Non è la ben nota frase della metropolitana di Londra che, dal 1969, avverte i passeggeri dello spazio fra la banchina e le porte del treno. Né quella usata alle stazioni di Toronto, Singapore o New York. È comunque una linea di attenzione da non oltrepassare.
Mind the gap. Che la storia abbia inizio (Kite Edizioni) è il titolo di un’originale raccolta di otto storie illustrate da Monica Barengo, scritte da otto autrici differenti: Chiara Argelli, Giulia Belloni Peressutti, Amanda Cley, Valentina Mai, Martina Manfrin, Paola Presciuttini, Paola Tasca, Germana Urbani. Voci squisitamente femminili.
Protagonista è la narrativa, si tratta di incipit che possono portare ogni lettore dove meglio crede. Ciascuno si proietti verso il suo percorso immaginario, parta e vada dunque dove vuole! Spazio alla fantasia, al coraggio di rincorrere il futuro che si vuole disegnare.
Abbiamo davanti una linea, un punto prima di attesa e di partenza poi, pur con un ammonimento a fare attenzione, sempre. Con tante immagini che si trasformano in parole e che danno vita a qualcosa di nuovo, a un finale aperto e immaginato.
I puntini di sospensione a chiusura di ogni incipit ci invitano a continuare la narrazione e q trovare noi il nostro finale. Un po’ come il la dato da un bravo Maestro. Tonalità e via. La partenza è la vera meta. Il primo passo del cammino.
Siamo dunque messi di fronte a racconti-assaggi pensati per i “più grandi” che parlano di incontri, partenze e addii, di amori puri e lontani nel tempo su cui fantasticare, di libri e nascondigli, di pensieri dei piccoli e di “malattie” dei grandi, di gabbie familiari e lente rinascite, di fughe e attese, di viaggi verso luoghi vicini e lontani. Di speranze, sogni, bisogno di avere radici. Sono racconti che danno la spinta a pensieri e riflessioni profonde, testi in continuo e quasi perpetuo movimento che nascono da illustrazioni raffinate, poetiche e romantiche, dal tratto sottile e delicato che, con i loro colori tenui, racchiudono quell’atmosfera delle melanconie autunnali.
Ci sono allora Moondellaluna dal viso tondo e luminoso (Chiara Argelli), i puri di cuore, Giulia Belloni), chi ruba i libri si nasconde e legge (Terra d’Ocra, Amanda Cley), gli adulti che non sono felici (Valentina Mai), Luisa che non sa fare niente (Inadatta alla vita, Martina Manfrin), il tempo che gocciola come un rubinetto rotto (Noi e l’attimo, Paola Presciuttini), Anna che, il 21 settembre 1933, scappa con una valigia sola (Prima che sia troppo tardi, Paola Tasca) o le isole che vanno e vengono (A precipizio, Germana Urbani).
Storie che non finiscono e che, molto probabilmente, non finiranno mai. Perché il progetto è speciale: recuperare quello che il racconto e la fiaba dovrebbero essere, una piccola porta aperta verso un altro mondo che, una volta aperta, dobbiamo percorrere noi.
Perché il segreto è cominciare e la fantasia e la voglia di andare lontani non hanno limiti.
Monica Barengo è nata a Torino nel 1990, ma è cresciuta in campagna dove da bambina trascorreva le sue giornate seduta sul davanzale della cameretta a leggere favole o coricata per terra con la pancia sul palchetto caldo a disegnare. Il disegno è sempre stato con lei, un gioco da bambina, uno sfogo da adolescente (ha frequentato il liceo artistico e lo IED di Torino) e oggi un lavoro da adulta. Attualmente lavora come illustratrice per albi illustrati, principalmente in Italia, Francia e Taiwan. Nel 2012 è selezionata alla mostra degli illustratori della fiera di Bologna e, nel 2013, vince il premio previsioni future indetto dall’associazione illustratori italiani. Nel 2022, le viene conferito il premio “New York Times/New York Public library Award 2022” per il miglior libro illustrato per bambini scritto in collaborazione con l’autore Davide Calì, Lo scrittore.
AA.VV, Mind the Gap / Che la storia abbia inizio, illustrazioni di Monica Barengo / Kite Edizioni, 2022
Immagini, cortesia Monica Barengo / Kite Edizioni
Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.
Simonetta Sandri
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
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Francesco Monini
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Un libro prezioso presentato con la consueta delicata autorevolezza