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di Giancarlo Balsano

“Grazie ai milioni di persone che oggi, 21 Gennaio, sono venuti tutti insieme per protestare contro la violazione dei nostri diritti. Adesso è arrivata l’ora di riunirci tutti insieme con i nostri amici, famiglie e comunità per fare la storia”. Questa è la frase di ringraziamento, pubblicata sul sito ufficiale di ‘Women’s March’, in merito alla grandissima partecipazione dei manifestanti. Dopo le innumerevoli esternazioni sessiste e maschiliste del neopresidente americano Trump, milioni di donne, bambini, uomini e anziani sono scesi in piazza protestando contro ogni discriminazione di genere, per difendere i diritti delle donne e per contrastare la salita al potere di Trump. ‘La marcia rosa anti-Trump’ è partita da Washington DC e oltre a toccare le città statunitensi, è arrivata anche in Europa, a Londra, Parigi, Berlino e Roma. Ma ha raggiunto anche l’Asia e l’Australia. Caotica ed emozionante è stata l’atmosfera, in quanto il 21 gennaio le grandi città di tutto il mondo erano invase da persone di ogni sesso e di ogni ceto sociale che protestavano pacificamente per l’affermazione dei diritti sulla parità di genere.

Agghiaccianti sono state le innumerevoli testimonianze di alcune delle donne che hanno partecipato alla marcia e che hanno voluto raccontare la loro esperienza di vittime di abusi. L’Istat conta circa 7 milioni di donne “che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale”. Si fa riferimento alla violenza domestica, a molestie, ad abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali esposti in luoghi pubblici e sul posto di lavoro. Molteplici sono i danni fisici, ma più dolorosi, incessanti e penetranti sono quelli psicologici. Depressione, ansia, fobie, attacchi di panico e sensi di vergogna e colpa sono le principali conseguenze psicologiche e comportamentali della violenza sulla salute delle donne. Più eclatante è il fatto che la violenza sulle donne, è uno dei fenomeni sociali più nascosti, in quanto esse hanno timore di esporsi, a causa di un amore cieco o dalla vergogna degli atti subiti.

Anche i social networks sono stati conquistati da numerosissimi post, raffiguranti foto e video della manifestazione e le Celebrity Stars, a partire da Miley Cyrus fino ad arrivare a Madonna, non si sono di certo risparmiate a postare commenti contro la violenza di genere. Snapchat, uno dei social networks più utilizzati al momento, ha persino dedicato una storia a questa famosissima ‘marcia rosa’ e notevoli sono state le visualizzazioni sulle pagine web che si sono dedicate a questo evento così toccante e commovente.

I milioni di individui che hanno preso parte a ‘La marcia rosa anti-Trump’ hanno avuto il coraggio di difendere a spada tratta le loro idee, perché “non è il silenzio che ci protegge”. La violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso e oltre a sensibilizzare le donne a denunciare gli atti subiti, bisogna promuovere leggi vere ed autentiche a nome di tutte coloro che decidono di denunciare i maltrattamenti, spesso senza essere ascoltate.

(Giancarlo Balsano è iscritto alla classe V, sezione L, del Liceo G. Cevolani di Cento e frequenta il corso di giornalismo della scuola)

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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