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Pubblichiamo e facciamo nostro il Comunicato di un nutrito gruppo di organizzazioni, associazioni e partiti ferraresi. Mentre solidarizziamo con il nostro collega Marco Zavagli e ribadiamo, oggi più che mai, quanto sia importante difendere la libertà di espressione sancita dalla nostra Costituzione, ci colpisce (e ci avvilisce) che Ferrara, la sua opinione pubblica, la sua società civile, siano costrette a rispondere a continui episodi di volgarità. Il maggior interprete di questo ‘nuovo modo di far politica’, trasformare cioè il confronto in insulto o in caciara, è appunto il Vicesindaco Nicola Lodi. Giusto e doveroso, quindi, stigmatizzare i suoi comportamenti e i suoi vocalizzi fuori misura.
Detto questo, serve aggiungere una riflessione più generale. Esiste, lo si tocca con mano, un rischio concreto di ‘cadere nella trappola’, di farsi trascinar giù: sul piano (bassissimo) scelto proprio da Lodi e da chi gli assomiglia. Occorre allora – questo cerchiamo di fare ogni giorno a Ferraraitalia – evitare l’esercizio inutile del botta e risposta, della polemica spicciola, del battibecco inter-personale e fine a se stesso. Un combattimento all’arma bianca che Ferrara e i ferraresi non capiscono, tanto che l’unico deprimente risultato sembra essere un polverone confuso (e a volte violento) sui social media tra guelfi e ghibellini. La nostra città meriterebbe tutt’altro: idee, proposte, progetti nuovi, interventi concreti, critiche circostanziate, e un confronto aperto e trasparente.
Nicola Lodi, ce lo auguriamo, forse imparerà (ha ancora quattro anni davanti per provare a migliorarsi) a parlare e agire da Amministratore Pubblico, a usare le norme minime del rispetto, parcheggiando finalmente l’amata ruspa. Oppure – purtroppo per lui e per Ferrara – continuerà a camminare sulla stessa pessima strada. Quello che è certo e che questo quotidiano non perderà tempo a scrivere tutti i santi giorni di lui. E nemmeno del suo amico Vittorio Sgarbi. Per fortuna, anche qui, nella profonda provincia leghista, c’è molto altro e di più importante di cui dar conto.
Francesco Monini, direttore responsabile di Ferraraitalia

COMUNICATO STAMPA

Vicesindaco di tutti i ferraresi o soltanto di chi la pensa come lui? È amministratore capace chi riesce a comprendere l’altro, non chi prevarica, chi schiaccia con la ruspa ciò che considera diverso da sé.

Per quanto Nicola Lodi non voglia accettare i dubbi che Marco Zavagli esprime sul non aver lasciato tempestivamente il suo alloggio popolare, o sul cattivo esempio di chi percepisce quasi 5mila euro al mese frutto delle tasse di tutti i cittadini rimanendo in una casa ERP, i toni sprezzanti che il vicesindaco ha manifestato sulla sua pagina Facebook nei confronti del giornalista non sono accettabili. E non si tratta di fare la morale all’avversario di turno, ma del minimo rispetto dovuto a chi sostiene una posizione differente. Si tratta di confrontarsi democraticamente senza svilire la dignità altrui.

Estense.com è una piccola azienda con dei dipendenti al pari di quelle che Lodi ha aiutato con svariate premure: è ingiusto che un rappresentante del palazzo comunale si beffi della situazione difficile che sta attraversando la testata, in circostanze di pandemia mondiale, insinuando sia proprio lo stile di Zavagli, un professionista riconosciuto pubblicamente, a penalizzare il futuro dei suoi stessi redattori.

È bene ricordare al Vicesindaco l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione, e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e frontiera.”.

Non possiamo più accettare le aggressioni gratuite, siano esse sui social o addirittura nelle sedi istituzionali.
Non serve a nulla il ritrito accenno a perseguire vie legali, sarebbe sufficiente e molto più edificante che Lodi si scusasse con i cittadini per l’incessante e indecoroso teatrino.

Firmatari:

La Sinistra per Ferrara
Rifondazione Comunista
PD Ferrara
Azione Civica
Sardine Ferrara
PSI
Azione Ferrara
Emilia Romagna Coraggiosa
Coalizione Civica
Gente a Modo
Addizione Civica
Articolo Uno
Gruppo GAD
Cittadini del mondo
+ Europa
Rete cambia vento
Europa Verde
Il battito della città

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Redazione di Periscopio


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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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