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Tristi ma non sconsolati. Si riparte dalla ‘questione ecologista’

Esiste una bellissima frase di un bravo, anche non molto conosciuto scrittore tedesco, Johannes Kühn: “Ganz ungetröstet bin ich nicht”. Vuol dire: “Sono triste ma non totalmente sconsolato”.
Vale anche  per le elezioni di Ferrara, la città che ho scelto come seconda patria. La Lega ha vinto questa tornata elettorale senza se e senza ma, come ha scritto giustamente Fiorenzo Baratelli su questa testata (leggi QUI). Devo dire, grazie a Dio o, come più si addice a un laico, grazie all’elettorato democratico è stato un risultato chiarissimo che non lascia spazio per qualsiasi scusa. Così esiste finalmente una possibilità di cogliere un ‘momento storico’ per ricominciare e far nascere una ‘sinistra nuova’: più giovane, più aperta, meno chiusa in se stessa, meno ‘arrogante’ – “noi siamo i buoni sempre parte del mondo migliore, loro i cattivi che pensano solo alla sua pancia” – più ‘ecologica’, come peresempio in Germania con l’avanzata dei Verdi.

Un po di questo ‘Rinascimento civile’, senza i riferimenti dogmatici, l’ho sentito personalmente anche in occasione dei alcuni incontri del Terzo polo di Ferrara. Certo il risultato del voto ferrarese è molto deludente, quasi un incubo, certo un brusco risveglio come ha scritto Francesco Monini su Ferraraitalia (leggi QUI-link), ma per un democratico è da accettare. Una realtà politicamente nuova di sicuro apre anche un momento da non perdere per creare qualcosa di nuovo: un progresso di una città con tantissime risorse di passione civile.

La Lega, secondo me, vuole difendere solo un sogno di un passato che non c’è più e un’idea di società ormai anacronistica. Curare solo il proprio giardino, pensare solo e prima di tutto ai connazionali ‘di sangue’ sono concetti senza futuro in un mondo che cambia velocemente e nel quale è spesso molto difficile capire in quale direzione ci porta la ‘globalizzazione’.

Devo dire che all’inizio non sono stato un grande fan delle manifestazioni Fridays for Future perché mi sembravano un po’ troppo naiv e anche sponsorizzate da una grande macchina mediatica (e dalla famiglia di Greta ecc.). Dopo la grande vittoria dei Verdi in Germania (e non solo) ho cambiato il mio giudizio. Oggi ogni tipo di politica deve avere al suo nucleo la ‘questione ecologica’.  Parafrasando il famoso slogan di Trump e di Salvini: “Il mondo prima di tutto”. Così si può difendere il proprio territorio: ‘regionalismo’ sì, ma in un altro modo.
Come ha detto una volta Pier Paolo Pasolini parlando del regionalismo di Giorgio Bassani – che diventa nei tempi della Lega sempre più importante da conoscere – “Abbiamo bisogno di un regionalismo estremamente moderno, ovvero un regionalismo civile e non popolare”. Forse un bel punto di partenza dopo il deludente voto ferrarese.
Morale: sono molto triste per il voto ferrarese, ma non totalmente sconsolato…

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Carl Wilhelm Macke

È nato nel 1950 a Cloppenburg in Bassa Sassonia nel nord-ovest della Germania. Oggi vive a Monaco di Baviera e il piu possibile anche a Ferrara. Lavora come scrittore e giornalista. E’ Segretario generale della rete globale “Giornalisti aiutano Giornalisti (www.journalistenhelfen.org) in zone di guerra e di crisi, e curatore dell’antologia “Bologna e l’Emilia Romagna”, Berlino, 2009. Amante della pianura.


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)