock, che forse ricorderete per il suo atteggiamento alla Liam Gallagher [Qui] e le sue dichiarazioni a favore di Brexit.

tag:

Paolo Moneti

Sono un pendolare incallito a cui piacciono un sacco le lingue straniere e i dialetti italiani. Tra un viaggio e l’altro passo il mio tempo a insegnare, a scrivere articoli e a parlare davanti a un microfono. Attualmente collaboro con Eleven Sports, Accordi & Spartiti, Periscopio e Web Radio Giardino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it