Gian Pietro Testa pittore:
appello ai collezionisti per una mostra d’arte dedicata al grande giornalista
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Gian Pietro Testa dipingeva. Noto come grande giornalista che insieme a Giorgio Bocca ha raccontato sulle pagine de Il Giorno gli scandali e gli anni di Piombo, firma di spicco poi per i reportage di cronaca nera e terrorismo sui quotidiani l’Unità e Paese Sera, si è occupato dei casi di Piazza Fontana (fu il primo giornalista a entrare nella sede della Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre del 1969) e della strage di Bologna all’indomani del 2 agosto 1980.
Tanto l’impegno di GPT anche a Ferrara e per Ferrara. E fra le tante, una cosa piccola ma per noi importante: il suo consiglio, la sua vicinanza, la sua assidua collaborazione [Vedi qui], sono stati un apporto fondamentale e prezioso nella creazione e nello sviluppo del quotidiano online che state leggendo.
Gian Pietro, insomma, è stato reporter in prima linea, scrittore di libri-inchiesta, autore di narrativa e poeta. Ma anche artista.
Nei quadri e in alcune opere scultoree, Testa dava forma e colore a tutta la sua carica di vitalità battagliera, di anticonformismo, passione e libertà di pensiero. Il suo mestiere, certo, era la scrittura. Eppure la pittura l’ha sempre accompagnato: a partire dall’epoca dell’adolescenza – negli anni Cinquanta – fino agli anni Duemila. La fama di giornalista e scrittore ha lasciato un poco in ombra questa sua attività creativa, che però condivideva con le persone più intime, con quei familiari e amici con cui si creava una maggiore confidenza, e che in alcuni momenti ha trovato riconoscimento e occasioni significative di esposizione pubblica.
Nato a Ferrara il 24 settembre 1936, quando è morto 7 gennaio 2023, Gian Pietro Testa oltre ai suoi libri e ai suoi scritti, ha lasciato un piccolo patrimonio di opere pittoriche visionarie e imponenti che sarebbe molto interessante potere raccogliere e rendere visibili.
A 15 anni – ricorda il critico d’arte Lucio Scardino – Testa è stato allievo quale pittore del piemontese Edgardo Rossaro, mentre come giornalista esordì ventenne pubblicando sulla “Gazzetta Padana” diverse recensioni cinematografiche. In età matura tenne mostre personali d’arte allo Studio Melotti di Ferrara e al Centro Civico di Pontelagoscuro. Per lo sviluppo della sua pittura fu fondamentale il sodalizio con l’amico artista Paolo Baratella.
Suo figlio Enrico Testa, giornalista che ormai da anni vive e lavora a Roma, ha ereditato un’ampia collezione di opere e si è messo a disposizione con entusiasmo per rendere visibile quanto rimasto nella casa paterna. I nipoti Paolo Sandali, che vive a Ferrara insieme alla moglie Monica, e Massimo Marchesi con la moglie Stefania hanno acconsentito a fare da tramite e ad aprire le porte dell’abitazione e della soffitta-atelier, nell’abitazione di via Carlo Mayr. Il fotografo ed amico Luca Pasqualini ha partecipato a questa prima ricognizione e, con la sua professionalità e sensibilità, ha pazientemente documentato sia il sopralluogo sia le opere che via via scovavamo impilate una dietro l’altra nel granaio o più solennemente appese in bella mostra nel salotto e nelle stanze della casa. Il critico d’arte Lucio Scardino è andato a rispolverare, con la consueta dotta e dettagliata attitudine, la storia della vocazione artistica di Gian Pietro e le esposizioni che sono state realizzate, per alcune delle quali è stato lui stesso il curatore.
Il titolare della galleria Idearte di via Terranuova Paolo Orsatti, così come il gallerista della Galleria del Carbone Paolo Volta si sono dichiarati interessati ad aprire gli spazi per ospitare una rassegna espositiva nel cuore della città di Ferrara. Sollecitato da Lucio Scardino, l’assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli ha appoggiato con entusiasmo il progetto, prospettando già la possibilità di utilizzare spazi civici per mettere in mostra le opere.
Ora può essere utile se tutti coloro che hanno informazioni, opere e ricordi potessero condividerle, per contribuire a rendere più completa e ampia la ricognizione.
Lanciamo quindi un appello ad amici, collezionisti e persone che hanno conosciuto Gian Pietro Testa e che hanno sue opere pittoriche per segnalarcele, magari allegando file di immagine e breve testo descrittivo dell’epoca a cui risale l’opera e del contesto in cui l’opera è stata ricevuta.
Questo l’indirizzo dove mandare le segnalazioni, indicando come oggetto della mail “GPT pittore e artista”: giom.larte@gmail.com
In copertina: “Ultima cena” di Gian Pietro Testa (foto Luca Pasqualini)
Giorgia Mazzotti
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
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