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Libertà di pensiero

Pensate cosa ne sarebbe stato di “Lolita”, di Nabokov. De “La fattoria degli animali” di Orwell. De “Il pasto nudo”, di Burroughs. Di “Arancia meccanica” di Burgess. Di “Addio alle armi”, di Hemingway. Anzi, giusto: cosa ne è stato. Perchè tutti questi libri hanno rischiato di non uscire, e l’ultimo citato è stato addirittura mandato al rogo dai nazisti. Pensate se quel consigliere comunale che di mestiere fa il veterinario avesse potuto “valutarli” e decidere se una biblioteca poteva tenerli in catalogo o no. E pensate che, nella stessa città, in nome della libertà di pensiero, si terrà una mostra sul trasvolatore Balbo, meglio noto al tempo come picchiatore di braccianti al soldo dei latifondisti e mandante dell’assassinio di Don Minzoni.

 

“Quando i libri verranno bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone”

Heinrich Heine

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, anche se lo stipendio fisso lo ha portato in banca, dove ha cercato almeno di non fare del male alle persone. Fa il sindacalista per colpa di Giorgio Ghezzi, Luciano Lama, Bruno Trentin ed Enrico Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.