Se leggendo il titolo di quest’articolo vi è tornata in mente quell’assurda e infondata teoria del complotto di qualche anno fa, non preoccupatevi: il pizzagate in questione, infatti, è avvenuto nel post-partita di un accesissimo Manchester United-Arsenal, giocatosi il 24 ottobre 2004 e conclusosi sul 2-0 in favore dell’undici di Ferguson.
Diamo un po’ di contesto: l’Arsenal degli Invincibles non perdeva addirittura da 49 partite – record tutt’oggi ineguagliato in Inghilterra – e arrivò a quella partita con ben 11 punti di vantaggio sullo United, che all’epoca stava vivendo un periodo di transizione. Difatti, mentre la famiglia Glazer si apprestava a diventare l’azionista di maggioranza del club, lo stesso Ferguson era alle prese con il ricambio generazionale della sua squadra. Aggiungete a tutto ciò il fatto che tra le due formazioni non correva buon sangue, specialmente dopo la cosiddetta Battle of Old Trafford della stagione precedente [Qui].
Ebbene, di momenti concitati ce ne furono a sufficienza: dai durissimi interventi dei difensori dello United al discusso fallo da rigore di Sol Campbell, passando per i battibecchi tra le due panchine. Se volete dare un’occhiata, qui c’è il riassunto della partita. Come se non bastasse, al triplice fischio ci fu un accenno di rissa nel tunnel che porta agli spogliatoi, e in mezzo al parapiglia qualcuno lanciò in aria una fetta di pizza. Le domande sorgono spontanee: come mai c’era del cibo in quel tunnel? E chi ebbe l’idea di tirarlo in aria? Le risposte le dà Alex Ferguson, ossia colui che fu colpito in piena faccia da quella pizza.
“The next thing I knew I had pizza all over me. We put food into the away dressing room after every game. Pizza, chicken: most clubs do it. Arsenal’s food was the best. They say it was Cesc Fàbregas who threw the pizza at me, but, to this day, I have no idea who the culprit was.”
Sì, il colpevole fu l’allora 17enne Cesc Fàbregas: lo ha confessato lui stesso qualche anno fa, e precisamente in questa puntata del quiz televisivo A League of Their Own. C’è addirittura chi sostiene che il portiere dell’Arsenal Jens Lehmann spruzzò dell’acqua addosso a Ferguson, il quale fu comunque costretto a sostenere l’intervista post-gara in tuta, anziché col solito completo. Stando alle parole dei protagonisti, quella partita rappresentò il picco della rivalità Arsenal-United e incrinò il rapporto tra i due allenatori, ricucitosi soltanto nel maggio del 2009 in occasione della semifinale di Champions League.
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
Periscopio è proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Oggi Periscopio ha oltre 300.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.
Francesco Monini
direttore responsabile
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
QUOTIDIANO INDIPENDENTE l'informazione verticale
Lascia un commento