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Essere tra gli spettatori di questo premio internazionale non ha prezzo. E’ un privilegio, quello di poter osservare il palcoscenico di uno dei premi di danza più prestigiosi al mondo, fondato al teatro Bolshoi di Mosca il 29 aprile 1992 dall’International Dance Association, oggi International Dance Union: il Premio Benois de la Danse. Presidente e direttore artistico, nonché presidente della giuria, il coreografo pietroburghese Yuri Grigorovich, oggi novantenne, ma sempre energico ed entusiasta.

Giuria
Giuria

Membri della giuria, oltre a Grigorovich, Marie-Agnès Gillot, Étoile dell’Opera di Parigi, José Carlos Martínez Garcia, direttore artistico della Compañía Nacional de Danza de España, Johannes Öhman,  direttore artistico del Royal Swedish Ballet, Xiao Suhua, coreografo e professore alla Beijing Dance Academy, Elisabetta Terabust, star del balletto italiano e direttrice onoraria del Teatro dell’Opera di Roma, Yury Fateyev, direttore del corpo di ballo del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo e Linda Shelton, direttrice del Joyce Theater Foundation di New York.

Rebecca Bianchi
Rebecca Bianchi

Grandi nomi per un trionfo di tecnica, di emozioni, di bravura, di musica, di applausi. Di gioia perfetta, in uno scenario con pochi rivali al mondo. Quest’anno il premio è stato consegnato il 17 maggio al Teatro Bolshoi di Mosca. Posso dire, io c’ero. Emozioni indescrivibili per un gala unico. All’edizione hanno concorso, fra i 6 ballerini, gli 8 coreografi e i 2 scenografi, anche 3 italiani (nomination comunicate lo scorso 7 aprile): Mauro Bigonzetti, nuovo direttore del corpo di ballo del Teatro alla Scala, Rebecca Bianchi, del Balletto dell’Opera di Roma e Alessandro Riga, del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nessuna statuetta per l’Italia, purtroppo, anche se i primi ballerini de La Scala di Milano e del Teatro dell’Opera di Roma hanno stregato il pubblico. Le statuette ai migliori coreografi sono andate a Yuri Possokhov (Teatro Bolshoi) e a Johan Inger (Teatro di Danza dei Paesi Bassi). Migliori ballerine Alicia Anatriain (Balletto di Stato di Stoccarda) e Hannah O’Neill (Balletto del Teatro dell’Opera di Parigi), Miglior ballerino Kim Kimin (Balletto del Teatro dell’Opera di Parigi), Migliore scenografo Ren Dongsheng (Accademia di Danza di Pechino). Un po’ Italia tuttavia: il Premio speciale Russia-Italia Benois-Mosca-Massine-Positano è stato consegnato alla prima ballerina del Bolshoi Ekaterina Krysanova. Da non dimenticare anche il premio a Edward Watson (primo ballerino dell’inglese Royal Ballet) e quello alla carriera a uno dei maggiori coreografi mondiali, John Neumeier.

John Neumeier
John Neumeier

Emozionante nell’esprimere il riconoscimento alla cultura della Russia e al ruolo che essa ricopre nella vita quotidiana di ogni cittadino di questo immenso paese. Indimenticabile e ben preparata la presentazione del suo incredibile percorso artistico, quello di un uomo che ha fatto la storia della coreografia.

Alla premiazione sono seguite varie performance dei vari candidati, tutte ugualmente emozionanti e di elevate tecnicità e perfezione. Brani da Carmen di Bizet (i passionali Emilia Gisladottir e Daan Vervoort della Compagnia nazionale di Danza spagnola), dall’Imperatore Yu Li di Dou Wei (i delicati Hu Yuting e Sun Ke dell’Accademia di danza di Pechino), da Cenerentola di Prokofiev (i favolosi Virna Toppi e Christian Fagetti del Teatro La Scala di Milano), da Giselle di Adam (i leggiadri Rebecca Bianchi e Claudio Cocino del Teatro dell’Opera di Roma), dal Pas de deux di Tchaikovsky (Emily Slawski e Dmitry Zagrebin del Teatro Reale di Svezia), da l’Arlesiana di Bizet (sempre Rebecca Bianchi del Teatro dell’Opera di Roma ma questa volta con Alessandro Riga, primo ballerino della Compagnia nazionale di Danza spagnola), dalla Terza Sinfonia di Mahler (i preferiti dalla critica Silvia Azzoni e Alexandre Riabko del balletto di Amburgo), da Sherazade di Rimsky-Korsakov (i perfetti Nadezhda Batoeva e Kimin Kim del Teatro Mariinsky) o da Romeo e Giulietta di Prokokiev (i magnifici ed eleganti Lauren Cuthbertson e Edward Watson del Royal Ballet di Londra). La seconda serata, quella del 18 maggio, tutta dedicata a Shakespeare, in occasione dei 400 anni dalla sua morte. Brani da La Tempesta, Macbeth, Romeo e Giulietta, Otello, Amleto, con i migliori interpreti. Un evento per tutti gli amanti del balletto, esperti e non. Da vedere, almeno una volta nella vita…

Benois 34 photo by M.Logvionv 17.5.16

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Fotografie di M.Logvionv, gentilmente fornite da Olga Kulikova, ufficio stampa del Premio Benois de la Danse, che ringraziamo.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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