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“Nessuna razza può prosperare fintanto che non impara che c’è altrettanta dignità nel coltivare un campo che nel comporre una poesia.”
(Booker Taliaferro Washington)

TU SEI…
Tu sei …
come camminare sull’acqua e non affondare
Come abbeverarsi a una sorgente senza mai sentirsi sazia.
Tu sei fremito che mi desta dal sonno profondo, orfano di sogni.
Cingimi l’anima di note sublimi,
come un usignolo che da lontano mi corteggia
fino ad entrare in simbiosi con l’anima mia, ignuda e riarsa.
Sii sempre materia preziosa per respiri che annaspano incessantemente.
Non lasciare che l’oblio si sieda sulle sponde della nostra malinconica brama d’averci.
Sii un vento caldo estivo che travolge e spazza via le sterpaglie dell’intimo desio
fai sopravvivere in me il meglio che ho da offrirti ancora!

 

UN GIORNO ALL’IMPROVVISO..
Un giorno, all’improvviso…blackout
Mi sveglio, mi riaddormento, poi sto in dormiveglia e nel mentre rivedo le scene del Titanic.
Questo immaginario è, ormai, incastonato nelle mie viscere,
una corsa affannosa, alla ricerca di salvezza, spezzando le gambe al proprio vicino, pur di agguantare, guadagnare la terra ferma…
E poi la superficialità,  la voglia di girarsi da un altro lato.
L’alternanza di notizie positive e negative, il barlume che si accende mentre qualcuno lo sta già oscurando.
Mai ebbi contezza come oggi, di quanto piccoli siamo e quanto piccolo può essere il nostro vile, minuscolo e invisibile omicida.
Vita mia, tante volte non abbracciata come meritavi, voglio prometterti che questa sofferenza non sarà vana, se sarò ancora privilegiata di stare tra le tue braccia amate, saprò come ricompensarti…
vorrò gioire di tutte le meraviglie che tu hai offerto all’uomo.
Un uomo spesso incoerente, incapace di comprendere il tuo regalo più grande.
La vita!

 

Luna
Stasera brilla una luna spettacolare, in un cielo triste a agonizzante.
Ho alzato gli occhi e mi son detta “almeno tu sei splendente e piena di luce, come poche volte ti ho vista”
Forse che ci stai corteggiando affinché i nostri occhi possano guardare alla nuova vita con la speranza che non riusciamo a catturare!?
Sei bellissima, Luna.
Niente può oscurare il tuo volto.
Io confido in te, veglia su di noi, continua a riscaldare i nostri cuori , con il bagliore che emani, a dispetto del buio che cala sulla terra, a tradimento.

 

Francesca Patitucci
Calabra di origine ma vive a Salerno dai tempi del liceo. Laureata in lingue e letterature straniere.  Ha lavorato per circa 20 anni in una multinazionale tedesca che si occupa di sanità. Ha 2 figli. Ha 53 anni. Da sempre, le piace leggere e scrivere.

Dal 6 al 18 luglio  Parole a capo, la rubrica di poesia di Ferraraitalia, esce ogni mattina durante tutta la settimana. Per leggere tutte le puntate e tutti i poeti di ‘Parole a capo’ clicca [Qui]
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Benini & Guerrini


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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