Parole e figure / Senza nome, ma con tutto il resto
Ancora un nuovo libro di Davide Calì, illustrato da Lucia Carlini, ‘L’uomo che non aveva un nome’, edito da Kite. Un autore prolifico e illuminante, sempre attento al mondo.
Lui è un uomo che non ha nome, ma che ha tutto il resto.
Vive solo, su una piccola isola, intorno nessun altro, solo alberi e montagne, i suoi unici e veri amici. E, con essi, le nuvole bianche che sanno di panna montata, l’erba verde che illumina il cielo e si riflette nelle acque cristalline del mare.
E’ così solo che ha dato un nome a tutto ciò che c’è sull’isola. Fra gli alberi dalla folta chioma ci sono Andy Taylor e Piccolo Stanley, fra le montagne Miss Perkins e Jarvis. Fra gli animali l’alce Malmo o il coniglio Larsen e fra le pietre, Gerda, Charlotte e Walter.
Ogni mattina saluta i suoi amici, tutti i giorni sono uguali, pesca o dorme. Fino al giorno in cui, dall’altra parte del mare, arrivano molte persone. Saltellano qua e là e scattano fotografie, sembrano quei mille e fastidiosi invasori di luoghi ameni che scattano selfie in pose iconiche da mostrare al mondo lontano che li osserva.
Una barca da crociera con mille giostre e divertimenti fagocita l’amico senza nome come fosse un trofeo da mostrare a chi non ha mai visto vita tanto strana quanto rara.
Come si chiama? Gli chiede un insolito e curioso individuo. Forse Wilson? Non aveva mai pensato a un nome che gli sarebbe piaciuto avere, ma era felice di averne uno.
Quella settimana Wilson scopre la città. Centinaia di mani, fotografie, film, tv, canzoni, denaro, cereali, tante novità, tutte cose mai viste. E poi, molti nuovi amici, ma lo erano davvero? E i suoi amici sull’isola? All’improvviso la nostalgia di casa, e poi il ritorno: gli amici erano là, ancora là, fedeli non se ne erano mai andati.
Una storia toccante e poetica che esplora con delicatezza i temi della solitudine, dell’identità e del valore delle relazioni autentiche.
Perché poche cose, in fondo, bastano, soprattutto se ci sono tanti amici. Perché la verità preziosa è che tutto ciò che si cerca spesso lo si ha già. E non va cercato lontano.
Davide Calì, Lucia Carlini, L’uomo che non aveva un nome, Kite, Padova, 2025, 40 p.






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