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Tutto è in ritardo in Italia, quando si tratta di iniziare un lavoro. Tutto è in anticipo quando si tratta di smetterlo.
(Giuseppe Prezzolini)

BASTA MORTI SUL LAVORO
Io ci penso, SAPETE!
Sapete perché ci penso? Perché sono un’operaia,
passo più tempo in azienda che con la mia famiglia, nella nostra casa,
è la mia prima casa,
il tetto è sicuro sui miei figli…
Ma i lavoratori e le lavoratrici di chi sono figli?
Hanno chi li cura, chi li preserva dal pericolo,
chi la notte non dorme pensando alla loro sicurezza,
chi si mette nei panni di una lavoratrice in gravidanza e poi mamma,
di un lavoratore invalido,
di un lavoratore o di una lavoratrice che non arriva a fine mese,
di un lavoratore che fa le notti?
E di tutti gli altri lavoratori e le lavoratrici?
Quel giorno diventa buio all’improvviso,
si chiudono gli occhi per sempre.
La sveglia suona per nessuno, il cartellino assente;
il giorno dopo la matricola scomposta, il posto sostituito dal prossimo disoccupato.
Non voglio chiudere gli occhi sul luogo di lavoro, no…non voglio!
1 Marzo
Ci penso, sapete: Gianluigi, 64 anni, schiacciato sotto una pompa di grosse dimensioni, poteva essere mio padre;
13 Maggio
Daniele, 27 anni, inciampato cadendo all’indietro e battendo la testa, poteva essere mio fratello;
13 Settembre
Gianluca, 38 anni, schiacciato da una pressa, sposato da poco più di un anno, poteva essere mio marito;
12 Settembre
Quattro operai di nazionalità indiana, tutti annegati in una vasca di liquami.
48, 45, 29 e 28 anni;
4 Ottobre
Pierluigi e Matteo
34 e 31 anni,
poliziotti uccisi a colpi di pistola davanti alla questura di Trieste,
figli delle stelle,
tutti fratelli,
tutte sorelle.
Chiudiamo gli occhi la sera
stanchi, affaticati,
nelle mani  profumate di dignità
calcolando i centesimi
per poi scartarli…
non sai cosa farne dei centesimi: li metti nel contenitore
trasparente
sopra il bancone di un bar.
Sapete il valore di un centesimo?
Ha lo stesso valore di un milione di euro
se chiudi gli occhi, di giorno, all’improvviso.
FILI DI NEVE DAL CIELO A MAGGIO
L’ orditoio tessile è sordo
tesse lunghi capelli, ruota in continuazione,
la grande fresa sua compagna ha bocca grande
senza cuore reclama gli effetti personali, in coppia ingrassano fatturati, divorano la mente,
il pulsante d’emergenza lo sputano,
Si arrestano un giorno di neve tra le righe dei giornali con i nomi e l’età.
L’elisoccorso ha le ali bianche senza piume scrivono:
“Deceduti”
(A Luana e Maurizio.
Operai morti sul lavoro
6 Maggio 2021)
Rosaria Munafò, poetessa del Sud, trapiantata in Brianza da oltre 25 anni. Lavora come operaia in una azienda di utensili per l’edilizia ormai da molti anni. Partecipa con passione al Collettivo Poetico Ultimo Rosso [Qui], nato a Ferrara nel settembre del 2021.
La rubrica di poesiaParole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina suFerraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
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Benini & Guerrini


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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