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Abbiamo scritto altre volte nelle pagine di questa rubrica del Learning City Award, il premio che l’Unesco assegna alle città che nel mondo fanno dell’apprendimento permanente la cifra del loro sviluppo e della formazione dei loro residenti.
Nel 2013 l’Unesco ha istituito la rete mondiale delle città che apprendono, con lo scopo di promuovere il dialogo e lo scambio delle buone pratiche tra i suoi aderenti, cresciuti rapidamente fino ai 170 membri attuali.
Il Learning City Award è stato introdotto nel 2015 come riconoscimento dei progressi più significativi compiuti dalle città della rete nel promuovere l’apprendimento permanente per tutti.
La prima volta il premio, divenuto poi biennale, è stato conferito a 12 città, nel 2017 a 16 e quest’anno, il terzo Learning City Award, a 10 città che apprendono.
Sono rappresentati tutti i continenti, si tratta di luoghi virtuosi disseminati per il mondo, sapere cosa si muove nei loro spazi può aiutarci a capire cosa potremmo muovere anche noi nei nostri.
Cito, dal dossier pubblicato dall’Unesco: “Cities of Inclusion: UNESCO Learning City Award 2019”, alcune buone pratiche che meriterebbero di essere emulate.
A partire da Sønderborg, in Danimarca. Confine estremo dell’Europa continentale, dove risiedono persone di 120 nazionalità diverse, modello di cooperazione tra culture differenti. Qui il comune è promotore del Green Curriculum nelle scuole perché gli studenti acquisiscano conoscenze scientifiche di base, competenze e disponibilità a partecipare allo sviluppo di una società sostenibile.
Ad Assuan, nel sud dell’Egitto, hanno costruito 120 centri di comunità per combattere gli abbandoni scolastici. Quindici scuole elementari sono impegnate nel progetto “Green Eco-Friendly Schools” dove gli alunni piantano e coltivano i giardini, imparano a conservare l’acqua e apprendono a condurre stili di vita sani.
“Contiamo su di te a scuola”, En el Colegio Contamos con Vos, è l’idea che a Medellín, seconda città più grande della Colombia, riconosciuta in tutto il mondo per i suoi progressi nella tecnologia e nell’innovazione, ha consentito di reintegrare con successo oltre 4.600 abbandoni scolastici. Ma a Medellín hanno anche il Mova, un centro al servizio degli insegnanti per promuoverne la formazione continua e mettere a loro disposizione le innovazioni pedagogiche.
Demoscopio è l’iniziativa realizzata a Heraklion, capitale e città più grande di Creta, per stimolare l’innovazione dei giovani e l’imprenditoria. A Petaling Jaya, appena fuori dalla vivace capitale della Malesia, c’è un servizio di autobus gratuito, il PJ City Bus (e PJ School Bus), che in quattro percorsi collega gli spazi pubblici dedicati all’apprendimento. Gli autobus durante il tragitto diffondono anche informazioni attraverso i loro schermi di bordo.
A Santiago, che si trova nell’area metropolitana della città di Monterrey, nello stato settentrionale di Nuevo León, in Messico, le attività educative, sociali, culturali e commerciali sono favorite fornendo nuovi spazi di apprendimento all’interno delle comunità. Le scuole sono aperte nel pomeriggio e il Designed for Better Learning si propone di migliorare la qualità degli ambienti scolastici, i risultati di apprendimento, coinvolgendo gli insegnanti e la comunità.
Il consorzio Oyo State Model Education System Intervention di Ibadan, che è la capitale dello stato Oyo della Nigeria e la terza città più popolosa del paese, è composto da esperti del settore e organizzazioni tra cui Microsoft, Google e il WestAfrica Enrg, il loro scopo è di lavorare insieme per costruire le competenze dei cittadini. Organizzano anche il Festival of Learning di OYOMESI per aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’apprendimento permanente tra i cittadini attraverso seminari e attività rivolte a discenti, educatori e imprese.
Chengdu, la capitale della provincia del Sichuan, una delle più grandi città della Cina occidentale, offre vari spazi di attività di apprendimento per le persone anziane, con corsi diversificati e attività a tema. In particolare realizza cento programmi di sviluppo professionale, compresi quelli su misura per l’integrazione dei lavoratori migranti. A Seodaemun-gu, un sobborgo di Seul, capitale della Corea del Sud, si sfruttano gli appartamenti nei grattacieli della città, per costituire nei loro salotti piccole comunità di apprendimento. Ogni anno si contano fino a cinquanta corsi che utilizzano in modo innovativo locali, spazi e risorse per l’apprendimento. A Melitopol, in Ucraina, conosciuta come “la porta di accesso alla Crimea”, tutte le risorse educative sono mappate attraverso Google Maps al fine di diffondere le opportunità di apprendimento permanente tra la popolazione.
Si tratta solo di alcune delle tante iniziative di apprendimento per cui queste Learning City hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento dell’Unesco.
Raccontarle è un modo per suggerire anche alle nostre amministrazioni cittadine un poco più di fantasia.

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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