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Un candelabro a sette braccia diventa un libro aperto con ogni pagina che regge una fiammella. E’ il logo della Festa del libro ebraico in Italia, da sabato 26 aprile a giovedì 1 maggio a Ferrara per la quinta edizione. Il simbolo della cultura ebraica rielaborato in forma di volume presenta questo appuntamento, unico nel suo genere, che è un momento di condivisione dei testi, delle storie,ma anche dei disegni, dello humour e della creatività legati alla storia di una minoranza storicamente legata alla città estense come a tante altre zone del paese dove continua a dare un contributo fondamentale alla vita culturale, civile e sociale ed economica.
La narrazione è affidata a un programma scandito da dibattiti, convegni, tavole rotonde, concerti, spettacoli teatrali (anche per bambini), proiezioni di film, degustazioni, visite guidate, una mostra, un premio, senza dimenticare, naturalmente, i libri. Cuore pulsante della festa sono queste presenze di brani e di testi, sia nella loro veste cartacea e silenziosa di libri sia in quella di dialogo con gli autori, con sede centrale nel Chiostro di San Paolo, ingresso da piazzetta Schiatti.

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Mappa di Ferrara con i luoghi degli eventi per la Festa

Durante le conversazioni e gli incontri letterari con gli scrittori verranno presentate oltre trenta opere, mentre nella libreria tematica della festa – sempre nel chiostro – saranno disponibili più di cinquemila testi di autori ebrei o su temi della tradizione ebraica, editi da circa centocinquanta case editrici, con volumi difficili da trovare altrove, altri freschi di stampa e altri ancora che addirittura usciranno in concomitanza con l’evento, come gli atti del convegno internazionale di studi “Ebrei a Ferrara, ebrei di Ferrara”. La libreria resterà aperta al pubblico dalle 9.30 a mezzanotte per tutti i sei giorni della manifestazione.
Alla quarta “Notte bianca ebraica d’Italia” di sabato 26 il compito di inaugurare la festa. La Notte bianca, il cui titolo è tratto dal verso della Genesi “E fu sera… e fu mattina…”, quando tutto ebbe inizio, comincerà alle 21 al Chiostro di San Paolo e, dopo un concerto, uno spettacolo teatrale e una passeggiata tra i luoghi e le storie della Ferrara ebraica, si concluderà all’una con le degustazioni di sapori di ispirazione ebraico-ferrarese.

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Il Chiostro di San Paolo, a Ferrara, sede di molti eventi

Tra gli eventi clou in calendario, la mostra “Vita, colore, fiabe. Il mondo ebraico di Emanuele Luzzati”, a cura di Sergio Noberini (Museo Luzzati, Genova) e Michela Zanon (Comitato scientifico della Fondazione Meis). Il taglio del nastro alle 10 di domenica 27, nella sede del Museo ebraico, via Piangipane, 81. La rassegna, organizzata in collaborazione con il Museo Luzzati, rimarrà aperta fino al 27 luglio, ripercorrendo i temi ebraici cari a Emanuele Luzzati nei campi dell’illustrazione, dell’arte applicata e dei film d’animazione, dove l’artista genovese rappresenta con tinte energiche e vorticose, in una dimensione fiabesca, i momenti salienti della quotidianità ebraica, dai matrimoni alle feste in sukkah (la Festa delle capanne), fino alla cena di Pesach (la Pasqua ebraica).
Altro appuntamento di rilievo della Festa, la terza edizione del “Premio di cultura ebraica”: istituito dalla Fondazione Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah (Meis) per valorizzare e diffondere la conoscenza della cultura e della tradizione ebraiche in Italia e in Europa, sarà assegnato domenica 27 aprile alla scrittrice israeliana Lizzie Doron per la sezione letteratura, al direttore del telegiornale di La7, Enrico Mentana, come riconoscimento alla carriera, e all’attore Gioele Dix per la saggistica. Proprio Doron e Dix saranno tra i protagonisti degli “Incontri con l’autore”, che vedranno avvicendarsi nel cortile del Chiostro di San Paolo personaggi come Piero Dorfles, Gad Lerner e Marco Tarquinio e autorevoli ebraisti.
Ogni giorno, alle 12.30 e alle 19, il pubblico della Festa potrà sperimentare i “Sapori di un aperitivo ebraico-ferrarese” e seguire la presentazione di saggi sulla normativa alimentare e la cucina tradizionale kasher. Cadenza fissa avranno pure le visite guidate nei suggestivi luoghi della comunità ebraica locale, la cui vita da nove secoli s’intreccia a quella della città: dal cimitero di via delle Vigne (“Pietre silenziose. Illustri cittadini nel cimitero ebraico di Ferrara”) alle “vie del silenzio” del Ghetto, fino al Museo ebraico (Meis).
I temi che verranno affrontati nel corso dei dialoghi spazieranno dalla riflessione sulla memoria del Yom Ha Shoah ai medici ebrei, dall’icona “Helena Rubinstein: la donna che inventò la bellezza” con la partecipazione della giornalista e scrittrice Michèle Fitoussi, all’antigiudaismo e all’antisemitismo cattolico, fino a “Io odio i talent show”, con il graffiante giornalista e critico musicale Mario Luzzato Fegiz.
Un bilancio sull’attività del Meis sarà dedicato l’incontro di domenica 27, alle 11.30, cui interverranno il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani; Riccardo Calimani, presidente della Fondazione Meis; Carla Di Francesco, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna. Da segnalare, poi, il convegno di lunedì 28 e martedì 29 “Conversos, marrani e nuove comunità ebraiche nella prima età moderna”, che coinvolgerà esponenti di atenei, associazioni e Comunità ebraiche da Gerusalemme a Udine, da Roma a Lisbona.
Nei giorni della festa, le molte anime del patrimonio culturale ebraico troveranno, poi, espressione nella musica e nel teatro sempre nel Chiostro di San Paolo dalle 21. Ci saranno i concerti “Yiddish melodies in jazz”; la performance di Miriam Meghnagi, tra le principali interpreti vocali della tradizione ebraica; la session del Ben Goldberg Trio, in collaborazione con il Jazz club Ferrara; il reading-concerto klezmer del Pavel Zalud Quartet. Per il teatro, invece, quei fili della memoria che la Festa vuole riannodare porteranno al compianto Arnoldo Foà, cui Alberto Rossatti dedicherà un omaggio martedì 29 aprile nel Chiostro. Il programma della Festa è disponibile sul sito www.meisweb.it.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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