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Questa è la storia a lieto fine di una piastrella. Una piastrella con mescolate dentro terra e acqua. L’idea di quest’opera ce l’ha avuta un genio come l’architetto Antoni Gaudì e poi è approdata a Ferrara, che del connubio di terra e di acqua ha fatto il segno distintivo del suo territorio. Qualche anno fa il progetto di un’arte al servizio del quotidiano si è materializzato in forma di mattonella esagonale, in occasione della mostra di Palazzo dei Diamanti dedicata al rinnovamento architettonico e sociale del movimento modernista catalano: ‘La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì’ (Ferrara 19 aprile–19 luglio 2015).

La sala di Palazzo dei Diamanti di Ferrara allestita con le piastrelle di Gaudì – Ferrara Arte, 2015

Nella prima grande sala di Palazzo dei Diamanti il visitatore si trovava a camminare su un pavimento inedito, un’intera stanza lastricata con le piastrelle ideate da Gaudì: ognuna a forma di esagono con dentro uno spicchio di conchiglia, un’alga tentacolare come una medusa e un paio di punte di stella marina.

Mattonelle ideate da Antoni Gaudi nel 1904

Solo accostando una piastrella all’altra, le immagini delle creature naturali prendevano la forma completa, come in un puzzle che, pezzo dopo pezzo, ne moltiplica la composizione potenzialmente all’infinito. La cosa sembrava finita lì. Un piccolo sogno arrivato da uno degli artisti che più hanno segnato un’epoca con un concetto di trasformazione del mondo, riplasmato nelle sue opere secondo una visione personale, sempre basata sulla naturalità delle forme e sulla genialità creativa della Natura. La bellezza di quel progetto sembrava conclusa insieme con l’allestimento della mostra, ma le piastrelle erano rimaste a Ferrara, custodite in tanti scatoloni, chiuse lì insieme con il loro messaggio di forza costruttiva basata sulla struttura di animali e piante.

Ora, a sorpresa, le piastrelle sono ricomparse. La settimana scorsa (venerdì 7 dicembre 2018) è stata presentata la fine dei lavori di Casa Niccolini, sede della futura biblioteca dei ragazzi che verrà aperta la prossima primavera nel cuore di Ferrara, in via Romiti 13, con possibilità d’ingresso anche dal giardino della Biblioteca Ariostea in via Scienze 17. E le belle mattonelle immaginate da Gaudì sono ricomparse, forgiate nel cemento e riportate alla loro funzione a pavimentare il pezzo di cortile di Casa Niccolini che si affaccia su via Romiti.

Pavimento del cortile di Casa Niccolini in via Romiti a Ferrara (foto Cronacacomune)

Un piccolo pezzo di arte pensato per migliorare la vita dei ragazzi che ci correranno sopra; piastrelle che – dopo oltre un secolo dalla loro ideazione – possono lanciare una scintilla di creatività nelle menti dei futuri frequentatori della biblioteca. Chi si troverà lì ad abbassare lo sguardo, potrà ritrovarsi in testa le immagini naturalistiche che raccontano l’armonia curvilinea e potente della natura: spirali di conchiglie, fluide meduse e stelle marine. Un sogno di trasformazione del mondo che esce dalla sede di un museo e prende vita in un luogo aperto a tutte le persone.

Per saperne di più sui lavori di riqualificazione di Casa Niccolini a Ferrara si può leggere anche il resoconto sul quotidiano online Cronacacomune del 7 dicembre 2018 [cliccare sul nome della testata per accedere al link]

Una canzone sul tema: ‘Stelle Marine‘ di Le luci della centrale elettrica che sarà in concerto al Teatro Comunale di Ferrara domenica 16 dicembre 2018.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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