Io sono un fuorilegge
Io sono un fuorilegge
Io sono un fuorilegge. Voglio confessarlo pubblicamente, senza cercare scuse.
Sono un fuorilegge perché ho partecipato ad uno sciopero considerato illegittimo, nonostante un Ministro della Repubblica avesse dichiarato che “chi parteciperà allo sciopero subirà delle conseguenze”. Ma sono un fuorilegge che si assume le sue responsabilità. E questo fa di me un’eccezione, in un Paese nel quale essere fuorilegge fa curriculum.
Io sono un fuorilegge, perché penso che le autorità vadano rispettate, ma a volte le autorità possono sbagliare. Qualcuno ha deciso che l’attacco in acque internazionali da parte di soldati in assetto da guerra contro cittadini italiani disarmati, colpevoli solo di voler portare cibo e solidarietà a chi ne aveva disperato bisogno, non fosse un motivo sufficiente per mobilitarsi. Che quei cittadini non meritassero di essere tutelati. Qualcuno che in passato aveva deciso che se i soldati in assetto di guerra erano italiani e i cittadini inermi erano stranieri, ed i soldati italiani decidevano di andare a sparargli davanti alle coste di casa ed ucciderli senza un vero motivo, allora in quel caso i cittadini italiani andavano tutelati in tutti i modi possibili. Magari più avanti scopriremo che io avevo ragione, e loro avevano torto. Ma fino ad allora, io sono un fuorilegge.
Io sono un fuorilegge, ma non sono il solo, perché esistono leggi superiori che dovrebbe rispettare chi si dichiara madre e cristiana, o chi va in giro a baciare crocifissi. E uno dei precetti che dovrebbero osservare è “Dare da mangiare agli affamati”.
Io sono un fuorilegge, ma non sono il solo. E forse neanche il peggiore.
Io sono un fuorilegge, perché penso che le leggi possano essere sbagliate, ed in quel caso bisogna battersi per cambiarle. Se la legge dice che bisogna spendere il 5% del PIL in armamenti, togliendo soldi alle persone che devono curarsi o ai bambini che vanno a scuola, allora sono un fuorilegge.
Se il mio Paese dice che è giusto contribuire ad uno sterminio tra i peggiori della storia fornendo armi e sostegno morale e materiale, e nel frattempo accusa di essere irresponsabile chi rischia tutto per provare a soccorrere le persone che – anche per colpa del mio Paese – sono vittime di fame e bombardamenti, allora sono un fuorilegge.
Io sono un fuorilegge, perché se contesto il Governo mi dicono che sono un terrorista, un teppista, un comunista, persino un fascista. Mi dicono che sono un fancazzista che sciopera di venerdì per allungare il fine settimana. Ed io lo confesso: sono terrorista, sono teppista, sono comunista, sono anche fascista. Sono un fancazzista, ma un fancazzista che sa organizzarsi per bene, al punto da fare in modo che l’attacco alla Flottilla avvenga di mercoledì sera: perfetto per scioperare di venerdì.
Sono tutto quello che pensano che io sia. Ma non sarò mai quello che vogliono che io sia. E questo sì che fa di me un fuorilegge.
Io sono un fuorilegge. E adesso che mi sono costituito cosa dovrei fare? Dichiarami pentito ed appellarmi alla clemenza della corte? Ma io non voglio chiedere clemenza. E non ho nulla, ma davvero nulla, di cui dichiararmi pentito.
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