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Molta gente scrive poesie che non sente pienamente. Lo faccio anch’io, a volte. Vita dura genera verso duro e con verso duro intendo un verso vero privo di orpelli.
(CHARLES BUKOWSKI)

 

La mia Emilia

Emilia ti respiro
a strozzo il cuore
travolge il maestoso
seppur dormiente
accarezzato orizzonte.
Se salgo su quel ricordo
al galoppo
fulgido e profumato di grano
si espande.
Tondo il mappamondo
si appunta il mio cammino
solo di passi gli è concessa la conta
mentre la distanza tra qui e l’altrove
si misura a peso di campi arati
di volti invecchiati
di risate assordanti
di argini e pioppi argentati.
Emilia ti saluto
stappo la bottiglia
sola e solenne
ne conservo il sughero tinto
tra le mani come un gioco
scivola giù.
a sanare va quel foro
visibile tra il petto.

Amore son pronta
ti aspetto.

(Lidia Calzolari)

*

Idrogeno solforato
soffio di morte,
non lo sapevamo
non lo conosciamo.
Ma qualcuno lo poteva conoscere?
nessuna sfortuna
non una pallottola vagante
ma il contante.
C’è fretta,
ottimizziamo i tempi
va abbassato il costo orario
occorre fare lo straordinario.
Prima o poi
mi faranno fisso
io accetto tutto
anche l’abisso.
Non mancano le leggi
non mancan gli ispettori
manca il rispetto per la vita
dei lavoratori.

(Cristiano Mazzoni)

*

I giorni del glicine

All’improvviso
un profumo sorride
regala
una grazia di pace sopra il cuore.
Cascata gloriosa
colore d’orizzonte antelucano.
Fiorisce di memorie il muro antico:
sono i giorni del Glicine.

(Marta Casadei)

*

La sera

Tardi la sera
una luna rossa
riempie la valle
Senza sapere
penetra
tiepido sangue
nei campi
I nostri corpi stesi
e sotto l’erba
una terra bruna
Se Dio c’è
geme e trema
insonne

(Rita Bonetti)

*

Ricordi di maggio

E dopo un po’ di tempo
ritorna maggio.
Da bambino
era il mese del fioretto.
Ogni giorno
ad ogni scendiletto
mi guardavo attorno
per dare della gentilezza
un assaggio.

 

La bontà era un gioco
la fatica era poca,
bastava poco.
Alla fine del mese
come in un premio a punti
nella chiesa del paese
eravamo tutti compunti
per il raggiunto traguardo
sotto gli occhi della mamma
e del suo dolce e religioso sguardo.

(Pier Luigi Guerrini)

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

 

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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