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Lettera dal carcere ai giovani

La lettera pubblicata di seguito è un invito ad essere attenti nella scelta delle amicizie e a riflettere bene prima di considerarsi presuntuosamente al di sopra degli altri o della legge. Chi ha scritto desiderava raccomandare ai giovani di tenere un comportamento rispettoso della legge perché, a volte, basta davvero poco per finire dietro le sbarre.
Mauro Presini

Lettera aperta ai giovani
di A.B.

Cari giovani,
chi si sta rivolgendo a voi sono persone che, oltre ad essere dei detenuti, sono anche dei padri, dei nonni e persone che sono state giovani.
Quando eravamo giovani, la possibilità di frequentare la scuola non era alla portata di tutti e quelle poche nozioni ed informazioni si potevano apprendere solo tramite giornali.
Internet non esisteva nemmeno nella nostra immaginazione quindi quello che si poteva sapere era basato solo grazie alla semplice socialità e allo scambio di parole.
Ciò che tutti noi vogliamo raccomandarvi è di cercare di fare tutto il possibile per evitare di finire nel labirinto giudiziario perché, una volta che ci siete dentro, sarà davvero complicato trovare poi la via d’uscita.
Sappiate, cari ragazzi, che in questa nazione l’impunità non esiste ed è impossibile farla franca.
Chi svolge le indagini giudiziarie per qualsiasi reato che potreste aver commesso ha a disposizione degli strumenti ed un’esperienza tale che nemmeno immaginate, ma soprattutto non lasciatevi ingannare dalla presunzione di essere più furbi della giustizia con la convinzione di poterla fare franca poiché questa possibilità non esiste ed “il delitto perfetto” oggi non è possibile che sia commesso.
Dovete sapere che per il solo fatto di essere sospettati per aver commesso un qualsivoglia reato, grazie alla cronaca che oggi monopolizza tutte le vie di comunicazione (comprese le reti internet ed i social network), in men che non si dica tutti vengono a sapere ciò che è successo.
Così viene inflitta la prima condanna mediatica senza nemmeno aspettare che la magistratura faccia il suo corso ed un giudice possa esprimersi per dichiarare l’innocenza o la colpevolezza.
Rimarrà il fatto che, per l’opinione pubblica, sarete lo stesso colpevoli di ciò per cui siete stati indagati.
Per forza di cose nell’immediatezza avrete perso diritti e dignità, non solo la vostra ma anche quella delle persone che vi circondano e dei vostri familiari considerati anche loro colpevoli di reati che non hanno commesso. Purtroppo viviamo in una società che addita le persone ed emette sentenze senza averne titolo.
Il carcere è brutto, molto brutto, non c’è assolutamente nulla di bello o di positivo.
Pensate oltretutto che in carcere sarete costretti a convivere con persone che hanno compiuto reati e che potrebbero esercitare varie forme di prepotenza. Non è un caso se il carcere, da molti paragonato ad una giungla, non è sicuramente come nei film.
Cari ragazzi, sappiate inoltre che se vi trovate in comitiva ed un vostro amico prende a pugni qualcuno e assistete passivamente all’episodio, voi verrete considerati complici al 100%.
Lo stesso vale per quanto riguarda quei casi in cui restate impassibili a registrare video di prepotenze e poi le pubblicate in rete come se nulla fosse. La diffusione di certi video è considerato un reato.
Quando si compra un qualsiasi prodotto falsificato si commette un reato punibile con il carcere. I prodotti falsificati, oltre a favorire le varie mafie, sono anche sorgenti di inquinamento in quanto vengono fatti con materie prime di basso costo e in particolare quando trattasi di prodotti che hanno uno stretto contatto con il vostro corpo, tipo occhiali o cuffiette o abbigliamento, sembra che possano danneggiare il vostro corpo in quanto il materiale che viene usato probabilmente non è a norma di legge.
Ragazzi, ragazze, cercate sempre di essere molto vigili quando siete alla guida di una bici, di uno scooter o di un’auto.
La vita è bella, molto bella e delicatissima, ma basta una piccola disattenzione per renderla un incubo.


Si chiama Astrolabio il giornale della Casa Circondariale di Ferrara. Ed è un progetto editoriale che, da qualche anno, coinvolge una redazione interna di persone detenute insieme a persone ed enti che esprimono solidarietà verso la realtà dei detenuti. Il bimestrale realizza il suo primo numero nel 2009 e nasce dall’idea di creare un’opportunità di comunicazione tra l’interno e l’esterno del carcere. Uno strumento che dia voce ai reclusi e a chi opera nel e per il carcere, che raccolga storie, iniziative, dati statistici, offrendo un’immagine della realtà “dietro le sbarre” diversa da quella percepita e filtrata dai media tradizionali.

Per leggere le altre uscite di Le Voci da Dentro clicca sul nome della rubrica.

In copertina : Detenuti impegnati nel flash mob “Pope is Pop” (Carcere di Ferrara, 2016)

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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