8 Giugno 2021

Google, Facebook e Amazon pagheranno le tasse: poche, ma meglio di niente.

Nicola Cavallini

Tempo di lettura: 4 minuti

Google, Facebook, Amazon, Microsoft finalmente pagheranno le tasse. Almeno, un po’ di tasse, perchè attualmente il loro contributo alla fiscalità dei paesi nei quali vendono i loro beni è praticamente pari a zero. Tra i vari articoli usciti in questi giorni sulle nuove regole di tassazione minima per i colossi del web, citiamo questo di Open:

https://www.open.online/2021/06/05/g7-tassa-minima-globale-colossi-web/

I due colossi del web (Google e Facebook) si sono detti a favore dell’accordo del G7, riunitosi a Londra, sulla tassazione globale delle multinazionali, che tocca direttamente i loro interessi. La misura che è stata introdotta prevede una tassazione minima del 15%, da pagare in quei paesi dove le multinazionali vendono i loro beni e servizi, e non, come possono fare adesso in maniera legale, spostando i proventi su filiali aventi sede legale (spesso, una semplice casella postale) in paesi “paradiso” in cui pagare poi aliquote minime. Il presidente degli affari globali di Facebook afferma: «vogliamo che la riforma della tassazione internazionale abbia successo, e riconosciamo che potrebbe significare un carico fiscale maggiore per Facebook, e in diversi Paesi». Un portavoce di Google, secondo Sky News, dichiara: “il gruppo è fortemente a favore dell’iniziativa e spera in un accordo finale «bilanciato e durevole»”. Tutti filantropi? No di certo: anzi, le azioni di filantropia e beneficenza privata di questi giganti sono tanto più possibili quanto più ingenti sono i fondi sottratti alla tassazione pubblica. Il fatto che si dichiarino prontamente favorevoli ad una misura che li obbligherebbe ad eludere meno e a pagare di più potrebbe quindi far sorgere il sospetto che si tratti di uno specchietto per le allodole.

Eppure non credo che sia questa la ragione delle loro dichiarazioni di favore. Si tratta, probabilmente, di una mossa di immagine dietro la quale si può facilmente immaginare una accorta azione di lobbying nei confronti delle istituzioni politiche che al G7 hanno raggiunto questo accordo. Infatti una tassazione del 15 per cento è largamente inferiore alle aliquote applicate sia alle imprese “tradizionali”, sia ai redditi da lavoro. Un imprenditore italiano non avvezzo ai magheggi della fiscalità creativa (che, attenzione, non è affatto una pratica semplice: necessita di una accurata e specialistica conoscenza dei meccanismi dell’elusione) può confrontare la tassazione complessiva che grava sulla sua azienda rispetto a quella che graverà su questi giganti: rimane sempre un delta a suo sfavore, che può andare dal 20 al 30%.Un lavoratore dipendente può agevolmente controllare la tassazione che grava sulla sua busta paga: il 15% non lo paga nessuno. Si va dal 23 al 40% circa. E’ per questo che il noto economista progressista francese Thomas Piketty si è affrettato a definire questa riforma “scandalosa”, affermando “anche a me piacerebbe pagare il 15% sui miei guadagni” e facendo i conti su quanti sono i miliardi di maggiori entrate fiscali cui i paesi europei rinunciano(120 miliardi di euro) per non aver deliberato una tassazione minima al 25%, anzichè concentrarsi su quelli che guadagneranno (50 miliardi) rispetto alla situazione attuale (stime dell’Osservatorio europeo sulla tassazione). E’ per questo che Gabriela Bucher, direttore esecutivo di Oxfam International, dichiara che il G7 “aveva la possibilità di mettersi al fianco dei contribuenti, invece ha scelto di stare al fianco dei paradisi fiscali”. In effetti, per rendere la proposta digeribile per quei Paesi industrializzati, anche membri della UE, che prosperano grazie ai trattamenti di favore riservati alle multinazionali (Cipro, Irlanda, Paesi Bassi, Lussemburgo), l’asticella è stata abbassata dall’ipotesi iniziale del 21% all’attuale 15%.

Certe affermazioni sulla inadeguatezza delle nuove misure, tuttavia, puzzano molto di naftalina, quella abitudine accademica a discettare con tono professorale del “meglio”, senza considerare che in molti casi il “meglio” è nemico del “bene”. Per fare un solo esempio: il ministro delle Finanze cipriota Constantinos Petrides ha preannunciato l’intenzione di porre il veto su questa proposta di riforma al Consiglio Ue, dove le decisioni in materia fiscale vanno prese all’unanimità. Certo, si potrebbe dire che sarebbe opportuno cambiare la norma e stabilire che certe decisioni vanno approvate a maggioranza. In attesa che questo avvenga, bisogna fare i conti con le regole vigenti, che non consentono di fare rivoluzioni proletarie, e farsi una semplice domanda da uomo della strada (che spesso ha torto, ma a volte esercita un elementare buon senso): ma attualmente le cose vanno bene? Attualmente i nostri Stati quanto ricevono da questi colossi per finanziare le loro scuole e i loro ospedali, che sono le nostre scuole e i nostri ospedali? Zero. E allora per quale ragione, in nome di una ortodossia del pensiero redistributivo, dovremmo considerare un male questa riforma? Perchè si poteva far meglio? E con quale consenso, ammesso che questa misura riesca a passare il vaglio del Consiglio europeo?

Ho più stima di chi si sporca le mani con le difficoltà di una politica che provi a spostare certi equilibri (e questa è comunque alta politica, perchè combattere lo strapotere di multinazionali che sono diventate più potenti di uno Stato non è una passeggiata), rispetto a chi si limita a criticare la timidezza di certe novità dall’alto del suo Aventino di purezza dottrinale. Naturalmente spero di non essere smentito da una versione finale ulteriormente annacquata di questa riforma.

 

 

 

 



Periscopio
Dai primi giorni di febbraio, in cima al “vecchio” ferraraitalia, vedete la testata periscopio, il nuovo nome del giornale. Nelle prossime settimane, nel sito troverete forse un po’ di confusione; infatti, per restare online, i nostri “lavori in corso” saranno alla luce del sole, visibili da tutti i lettori: piccoli e grandi cambiamenti, prove di colore, esperimenti e nuove idee grafiche. Cambiare nome e forma, è un lavoro delicato e complicato. Vi chiediamo perciò un po’ di pazienza. Solo a marzo (vi faremo sapere il giorno e l’ora) sarà pronta la nuova piattaforma e vedrete un giornale completamente rinnovato. Non per questo buttiamo via le cose che abbiamo imparato e scritto in questi anni. Non perdiamo il contatto con la nostra Ferrara: nella home di periscopio continuerà a vivere il nome ferraraitalia e i contenuti locali continueranno a essere implementati. Il grande archivio di articoli pubblicati nel corso degli anni sarà completamente consultabile sul nuovo quotidiano. In redazione abbiamo valutato tanti nomi prima di scegliere la testata “periscopio”: un occhio che cerca di guardare oltre il conformismo e la confusione mediatica in cui tutti siamo immersi. Con l’intenzione di diventare uno spazio ancora più visibile, una voce più forte e diffusa. Una proposta informativa sempre più qualificata, alternativa ai media mainstream e alla folla indistinta dei social media.Un giornale libero, senza padrini e padroni, di proprietà dei suoi redattori, collaboratori, lettori, sostenitori. Nei prossimi giorni i nostri collaboratori, i lettori più fedeli, le amiche e gli amici, riceveranno una mail molto importante.Contiene una proposta concreta per diventare insieme a noi protagonisti di questa nuova avventura. Versando una quota (anche modesta) e diventando comproprietari di periscopio, oppure partecipando all’impresa come lettori sostenitori. Intanto periscopio ha incominciato a scrutare… oltre il filo dell’orizzonte, o almeno un po’ più in là dal nostro naso. Buona navigazione a tutti.

Chi non ha ricevuto la mail e/o volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@ferraraitalia.it

L’autore

Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.
Nicola Cavallini

Ti potrebbe interessare:

  • Periscopio:
    racconti di notizie

  • Domattina aprite gli occhi
    Arriva il nuovo Periscopio!

  • Arriva il nuovo Periscopio:
    l’informazione verticale

  • Salmo fa flip, flop & fly

  • “IO SONO GLI ALTRI”
    READING DI PRIMAVERA

  • diario in pubblico parole nuove

    Diario in pubblico /
    Parole nuove

  • NON DIRE, MOSTRA
    Interviene Luciana Passero: 3 aprile, ore 17 alla Biblioteca Ariostea

  • Mediterranea è sbarcata a Ferrara

  • Per certi versi /
    Il viale della mente

  • presto di mattina cerva aurora

    Presto di mattina /
    La cerva dell’aurora

L'INFORMAZIONE VERTICALE

CONTATTI
Articoli e informazioni a: redazione@periscopionline.it
Lettere e proposte di collaborazione a: direttore@periscopionline.it
Sostenitori e sponsor a:
Periscopio
Testata giornalistica online d'informazione e opinione, registrazione al Tribunale di Ferrara n.30/2013

Seguici: