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Giorno: 6 Luglio 2020

SCUOLA: Le linee guida che portano fuori strada

“Tanto tuonò che piovve”, pare abbia detto imperturbato Socrate, dopo che sua moglie Santippe gli rovesciò sul capo una brocca d’acqua.
Con altrettanta imperturbabilità accogliamo le linee guida che la ministra Azzolina ha licenziato per l’avvio del prossimo anno scolastico, con tavoli e Conferenze a livello regionale e locale.

I tempi non sono stati rapidi, ma dopo comitati tecnico scientifici e task force il ministero dell’istruzione il 26 giugno ha deliberato che tavoli e conferenze andavano convocati. Di più, la Ministra con la sua lettera a tutta la comunità scolastica assicura che: “La scuola di settembre sarà responsabile, flessibile, aperta, rinnovata, rafforzata.”
Sì, avete letto bene, cinque aggettivi qualificativi, uno dietro all’altro di fila: responsabile, flessibile, aperta, rinnovata, rafforzata. Incredibile, dopo mesi di lockdown, di didattica a distanza, nel giro dell’estate, a settembre il paese, su tutto il suo territorio, avrà una scuola che non ha mai conosciuto prima. O questi hanno lavorato duro per tutti i mesi di chiusura forzata delle scuole o al ministero di viale Trastevere sono dei veri ‘Mandrake’ a partire dalla loro ministra.

Di colpo scomparsi i ritardi cronici del nostro sistema formativo, anni di tagli e assenze di risorse, differenze tra nord e sud. Poi, a leggere di seguito capite subito che non poteva essere. Perché la ministra per “responsabile” intende ‘misure di sicurezza’, locali puliti e igienizzati, “flessibile” per via degli orari, delle classi, degli ingressi e delle uscite, “aperta” significa alla ricerca di nuovi spazi, per “rinnovata” si riferisce ai locali e agli arredi scolastici, “rafforzata” attraverso il potenziamento dell’organico scolastico.

Allora perché sprecare aggettivi così impegnativi, che si prestano ad essere usati più per il contenuto dell’apprendimento e le sue modalità che per il suo contenitore? È come un abito che ha bisogno di essere rovesciato, di aggiustamenti e abbellimenti per poter continuare ad essere portato, ma per chi lo indossa nulla cambia, il tessuto è sempre quello di prima.
È la solita strategia, a cui ci stanno assuefacendo, mancano i soldi, le idee e le competenze, ma non le parole roboanti con cui coprire il vuoto. Ha ragione Antonio Scurati che, sulle pagine del Corriere della Sera del 30 giugno, osserva come la pubblicazione delle linee guida, per il rientro in aula il 14 settembre , “ha raggiunto il colmo di una sequenza di incompetenze e incapacità”.

Non solo, c’è di peggio. Ad un occhio attento che non si lasci offuscare dal fumo delle parole non può sfuggire che con quelle linee guida si compie un cambio di prospettiva. Nel loro esordio, infatti, non si rivolgono al paese ma a “…un’intera comunità educante, intesa come insieme di portatori di interesse della scuola e del territorio…”
Alla “comunità educante” e ai “portatori di interesse”, gli stakeholder, come si usa dire con linguaggio anglofono. Viene da chiedersi cosa sono e dove sono le comunità educanti e i portatori d’interesse. O è il cedimento ad un lessico ormai abusato, con faciloneria e senza pesare il senso delle parole, o la “comunità educante e i suoi portatori di interesse”, che per forza di cose variano da realtà a realtà, rappresenta una curvatura pensata e studiata verso l’autonomia differenziata, verso lo spezzatino della scuola della Repubblica e della Costituzione.

Un paese che rinuncia ad avere un suo sistema formativo valido per tutto il territorio per delegare l’istruzione a tante comunità educanti, e, mentre si cita a difesa delle proprie argomentazioni l’art.3 della Costituzione, non ci si rende conto di compiere passi destinati a vanificarlo. Quella comunità educante nasconde una preoccupante angustia di prospettiva, un’autarchia da ‘fai da te’ dell’educazione, vanifica il respiro europeo che da decenni istruzione e formazione dovrebbero avere assunto nel nostro paese.

Ci si è dimenticati, se mai è stato letto, del Libro Bianco che la Commissione europea pubblicò 25 anni fa, giusto nel 1995, in cui si affermava un concetto nuovo di formazione, in particolare alla funzione di “educazione” si sostituiva quella di “apprendimento continuo”, non comunità educanti ma “società della conoscenza”, fondata sull’apprendimento permanente, come impianto del loro sistema formativo a partire dalle scuole, dai loro curricoli e dalla loro organizzazione.

Scrive Scurati che per la scuola dei nostri figli pretendiamo il meglio. Certo, è il paese che innanzitutto dovrebbe pretenderlo, ma la questione del sistema formativo pare del tutto scomparsa dal nostro orizzonte concettuale e politico. La scuola delle linee guida non vede oltre il prossimo anno scolastico, come se la questione riguardasse la sola contingenza del Corona virus.

Il paese pare ancora sotto l’anestesia del lungo lockdown, con un letargo del pensiero e della politica, quando ci scuoteremo comprenderemo che, se vogliamo recuperare venticinque anni di ritardi, anche il nostro sistema formativo, vecchio di secoli nel suo impianto, ha necessità del suo Mes o comunque di una cifra almeno equivalente del Recovery fund.

Ma perché questo possa accadere bisognerebbe realizzare il sogno che Scurati, sulle pagine del Corriere della Sera, dice di aver fatto: “Il sogno che a governare la disastrata scuola italiana ci sia una persona seria, competente, capace, una guida sicura, brillante, eccellente, una persona cui tutti noi affideremmo volentieri il futuro dei nostri figli con piena fiducia, giusta ammirazione, motivata speranza”.
Già questo potrebbe costituire il segnale di una inversione di tendenza, un promettente inizio e ci eviterebbe di finire fuori strada.

Questo articolo è uscito anche su Educazione & Scuola del 1 luglio 2020

Prefettura di Ferrara – Massimo rigore sul rispetto delle norme di contrasto al COVID-19 dopo le “notti brave” sui Lidi di Comacchio

Da: Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara

Il Prefetto Michele Campanaro ha presieduto questo pomeriggio, a palazzo don Giulio d’Este, una Riunione Tecnica di Coordinamento, immediatamente convocata per fare il punto della situazione dopo i fatti avvenuti sui Lidi di Comacchio, nella notte fra sabato e domenica dello scorso fine settimana, quando le Forze dell’Ordine sono dovute intervenire ripetutamente per disperdere gli assembramenti sui principali luoghi della movida.
Presenti all’incontro il Questore Cesare Capocasa, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Gabriele Stifanelli e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Cosimo D’Elia.
La rilevante presenza di turisti registrata sul litorale comacchiese nello scorso fine settimana, costituita in buona parte da giovani, spesso incuranti del rispetto delle norme sul distanziamento fisico in prevenzione del COVID-19, ha favorito molteplici situazioni di assembramento, che hanno richiesto l’intervento dell’Arma dei Carabinieri, con uno straordinario impiego di uomini e mezzi.
“Dobbiamo certamente assicurare il divertimento dei nostri giovani, ma sempre in una cornice di piena sicurezza – ha sottolineato il Prefetto Campanaro – Ringrazio gli operatori delle Forze dell’Ordine, dell’Arma dei Carabinieri in particolare, per la tempestività degli interventi effettuati, in condizioni ambientali e operative di particolare difficoltà, rispetto alle situazioni di criticità segnalate. Occorre, tuttavia, evitare che si ripetano comportamenti dissennati e di assoluta irresponsabilità come quelli registrati nello scorso fine settimana, che rischiano di creare le peggiori condizioni per l’esposizione al rischio di nuovi contagi da COVID-19”.
Il Prefetto ha, quindi, disposto l’immediato rafforzamento dei controlli sui locali della movida comacchiese, con la presenza anche dell’Ispettorato del Lavoro, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale, per l’attenta verifica del rispetto dei Protocolli sul contrasto alla diffusione del contagio. “Ho sentito il Sindaco di Comacchio, il quale ha convenuto sull’importanza d’interventi immediati, riservandosi di valutare, in presenza di condizioni di palese violazione delle norme di contenimento del contagio, come quelle registrate nell’ultimo fine settimana, l’adozione di provvedimenti sulla drastica limitazione degli orari di apertura dei locali di pubblico intrattenimento. Nei confronti dei titolari degli esercizi che non saranno in grado di far rispettare il corretto distanziamento interpersonale, saranno, quindi, applicate le sanzioni previste dalla vigente normativa, sino alla temporanea chiusura del locale”.

Connettività. Lepida raggiunge quota 300.000 identità digitali SPID

Da: Regione Emilia-Romagna

Ora il servizio torna anche agli oltre 400 sportelli presenti sul territorio. L’assessore Salomoni: “Il lockdown ha dato a molti cittadini un’occasione in più per avvicinarsi alle nuove tecnologie e alle opportunità del mondo digitale. Ora si torna progressivamente alla normalità”

Più che raddoppiato il numero di identità digitali rilasciate da Lepida da febbraio ad oggi, che sono passate dalle 136.688 alle attuali 300.000. La differenza ammonta a quasi 160.000 nuove identità che sono state rilasciate, sia per conversione di altre credenziali che attraverso il riconoscimento da remoto, via webcam.

“E’ stato importante mettere a disposizione questo servizio da remoto durante la quarantena, per evitare ai cittadini gli spostamenti non indispensabili- ricorda l’assessore regionale all’Agenda digitale, Paola Salomoni-. Questo periodo di necessaria chiusura è stato utile a molti anche per avvicinarsi alle nuove tecnologie e conoscere le possibilità che il digitale offre. Adesso si può tornare con cautela alla normalità, e richiedere la propria identità digitale attraverso gli sportelli sul territorio”.

Durante il lockdown legato al coronavirus, Lepida ha messo a disposizione oltre 40 dipendenti, normalmente impegnati in altre attività di sportello momentaneamente chiuse, per consentire questo tipo di riconoscimento. Oggi il personale aggiuntivo è tornato ai servizi di provenienza e il riconoscimento on line, essenziale durante la quarantena, sta comunque garantendo lo smaltimento delle richieste già pervenute e ancora pendenti, mentre le nuove richieste sono ammesse in misura limitata.

Tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna che non hanno ancora l’identità digitale SPID possono ora recarsi presso uno degli oltre 400 sportelli fisici presenti sul territorio. Questo vale anche per chi ha richiesto il riconoscimento on line e deve completare le operazioni di rilascio della propria identità SPID LepidaID. Una rete che sarà ulteriormente ampliata, poiché altri 41 enti hanno dato la disponibilità a supportare Lepida nelle procedure necessarie al rilascio dell’identità digitale SPID.

Lepida è fornitore di identità digitali SPID su mandato di Regione Emilia-Romagna e dei suoi soci, dall’inizio del 2019, a seguito dell’ottenimento dell’accreditamento AgID e la stipula della relativa Convenzione a fine 2018. Lepida è attualmente il quarto IdP SPID dei nove operanti in Italia in termini di identità rilasciate.

Coronavirus, l’aggiornamento: 38 nuovi positivi, di cui 33 asintomatici individuati attraverso il contact tracing e gli screening regionali

Da: Regione Emilia Romagna

Effettuati 2.371 tamponi e 1.193 test sierologici. Nove i ricoveri in terapia intensiva, 90 negli altri reparti Covid. I casi attivi sono 1.064 (+35)

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 28.675 casi di positività, 38 in più rispetto a ieri, di cui 33 persone asintomatiche individuate nell’ambito del contact tracing e dell’attività di screening regionale. Per quanto riguarda i 5 sintomatici (2 a Bologna e 3 a Modena), si tratta per la maggior parte di situazioni riconducibili a focolai esistenti o a casi già noti.

Non si registra nessun decesso in tutta l’Emilia-Romagna. Il numero totale resta quindi 4.268.

nuovi tamponi effettuati sono 2.371, che raggiungono così complessivamente quota 519.586, a cui si aggiungono altri 1.193 test sierologici.

Le nuove guarigioni sono per un totale di 23.343, l’81,4% dei contagiati da inizio crisi. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 1.064 (35 in più rispetto a ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 965, 33 in più rispetto a ieri, 90,7di quelle malate. I pazienti in terapia intensiva restano 9, quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 90 (2 in più rispetto a ieri).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 23.343 (+3): 237 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 23.106 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.555 a Piacenza (+3), 3.679 a Parma (+8), 5.010 a Reggio Emilia (+4), 3.971 a Modena (+5), 4.978 a Bologna (11); 404 a Imola (invariato), 1.030 a Ferrara (invariato); 1.078 a Ravenna (+5), 962 a Forlì (invariato), 808 a Cesena (+1) e 2.200 a Rimini (+1).

 

Agricoltura, in 8 mesi 81 milioni di euro a oltre 5.000 imprese ferraresi

Da: Ufficio Stampa Gruppo Pd Emilia-Romagna

Negli ultimi 8 mesi, la Regione Emilia-Romagna ha sostenuto, con le risorse che l’Unione Europea mette a disposizione, quasi 42.000 imprese agricole con 550 milioni di euro.

“Cifre da capogiro per il sistema agroalimentare del territorio, che assumono ancora più rilievo per la provincia di Ferrara. Qui infatti sono arrivati ben 81 milioni di euro a fronte di 5.171 domande. – richiama Marcella Zappaterra, consigliera regionale e capogruppo Pd in Regione – La nostra è quindi la provincia alla quale sono state assegnate più risorse, a dimostrazione del fatto che il settore primario è trainante per tutto il nostro sistema economico”.

“Gli ultimi mesi, lo sappiamo bene, sono stati segnati dall’emergenza sanitaria. Le imprese e i lavoratori agricoli sono stati chiamati a fronteggiare questa crisi, e sono molte le ragioni climatiche e ambientali che ne hanno messo a dura prova la tenuta. La Regione continua a investire, a programmare interventi e assegnare risorse che sostengano a 360 gradi tutte le realtà locali che sono così importanti per l’economia dei territori e dell’Emilia-Romagna”.

TERZO TEMPO
Il basket a Vigarano: un bel modo di vivere una passione.

La pallacanestro femminile è sempre stata un fiore all’occhiello per lo sport ferrarese. Fin dalla fine degli anni ’60 si sono calcati i campi della serie A1: all’epoca la Standa basket Ferrara fece un paio di stagioni nella massima serie per poi retrocedere in A2. In quella squadra esordì, dopo un lungo percorso nelle categorie giovanili, Umberta Pareschi che arrivò a fine carriera a collezionare più di 80 presenze in Nazionale e a vincere uno scudetto con il Basket Femminile Milano nel 1973.

Umberta Pareschi

Gli anni ’80 rivedranno poi il ritorno in A1 di una squadra femminile: nella stagione 80/81 la Coop Ferrara perderà i playout retrocedendo in serie A2, mentre dal 1985 al 1990 la Felisatti Ferrara è protagonista nella massima serie, con il settimo piazzamento nella stagione 86/87.
Negli anni ’90 invece la Copma Ferrara giocherà nel massimo campionato Nazionale dal ’93 al ’97, con il terzo posto raggiunto al termine della stagione regolare 1995/96.

Ad oggi la Pallacanestro Vigarano rappresenta il massimo livello cestistico femminile sul territorio.
Società fondata nel 2005, parte dal campionato di serie C regionale e, dopo solo un anno è promossa in B2, dove resterà 2 stagioni; già nel 2008 infatti arriva la promozione in B1. Da qui in poi è un crescendo continuo: due stagioni di successi coronate, nell’ultima, dalla vittoria della Coppa Italia di serie B d’eccellenza e la successiva promozione, nella stagione 2009/10, in serie A2.
È solo questione di tempo per la promozione in A1: al termine della stagione 2013/14 la Pallacanetro Vigarano raggiunge la promozione in A1 dove milita ancora oggi.

La miglior stagione delle ragazze in quel di Vigarano è sicuramente quella del 2018/19, quando la squadra raggiunge l’ottavo posto al termine della stagione regolare e al primo turno dei playoff scudetto si arrende alla Famila Schio, squadra che poi vincerà il titolo.
Un altro grande merito del basket vigaranese è stato quello di puntare sulle giovani: nella l’ultima stagione, interrotta definitivamente dalla pandemia, Vigarano è stata la squadra con l’età media più bassa di tutte le 14 compagini della serie A1 con diverse giocatrici ferraresi tesserati ed parte integrante della prima squadra. La giocatrice più “vecchia” della squadra era Sara Bocchetti, guardia tiratrice classe 1993.

Puntare sulle giocatrici giovani è stato il punto di forza della Pallacanestro Vigarano in questi anni; non avendo i mezzi economici che hanno squadre più blasonate come Venezia, Schio, Bologna o Ragusa, bisognava trovare un’alternativa per competere con squadre che possono “permettersi” anche 4 giocatrici extracomunitarie. La linea verde è stata la risposta. Ci sono state ben tre ragazze nate nel 2002 che nelle ultime 3 stagioni sono diventate delle giocatrici fondamentali nel percorso che la squadra ha intrapreso: Caterina Gilli, Giulia Natali e Silvia Nativi. (vedi foto di copertina NdA) Le prime due ferraresi di nascita, l’ultima nata a Siena ma cresciuta cestisticamente nel territorio, spesso sono partite nel quintetto titolare e hanno visto crescere esponenzialmente il loro minutaggio in campo e di conseguenza le loro statistiche personali raggiungendo risultati eclatanti anche nelle selezioni giovanili della Nazionale. Tutte e tre hanno fatto parte delle selezioni Under 16 e Under 18 che hanno vinto i campionati europei di categoria rispettivamente nel 2018 e nel 2019.

La stagione interrotta anzitempo a causa della diffusione del Covid-19 è stata una brutta tegola per il basket a Vigarano. La società ha dovuto cedere giocatrici importanti assieme alle 3 giovani promesse che da tempo avevano gli occhi addosso di diverse squadre del massimo campionato. I mezzi per ripartire saranno ancora più limitati ma Vigarano è intenzionata a ripartire senza arretrare di un passo; lo dimostrano gli ultimi arrivi in squadra di Macarena Rosset, playmaker argentina classe ’91, Ja’ Tavia Tapley, ventiduenne centro statunitense, Tatyana Yurkevicnus, centro ucraino di 25 anni e delle giocatrici nostrane Arianna Landi e Carolina Valesin.
La squadra si sta delineando pian piano e l’entusiasmo in casa Vigarano non manca.

Prima dell’interruzione Vigarano occupava l’ottavo posto in classifica, l’ultimo disponibile per i playoff scudetto; con diverse giornate al termine della stagione la squadra avrebbe potuto guadagnare, potenzialmente, un altro paio di posizioni. La pandemia ha interrotto l’ottimo lavoro fatto fin qui per creare una realtà sportiva competente e capace di farsi valere anche con squadre molto più attrezzate e abituate a competere ad alto livello anche in Europa. Ripetere i risultati ottenuti nelle ultime stagioni sarà molto difficile. Con ogni probabilità si dovranno ridimensionare gli obbiettivi che la società si era preposta all’inizio della stagione sospesa cercando, come nel caso della “linea verde” adottata in passato, di trovare dei modi per far sì che la Pallacanetro Vigarano riesca a disputare un buon campionato e provare di gettare le basi per un percorso che negli ultimi anni ha dato tantissime soddisfazioni, riportando la pallacanestro femminile ferrarese ai livelli che merita.

Ecco i nuovi specialisti del suono digitale

Da: Ufficio Stampa

Si è concluso l’upgrade ideato da Suono e Immagine e organizzato da Ecipar Ferrara

“Il mixer audio digitale, per chi opera nel settore dello spettacolo dal vivo, rappresenta il futuro. Per questo è importante organizzare corsi che permettano ai più giovani di padroneggiare questa grande trasformazione”. Ivan Franco è socio titolare e direttore tecnico di Suono e Immagine srl: presso la sede della sua azienda si è appena concluso, con successo, un corso di perfezionamento gratuito per fonici sull’utilizzo dei nuovi mixer digitali.

Il corso, finanziato dal Fondo Europeo FSE per il programma 2014/2020 della Regione Emilia Romagna, è stato ideato e ospitato da Suono e Immagine e organizzato da Ecipar Ferrara, ente di formazione di CNA. Obiettivo: introdurre i fonici e le figure che lavorano nello spettacolo dal vivo all’uso delle nuove attrezzature digitali, dei mixer e dei nuovi protocolli di comunicazione. “Volevamo – spiega Paolo Marcolini di Ecipar – far incontrare le attitudini e le sensibilità di giovani che amano la musica e sono interessati alla professione del fonico, e un’azienda che opera nel settore ad alto livello”.

Due mesi intensi, supportati dall’esperienza di docenti preparatissimi, che hanno visto Suono e Immagine epicentro di una formazione tanto utile quanto esclusiva nelle attrezzature, ma soprattutto gratuita, in un momento così difficile per tecnici e addetti ai lavori.

“Ho cercato di coinvolgere il più possibile i giovani che hanno partecipato al corso – spiega Ital Rolando, sound engineer e docente – insegnando loro un metodo di lavoro e offrendo molta pratica sui mixer messi a disposizione da Suono e Immagine”. I mixer digitali utilizzati erano tra i quattro banchi più tecnologicamente avanzati e utilizzati nel settore per le altissime prestazioni:

  • Digico SD 11;
    Yamaha QL5;
    Midas M32
    Allen & Heath DLive S 5000
    Un’occasione d’oro per l’upgrade professionale di chi intende lanciarsi o rilanciarsi in un settore che si è completamente trasformato dall’analogico al digitale, in continua evoluzione.

Il corso è stato strutturato in tre moduli che hanno previsto fondamenti di audio e suono, tecnologie per il Live Sound Reinforcement, con teoria generale e pratica in aula, e tecniche di mixaggio con i principali strumenti digitali per affrontare le situazioni lavorative di:

  • Concerto
    Convention
    Broadcast
    Spettacolo teatrale

Dato il successo dell’iniziativa e le numerose richieste già pervenute, il progetto sarà ripresentato il prima possibile. Per ulteriori informazioni e per effettuare la preiscrizione, scrivere a info@suonoeimmagine.it e a info@eciparfe.it

Le regole per gli animali domestici in spiaggia

Da: Organizzatori

Estate 2020: nuova ordinanza per l’accesso degli animali domestici in spiaggia. Sulla scorta delle norme dell’Ordinanza Balneare Regionale, che suddivide la stagione balneare estiva e stagione invernale, le linee di indirizzo introdotte negli anni scorsi, trovano ora piena attuazione.

L’accesso dei cani alle spiagge nel periodo della stagione balneare estiva potrà avvenire negli stabilimenti balneari idoneamente attrezzati – che ne abbiamo fatto richiesta – , che ovviamente dispongano di una zona debitamente attrezzata, delimitata e riservata all’accoglienza, salvaguardando l’incolumità e la tranquillità dell’utenza balneare.

Via libera ai cani & C. anche nei seguenti tratti di spiaggia libera:

LIDO DI SPINA: tratto di spiaggia libera con larghezza fronte mare di circa m 30 e profondità di

circa m 50, adiacente lato sinistro Bagno della Polizia;

LIDO DEGLI ESTENSI: tratto di spiaggia libera con larghezza fronte mare di circa m 30 e profondità di circa m 100, adiacente

PORTO GARIBALDI : tratto di spiaggia libera con larghezza fronte mare di circa m 30 e profondità di circa m 50, a Sud del Park Emilio;

LIDO DI VOLANO: tratto di spiaggia libera, con larghezza fronte mare di circa m 30 e profondità di circa m 25, tra il Bagno Franco ed il Bagno New Age;

LIDO DELLE NAZIONI: tratto di spiaggia libera, di proprietà privata, tra il Bagno Albatros e il Bagno Messico,

Resta il divieto di sosta e passeggiata dei cani sulla battigia in quanto area di spiaggia di maggiore frequentazione, in particolare per il gioco dei bambini nonché degli adulti che li sorvegliano Per il bagno a mare ai cani, nel pieno rispetto delle disposizioni previste, presso le aree di specchio acqueo prospicienti i tratti di spiaggia libera indicati è consentito ad un massimo di 5 cani per volta che dovranno permanere per un periodo massimo di 10 minuti ciascuno. Il proprietario durante il bagno, dovrà comunque tenere a guinzaglio l’animale per evitare pericolo per l’incolumità delle persone. Questi i periodi e gli orari definiti per il bagno al mare:

– nei mesi di aprile, maggio e settembre è consentito il bagno a mare esclusivamente dall’alba alle ore 10:00 e dalle ore 18:00 al tramonto;

– nei mesi di giugno, luglio e agosto è consentito il bagno a mare esclusivamente dall’alba alle ore 07:00 e dalle ore 19:30 al tramonto;

Dal mese di ottobre a marzo l’accesso alla battigia è libero.

“La novità di quest’anno è l’estensione della possibilità di balneazione con il proprio animale domestico a tutte le aree individuate nelle spiagge libere. – sottolinea l’assessore Robert Bellotti con delega ai Diritti degli animali – L’autorizzazione così estesa da parte dell’Asl è una vittoria per un progetto pilota fortemente voluto da questa Amministrazione e partito già nel 2018 solo su Porto Garibaldi”

I dettagli del nuovo provvedimento, firmato dal vice sindaco Denis Fantinuoli, saranno consultabili nell’ordinanza n. 15/20202 “Disciplina per l’accesso degli animali domestici alle spiagge del Comune di Comacchio” disponibile sul sito istituzionale www.comune.comacchio.fe.it

Comunicato in merito all’entrata del Comune di Jolanda in ASP

Da: Aldo Modonesi e Francesco Colaiacovo

In questa ultima settimana abbiamo letto le dichiarazioni di soddisfazione e ringraziamento per l’ingresso in ASP del Comune di Jolanda di Savoia, da parte del Sindaco Paolo Pezzolato e in particolare della Vicesindaco Elisa Trombin. Tali dichiarazioni sono state fatte senza che sussista alcuna deliberazione da parte degli organi competenti, ovvero i Consigli Comunali dei quattro enti interessati (Ferrara, Voghiera, Masi Torello e Jolanda di Savoia) cui spetta per legge deliberare la richiesta e l’accettazione di nuovi ingressi nella compagine societaria, e dimostrano, ancora una volta, l’arroganza di certe forze politiche che trattano come inutili feticci i luoghi della rappresentanza democratica.
Dal dibattito sviluppatosi in questi giorni, la scelta dell’Assessora Trombin parrebbe determinata esclusivamente da ragioni di convenienza economica, per cui a parità di servizi i costi del Comune di Jolanda passerebbero da 186 mila anno dell’Unione Terre e Fiumi, a 55 mila euro dell’ASP. Eppure è sufficiente prendere il consuntivo 2019 di ASP presentato alla presenza anche dei rappresentanti di Jolanda, per verificare che con i costi sostenuti da ASP, (i 55 mila euro ipotizzati da Trombin), si coprirebbero in minima parte i servizi che normalmente l’Unione Terre e Fiumi forniva: infatti, a titolo di esempio, soltanto con l’inserimento in struttura dei 4 minori che Jolanda aveva nel 2016, i costi ASP supererebbero abbondantemente il contributo ipotizzato da Trombin, quando sappiamo che i servizi alla persona riguardano tutte le fasce di età e devono essere articolati per intervenire a sostegno delle tante fragilità, di cui mai come in questo periodo stanno soffrendo le nostre comunità.
Sicuramente il contributo di Jolanda non consentirà nuove assunzioni, mentre al contrario la presa in carico di un comune a circa 35 Km dalla città, comporterà un notevole aumento non solo del lavoro che graverà sul personale, ma soprattutto della complessità organizzativa dell’Azienda.
E mentre l’Assessora Trombin legge i Servizi alla Persona meramente in termini di risparmi, senza una analisi dei bisogni e una strategia per incontrarli, lo stesso Direttore ASP nella relazione al consuntivo 2019, lancia l’allarme sull’aumento delle nuove situazioni di disagio nel 2020, a causa anche dell’emergenza sanitaria.
Dopo oltre un anno dall’insediamento dell’attuale Giunta non è stato mai concesso al Consiglio Comunale di dibattere sugli obiettivi e sulle politiche sociali con cui affrontare le fragilità della comunità ferrarese.
A tutt’oggi l’Assessora Coletti ha evitato ogni richiesta di confronto in Commissione formulata dal Gruppo Consiliare del PD, richiesta di convocazione che nei giorni scorsi abbiamo ripresentato per dare il nostro contributo di proposte, e confrontarci con le strategie che Assessora e ASP intendono attuare per affrontare le nuove situazioni di disagio cui inevitabilmente assisteremo nei prossimi mesi. Inoltre attendiamo che sulla vicenda dell’ingresso di Jolanda di Savoia nella compagine societaria di ASP, l’Assessora si degni di coinvolgere, come previsto dalla Legge, il Consiglio e la competente Commissione.

Agricoltura. Oltre mezzo miliardo di euro erogato dalla Regione negli ultimi 8 mesi per reagire alla crisi

Da: Regione Emilia Romagna

Più che mai, fondi messi in campo. Risorse che la Regione ha destinato agli agricoltori emiliano-romagnoli, fondamentali per reagire alle tante emergenze sanitarie e climatiche di questi ultimi mesi.

In tutto, sono più di 550 i milioni di euro che, dal 16 ottobre 2019 al 30 giugno 2020,sono stati pagati a sostegno del sistema agroalimentare del territorio: una cifra pari a oltre l’84% del valore finanziario annuale, erogata in poco più di otto mesi.

Risorse che sono andate a circa 42mila beneficiari tra aziende agricole, imprese agroindustriali, organizzazioni di produttori, realtà consortili, enti di ricerca, realtà del territorio rurale locale, imprese di supporto all’erogazione degli aiuti.

E per rafforzare le ordinarie risorse della Pac, la Regione Emilia-Romagna ha recentemente stanziato altri 23,7 milioni di euro, di cui 18 per lo scorrimento delle graduatorie della filiera del latte e il restante per contributi barbabietole (1,5 milioni), sicurezza aziende agricole (1,5 milioni), agriturismi e fattorie didattiche (2,7 milioni).

Il report del valore finanziario annuale, che comprende i dati delle domande, i beneficiari e i contributi erogati al comparto agricolo regionale, è stato presentato oggi in video conferenza stampa dal presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, e dall’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi.

“Momenti inediti e davvero duri come quelli che abbiamo affrontato in questi ultimi mesi- afferma Bonaccini- hanno bisogno di risposte adeguate, soprattutto da parte delle istituzioni, che devono essere capaci di interpretare i tempi e saper rispondere in modo appropriato e con rapidità. Per questo il mezzo miliardo di euro in otto mesi che siamo riusciti a mettere a disposizione dei nostri agricoltori è un ottimo risultato, che va a vantaggio di tutta la comunità regionale. L’emergenza Covid ci ha dimostrato infatti ancora una volta quanto il lavoro dei campi sia prezioso e quanto sia indispensabile aiutare la nostra buona agricoltura. Un risultato ancor più importante perché va a sostenere progetti di aziende che lavorano sempre più con strumenti innovativi e sostenibili per l’ambiente e che ha premiato 10mila imprenditrici e quasi 32mila agricoltori per un comparto che guarda al futuro e capace di mettersi in gioco”.

“E’ un’iniezione straordinaria di liquidità- commenta Mammi- resa possibile dal lavoro di squadra delle istituzioni, dei collaboratori delle strutture tecniche della Regione e di Agrea, l’ente pagatore della Regione, che non si sono fermati un attimo neanche in pieno lockdown. Grazie a questo impegno corale di adattamento possiamo sostenere con risorse fresche un settore fondamentale non solo per l’economia dell’Emilia-Romagna, come ha reso ben evidente l’emergenza coronavirus. Sostenere i nostri agricoltori vuol dire infatti mantenere le eccellenze per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, oltre a garantire cibo buono e di qualità sulle tavole di tutte famiglie e dei cittadini”.

I 550 milioni sono così ripartiti: oltre 325 milioni di euro di aiuti diretti a domanda unica destinati a oltre 41mila beneficiari; circa 64 milioni sono andati al settore ortofrutticolo nell’ambito dei programmi Ocm Ortofrutta per accogliere 17 domandedi organizzazioni di produttori, prenotando risorse per il settore vitivinicolo entro il successivo trimestre, come da regole europee; 160 milioni di euro sono poi i fondi a sostegno delle misure previste dal Piano di sviluppo rurale 2014-2020 che hanno soddisfatto più di 25mila domande e hanno conseguito risultati di pagamento nei termini comunitari per oltre il 95% del valore ammesso. A questi si aggiungono 531mila euro di aiuti statali.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle risorse – tolta la voce dell’ortofrutta perché si tratta di organizzazioni di produttori con collocazione territoriale non provinciale -, la provincia di Piacenza conta 3.743 beneficiari e risorse per 56 milioni di euro; ai quasi 5mila agricoltori di Parma sono andati 53 milioni di euro; circa 48 milioni ai 4mila e 700 beneficiari della provincia di Reggio Emilia; a Modena 51 milioni di euro per 6mila destinatari; quasi 72 milioni per quella di Bologna con circa 7mila beneficiari.

E ancora, ai 5mila agricoltori della provincia di Forlì-Cesena sono destinati aiuti per più di 30 milioni di euro; ai 1.800 di Rimini vanno oltre 13milioni; ai 5mila agricoltori del ravennate 43 milioni di euro; quasi 81 milioni è l’aiuto per i 5mila beneficiari della provincia di Ferrara.

Sempre secondo i dati dei pagamenti effettuati da Agrea – Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura – su un totale di oltre 42mila beneficiari, il 23,7% sono donne, quasi 10mila imprenditrici del settore che hanno beneficiato di circa 74 milioni di euro, mentre sono 31.970 gli agricoltori, il 76,3%, a cui vanno 477 milioni di euro.

Sono poi 3.328mila gli under 40 che hanno ricevuto aiuti per circa 61 milioni, e 751mila gli agricoltori sopra i 40 anni a cui sono andati importi per circa 489 milioni.

PER ENNIO E SERGIO
Quando la musica sposa la Settima Musa

Dopo una vita lunga e operosa all’insegna dell’arte, ci ha lasciato Ennio Morricone. La sua musica ha popolato centinaia di film, film italiani e americani: ricordarli tutti, o solamente i più belli, prenderebbe qualche pagina. Ma molti li ricordiamo e, fra tutti, quelli che segnarono il sodalizio artistico tra Ennio Morricone e Sergio Leone. Gli Oscar? Certo, ci sono anche gli Oscar, effimera gloria hollywoodiana. Ma premi e onorificenze sono poca cosa per due artisti che hanno segnato il proprio nome nella storia del cinema e della musica. Con Ennio Morricone, la ‘colonna sonora’ diventa sinfonia. Le immagini di Sergio e le note di Ennio, tanto citate e tanto imitate, rimarranno con noi. Per sempre.
Vogliamo ricordare entrambi con le ultime sequenze di C’era una volta il West.

Per leggere un altro articolo su Ennio Morricone e Sergio Leone clicca qui

Arena Estiva Coop Alleanza 3.0

Da: Ufficio Stampa

Non era scontata la presenza dell’arena estiva in città, fino a dieci giorni fa non avevamo la certezza di riuscire a realizzare uno degli appuntamenti estivi più attesi dai ferraresi.

Grazie al sostegno del Comune di Ferrara e al mondo cooperativo ferrarese il cinema nel parco si farà anche quest’anno. Fondamentale il sostegno di Coop Alleanza 3.0, che da diversi anni è partner della manifestazione, quest’anno con un impegno e una presenza ancora maggiore: l’edizione 2020 del cinema prenderà infatti il nome della cooperativa. Centrale la collaborazione con Legacoop Estense che, grazie all’intervento di altre cooperative associate oltre a Coop – Assicoop Modena&Ferrara, CPR System, CIDAS, Copma e Le Pagine – ha reso possibile la conferma di questo atteso appuntamento culturale.

Per 61 serate al Parco Pareschi saranno proiettati i film di maggior successo della stagione cinematografica interrotta a fine febbraio dall’emergenza Covid 19. La programmazione prevede per il periodo dall’ 8 luglio al 6 settembre anteprime e repliche dei titoli che hanno conquistato pubblico e critica nel corso dell’anno.

Programma imperdibile già dalle prime giornate: mercoledì 8 luglio ad aprire il parco Joker, il film, diretto da Todd Phillips e incentrato sul principale avversario di Batman, in concorso con ben 11 nomination, premio per il miglior attore protagonista con Joaquin Phoenix, interprete di Arthur Fleck/Joker, e quello per la migliore colonna sonora originale con la compositrice islandese Hildur Guðnadóttir. Uscito a ottobre 2019, Joker è diventato il primo cinecomic ad aver vinto il Leone d’Oro per il miglior film a Venezia. Tra gli altri premi ricevuti ricordiamo anche due Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico e per la migliore colonna sonora originale.

Giovedì 9 luglio proietteremo il film diretto da Bong Joon-ho Parasite – Palma d’oro al Festival del Cinema di Cannes, primo film sudcoreano a venire candidato ai Premi Oscar, vincendone quattro, tra cui quello per il miglior film, mai assegnato fino a quel momento a un lungometraggio non in lingua inglese. Martedì 28 luglio, sempre dello stesso autore segnaliamo l’imperdibile Memorie di un assassino.

Tra i titoli non mancheranno quelli dei maestri del cinema: Roman Polanski con L’ufficiale e la spia (giovedì 16 luglio), Ken Loach e il suo film Sorry We Missed You (giovedì 30 luglio), Quentin Tarantino con C’era una volta a Hollywood (giovedì 23 luglio), Woody Allen e il suo ultimo film Un giorno di pioggia a New York (sabato 25 luglio).

Mercoledì 22 luglio proietteremo in anteprima il film Un divano a Tunisi e venerdì 24 luglio il film Il meglio deve ancora venire.

Recuperiamo anche il film che avremmo dovuto proiettare in anteprima alla Sala Boldini I Miserabili, di Ladj Ly – lunedì 27 luglio.

Tornerà anche il consueto appuntamento con la rassegna Accadde domani – un anno di cinema italiano, che prevede tre incontri con gli autori.

Ad aprire la rassegna Accadde domanimartedì 14 luglio con il film Stay Still già presentato in anteprima in Panorama Italia ad Alice nella città, è il debutto nel lungometraggio per Elisa Mishto. Il film racconta una sorprendente storia di amicizia, resistenza e ribellione tra Agnes e Julia, una l’alter ego dell’altra. In modi diversi infatti si ribellano alle rigide convenzioni imposte dalla società in cui vivono. Le musiche diSasha Ring (Apparat) uniscono il pop e l’elettronica e si fondono con il ritratto poetico del film. Parteciperanno all’incontro la regista Elisa Mishto e Sasha Ring.

Proseguiremo con sabato 18 luglio il regista Stefano Cipani con il suo film d’esordio Mio fratello rincorre i dinosauri. Il film racconta la storia di crescita di Jack e della sua piena accettazione di Jo, il fratellino nato con la sindrome di down. Dopo l’acclamata prima alle Giornate degli Autori al Festival di Venezia lo scorso anno, il film ha conquistato il pubblico delle sale diventando un vero e proprio caso cinematografico, grazie anche a un cast prestigioso, con, tra gli altri, Isabella Ragonese, Alessandro Gassmann e la musa di Almodóvar, Rossy De Palma.

A chiudere la rassegna il film 18 Regali di Francesco Amato che incontrerà il pubblico venerdì 31 luglio. Una storia vera che si trasforma in un dramma fantasy.18 regali è ispirato alla storia vera di Elisa Girotto, la mamma di Spresiano morta nel 2017 a 40 anni che, dopo aver saputo di essere affetta da un male incurabile, ha lasciato alla figlia Anna 18 regali per i suoi compleanni fino a quando diventerà maggiorenne.

La rassegna “Accadde domani – Un anno di cinema italiano” è realizzata grazie al contributo e al sostegno della Regione Emilia Romagna, Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) e Agis.

Domenica 19 luglio l’arena ospiterà il concerto disegnato da Alessandro BaroncianiQUANDO TUTTO DIVENTÒ BLU. (Ingresso unico 10 euro).

“Quando tutto diventò blu”, la graphic novel cult di Alessandro Baronciani, diventa un concerto a fumetti con Suner, il project festival a cura di Arci Emilia Romagna. Lo spettacolo inedito con disegni e musica live creato da Alessandro Baronciani insieme a Corrado Nuccini (Giardini di Mirò), vedrà sul palco anche Daniele Rossi al violoncello e avrà come voci Ilaria Formisano (Gomma) e Her Skin. Sul palco per la data ferrarese Maria Antonietta. Suner è un progetto sviluppato da Arci Emilia Romagna in collaborazione con i comitati territoriali Arci, 37 circoli della regione ed è realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna.

A sonorizzare i disegni live di Baronciani saranno Corrado Nuccini dei Giardini di Mirò e il violoncellista Daniele Rossi, mentre a dare voce ai testi originali scritti per lo spettacolo saranno due giovani artiste note nella scena indie:Ilaria Formisano dei Gomma, band post punk con due album all’attivo e concerti tra Italia – hanno accompagnato anche Calcutta – ed estero, ed Her Skin, progetto di Sara Ammendolia che negli ultimi anni l’ha portata a condividere il palco con Motta e Zen Circus.

Anche quest’anno il bar del cinema sarà gestito dalla Cooperativa Sociale Il Germoglio, storico partner della manifestazione.

Il programma con le giornate di attività verrà pubblicato sui siti www.arciferrara.org, www.cinemaboldini.it e sulla pagina Facebook del Boldini.

L’Arena è organizzata dall’Associazione Ferrara Sotto Le Stelle con Arci Ferrara, con il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.

INGRESSO: INTERO 6 €; RIDOTTO 4,50 € (Soci Arci, Soci Coop Alleanza 3.0 e studenti Università di Ferrara).

A parco sarà possibile acquistare la tessera Arci a costo ridotto – 7.50 €

SCONTO ASSICOOP MODENA & FERRARA

Presentando il biglietto del cinema presso le agenzie di Assicoop Modena&Ferrara avrai uno sconto del 15% sulle polizze infortuni e malattia.

BUONI COOP ALLEANZA 3.0 – SCONTO SULLA SPESA

Sul biglietto intero – Buono sconto da 6 euro su spesa di 50 euro.

Sul biglietto ridotto – Buono sconto da 4,50 euro su spesa di 40 euro.

Inizio proiezioni ore 21.30. Apertura Parco ore 20.45.

Le proiezioni rinviate o sospese per maltempo saranno recuperate ove possibile. In caso di sospensione della proiezione causa maltempo, non è previsto alcun rimborso. L’organizzazione si riserva di annullare, rinviare o sospendere le proiezioni al verificarsi di condizioni o situazioni tali da compromettere l’esecuzione dello spettacolo in piena sicurezza per il pubblico.

Quest’anno sarà possibile acquistare i biglietti alle casse del cinema la sera stessa oppure online.

— BIGLIETTI ONLINE (chiusura vendita online ore 18.00 del giorno della proiezione)
I biglietti saranno acquistabili sul sito www.ticketland2000.com/arenacoopalleanza (al momento in costruzione)

— BIGLIETTERIA PARCO
Il servizio sarà attivo dall’apertura del parco – ore 20.45.
Per garantire il distanziamento previsto per legge, la capienza dell’arena è stata ridotta della metà: i posti disponibili saranno 200. Per evitare code ed essere sicuri di accedere alla proiezione, si consiglia quindi di non arrivare all’ultimo minuto.

Entrambe le modalità prevedono la scelta del posto e il controllo automatico del distanziamento. I congiunti potranno sedersi vicini.

Il personale in servizio vi aiuterà ad individuare il vostro posto, vi chiediamo massima collaborazione e rispetto delle norme anti covid.

Formula 1, Marchetti (Lega ER): “Possibili 3 gran premi in italia? la regione “spinga” per organizzare il gp dell’Emilia Romagna – motor valley a Imola”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Poiché il calendario 2020 del Campionato mondiale di Formula 1, iniziato ieri col gran premio d’Austria, non è ancora stato deliberato in via definitiva e poiché ancora non è arrivata la conferma dell’appuntamento al Mugello, sarebbe il caso che la Regione “spingesse” la candidatura del circuito di Imola per ospitare il GP dell’Emilia Romagna – Motor Valley”. E’ quanto suggerisce il consigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti, per il quale “la partita con Liberty Media per definire il calendario di questa stagione di Formula 1 è ancora aperta”, tanto che – conclude il consigliere del Carroccio – oggi resta aperto lo scenario di tre GP in Italia (Monza, Mugello e Imola)”.

Emergenza epidemiologica COVID-19. Risultati delle attività di controllo sull’attuazione delle misure di contenimento

Da: ufficio Stampa Prefettura Ferrara

A seguito delle determinazioni a suo tempo assunte in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, le Forze dell’ordine territoriali proseguono nelle attività di controllo sull’attuazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 in osservanza ai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri attualmente vigenti in materia.
I risultati delle attività condotte sul territorio provinciale nella giornata del 5 luglio 2020 sono i seguenti:

Polizia di Stato

Carabinieri

Guardia di Finanza

 

 

Polizie

Locali

 

Persone controllate 362 70
Persone sanzionate  ex art. 4 comma 1 d.l.25.3.2020 nr 19 (conv. l. 35/20) 0 0
Persone denunciate ex art 260 r.d.27.7.1934 n.1265 (ex art 2 comma 3 d.l. 16.5.2020 nr 33) 0 0
 
Attività o esercizi controllati 28 39
Titolari di attività o esercizi sanzionati  ex art. 4 comma 1 d.l. 25.3.2020 nr 19 (conv. L. 35/20) 1 0
Chiusura provvisoria di attività o esercizi su disposizione dell’autorità procedente ex art 2 comma 2 d.l. 16.5.2020 nr.33 0 0
Chiusura di attività o esercizi ex art 2 comma 1 d.l. 16.5.2020  nr 33 (sanzione amministrativa accessoria)

 

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PAROLE A CAPO
Andreina Moretti: “La mia terra” e altre poesie

Rubrica a cura di Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini

“La poesia è qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente essere”
(Marina Cvetaeva)

 

LA MIA TERRA

La dolce voce di mia madre,

il caffè che borbotta sulla fiamma,

la tenda leggiadra volteggia come una ballerina

sospinta da un brezza salmastra e conosciuta,

i profumi rapiti ai gerani sui balconi assolati,

odore di rose, di baci rubati, di resina e mare,

di conchiglie naufragate e reti addormentate.

Il campanile scava dentro il cielo

tingendo di azzurro le ore,

la salubre pineta  abbraccia d’ombra i sogni di un bambino,

le fontane abbandonate agli angoli  delle vie

gocciolano memoria.

La sabbia incandescente e bianca

corre a smarrirsi nel mare e nel suo orizzonte,

una radio, una canzone, evocano ricordi

come briciole di pane scrollate dall’alto.

L’odore dei viali fiancheggiati dalle siepi

mi conducono a casa,

la mia terra è una bruna donna,

una dura zolla dissodata,

è il tramonto sulle barche,

un odore di festa e tradizioni,

un mare di storia e civiltà,

la mia terra è la culla del cuore e dell’amore.

 

L’ONDA E IL SUO RICORDO

Mentre il mare consuma

l’eterno all’orizzonte,

le stelle e le conchiglie

raccolgono silenzi

di  pietre e  desideri.

L’onda e il suo ricordo

cullati nelle  reti

colme di canti di sirena

di voci di madri

e odori di  lontani mari.

Gli scogli dimenticati e sconosciuti,

vestono cappotti di alghe

e granchi morti,

abbracciano l’immenso circostante

raccontano di perle e di maree.

Sul manto dell’acqua più celeste,

le  anime affamate dei gabbiani

vagano con piume più leggere,

in cerca di pesci sconosciuti,

nel sale che avvampa le ferite.

L’onda torna al suo ricordo

per morire nuovamente

e  risorgere d’incanto,

intona una melodia assai remota

che solo gli angeli hanno già ascoltato.

 

SONO UN ALBERO

Io sono un albero

con il corpo abbottonato alla corteccia,

rifugio degli spettri nella notte,

impigliato al vento il suo mantello

ridesta ogni bimbo dal suo sonno.

Sono un albero e una sposa,

di fiori e di profumi un anello,

in pegno la  promessa del suo frutto.

Sono un albero che annusa la natura circostante,

respira l’universo della gente,

cercando il destino e il suo disegno.

Sono un albero che cerca nel passato la sua storia,

affonda le radici assai bramose

nel sangue e nella terra dei ricordi.

Sono un albero e sono un guerriero

che lotta contro il tempo e le stagioni,

illusa protendo all’ infinito e all’ eterno.

Le braccia al cielo in preghiera

e Dio si inginocchia e spera,

rapito dal battito di un cuore.

Sono un albero solcato dalle rughe,

dalle pene e dagli errori,

è scritto che i germogli dell’amore

l’anima del poeta  desteranno.

 

Andreina Moretti
(Roseto degli Abruzzi, 1959). Da bambina sognava di divenire una scienziata, ma la famiglia non ha avuto la possibilità di farle continuare gli studi, così la sua vera scuola è stata la vita, e la scrittura è diventata il suo magico mondo in cui rifugiarsi. Tra le pubblicazioni segnaliamo: Nel cielo di Erode (poesie, 2015); La fontana del Santo (2016), in cui narra la storia di Roseto degli Abruzzi; Il cuore in tasca e i ricordi in valigia (romanzo, 2017); Il sonno dei pesci (poesie, 2019). Ha partecipato a numerosissimi premi letterari tra cui segnaliamo: Prima classificata al concorso “Per te donna”; Medaglia ad honorem al concorso “Giovanni Paolo II”; Prima classificata al concorso “Troskijcafè”; finalista al concorso “Alda Merini”; Prima classificata al concorso “Peppino Impastato”. Regista ed autrice di opere teatrali.

Dal 6 al 18 luglio  Parole a capo uscirà ogni mattina durante tutta la settimana.
Per leggere tutte le puntate e tutti i poeti della rubrica Parole a capo clicca [Qui]

Cattive abitudini

Il solstizio estivo prevede, tra le varie cose, l’inizio della bella stagione, e con essa tutto ciò che ne consegue. C’è chi decide di andare a mare, chi in montagna. Chi si dedica al camminare, fare sport, riposarsi o leggere. C’è poi chi, come abitudine, con la bella stagione, decide di dedicarsi al sentirsi “Nerone” tra gli umili. Stolti senza anima che per diletto distruggono l’entità che più conta: la natura. L’unica speranza è una saetta divina, o la poca clemenza di un magistrato. Si protende più sulla prima. Nel frattempo, in caschi neri e pesanti tute, c’è chi “passerà il tempo”, per l’ennesima estate, a spegnere l’ardore degli stupiti. Silenti eroi dagli stipendi troppo bassi. Anche questo racconta la Burana…

Nina

One (U2, 1991)

A volte il mio lavoro mi porta a sentire storie che non vorrei mai sentire. Peggio è quando poi devo scriverle. Come quella che ho saputo dalla bocca di un balordo ubriaco conosciuto appena. In cambio di una bottiglia di vodka scadente m’ha raccontato la storia di una ragazza tanto bella quanto sfortunata.

Era una ragazza bellissima e veniva da un paesino della Ex Jugoslavia.
Capelli color miele, occhi verdi e pelle olivastra, una bellezza come solo tra i Balcani se ne può trovare. Un’anima quindicenne resa orfana da una guerra bastarda. Un’antilope tra i maiali, da un campo profughi all’altro, fino all’orfanotrofio di Barbablù. Il direttore, un tizio viscido e corrotto, la vede e fiuta l’affare. In cambio di un bel gruzzolo la cede a due lupi in giacca, cravatta e tatuaggi. Un vero patto tra belve: la giovane preda è catturata, altra carne fresca per l’Organizacija è assicurata.
La fanciulla viene presto iniziata, la sua anima annientata. Amore, romanticismo e dolcezza saranno presto scordati. Gli stessi sogni, come cuccioli indesiderati, saranno soffocati. Il suo nuovo mondo è un pattume lercio da raschiare.
Una bambina diventata donna in poche settimane, nel modo più becero e spietato.
Un’altra vergine stuprata, calpestata, masticata e sputata. Pronta all’uso.
Svuotata di tutto e riempita soltanto d’eroina da non poterne più fare a meno. Come vuole la procedura, una puttana ubbidiente vale giusto un’altra puntura. Avanti il prossimo!
Ma la ragazza dagli occhi color smeraldo è bellissima, la più bella tra le schiave di quel lurido reame. Non può passare inosservata e il capo difatti l’ha notata.
Così il vento cambia improvvisamente, e l’incantevole gioiello biondo è d’un tratto curato e ripulito. Rimesso a nuovo per esser coccolato. La bambola prediletta dell’orco.
Mesi d’inferno, dal terrore della guerra alla disperazione della schiavitù. Poi questo paradiso bugiardo, perverso, fatto di catene dorate e caramelle avvelenate: l’harem del grande boss.

Però l’anima della ragazza non è ancora morta, i ricchi maiali hanno fatto male i conti. Una sera, una possibilità da cogliere senza paura. Niente da perdere se non la vita.
Le catene sono allentate, una piccola distrazione del padrone basta e avanza.
La ragazza ha imparato a fingere bene, è furba e veloce, ruba dei soldi e fila via lontano. In treno, in corriera, in autostop. Trova un’altra città, una grande metropoli, caotica, indifferente, ciò che serve per scomparire.

Per strada migliaia di facce le girano intorno di continuo, una folla assente d’estranei distratti, in altro affaccendati. Sola e trasparente il più possibile per la costante paura d’esser trovata, mentre la fame le morde lo stomaco. Soprattutto la fame. Perché la libertà da sola non basta. Perché deve fare i conti con la propria sopravvivenza e capisce che le resta sempre e solo una scelta: vendere l’unica merce che possiede.
Settimane, mesi, battendo i marciapiedi di periferia come un fiore tra i rifiuti, ancora uno splendido fiore dopotutto. Vivere da emarginata dormendo dove capita, fare sesso per quattro soldi, mangiare qualche pasto caldo alla mensa, farsi una doccia in qualche bettola per poi offrirsi ai clienti, infine procurarsi la dose serale d’eroina per sfuggire agli spettri del mattino. Ogni giorno è un conto alla rovescia col proprio nulla da perdere. Nessuno scopo, nessuna speranza, soltanto un altro buco nella carne per riaccendere il calore buono dei ricordi.

Ma una sera incontra un uomo. È più grande, ha soldi per pagare e far regali, ben presto diventa il suo miglior cliente. Forse nasce qualcosa. Nuove attenzioni, distrazioni. Un sentimento imprevisto o un’insolita avventura? Certamente attrazione, magari qualcosa di più. Lui le trova un posto dove stare, dice di volerle bene, fa promesse vaghe, ma appare e scompare e lei resta sola spesso. Come la volta che scopre d’essere incinta. Incinta di lui.
Lui si fa vivo e lei glielo dice. Lui reagisce freddamente. Tra i due qualcosa cambia e si rivela: due mondi troppo distanti, inconciliabili.
Lui la rassicura, la porterà in clinica, le pagherà l’aborto. Poi le dà dei soldi, un bacio in fronte e se ne va in modo strano. Lei resta lì, una mano sulla pancia a guardare la porta che si chiude. L’uomo non tornerà più. Altra solitudine, nuova delusione, ennesimo tradimento. Ma la pancia cresce e crescerà fino alla fine. Nove mesi tra gli stenti, contro ogni logica, ingiustamente, nel più completo abbandono.
Eppure nel suo seno cresce qualcosa per cui lottare, per cui vivere e tornare a sperare, lo sente ed è forte. La vita che nasce fa strani scherzi, s’aggrappa, resiste testarda, insegue ostinata la luce anche nelle tenebre più profonde.
Quindi resiste. Sopravvive nove mesi all’inferno per lei, per la figlia che verrà.

Sono le tre di un grigio pomeriggio di novembre. Una cameretta senza riscaldamento al primo piano d’una vecchia bettola abbandonata. Rimasugli d’un pasto e poche cose di nessun valore sparse intorno. Dal letto sfatto, sudicio, la ragazza s’alza a sedere, poi si piega in due dal dolore. Fitte nella pancia, il travaglio s’annuncia così. Lei stringe i denti, i dolori compaiono a intervalli regolari come le contrazioni. Fuoriesce abbondante il liquido dal ventre colandole sui piedi. Aumenta il dolore. La bimba spinge, vuole uscire.
La ragazza s’accuccia in un angolo, spinge e urla e spinge. Lacrime e sangue, come si dice. E poi dolore e rabbia, e finalmente la gioia d’un vagito.
L’accoglie in grembo, senza più forza né fiato, le resta solo un pianto muto di gioia impastata a disperazione. Una bellissima bambina di tre chili e mezzo. La guarda, l’accarezza con le esili dita insanguinate. Un fagottino che si muove appena, fragile e forte d’una forza inaudita. Tutto il suo mondo è ora racchiuso in quel nuovo esserino.

Ma l’incanto dura poco. Le lenzuola inzuppate di sangue, escrementi e placenta, l’odore acre, il cordone da tagliare, la sporcizia dappertutto. La bimba piange, non smette, ha fame, ha freddo. La madre ha perso molto sangue, è debole, non ha latte. Cerca di cullarla, di calmarla, l’avvolge nell’ultimo panno pulito rimasto. Le canta una vecchia ninna nanna d’anni spensierati, spezzati: la sua infanzia in Kosovo.
La lotta è impari. Vincono la fame e il freddo. La giovane madre è sconfitta, in preda al delirio, decide cosa fare. Aspetta fino a tarda sera, esce con la piccolina e s’avvia lungo la strada tra le ombre delle baracche. Si ferma davanti al cassonetto dell’immondizia, lo apre, bacia la sua bimba un’altra volta, la depone delicatamente all’interno e se ne va.
Forse la mattina arriva all’improvviso, come un lampo accecante. La ragazza apre gli occhi in preda al terrore, stavolta lucida, di nuovo presente. Cerca di ricordare dove ha portato la sua bambina. Corre fuori in preda al rimorso, sperando che non sia troppo tardi. Arriva al cassonetto, lo apre, non trova nulla. Svuotato, completamente, come il suo ventre, il suo cuore, il suo mondo.
Torna alla bettola, non corre più, cammina lentamente, inebetita da troppo dolore. Sale le scale, entra nella piccola stanza dove poche ore prima era nata sua figlia. Fruga nella borsetta, afferra il coltello che teneva per difendersi dai clienti violenti o da quelli del racket se mai l’avessero trovata.
La lama è affilata. L’affonda nelle braccia e la trascina all’interno della carne squarciandosi entrambi i polsi. Lo fa con rabbia, in profondità, da recidere vene, arterie e nervi. Il sangue esce a fiotti e ricopre tutto, mentre lei s’adagia nel letto ormai fradicio. In pochi minuti il calore l’abbandona, si trasforma in gelo e il gelo si trasforma in un sonno profondo, privo di dolore e di respiro.
La morte arriva così, come un sollievo, come una vecchia amica premurosa.

Almeno questo è ciò che molti hanno creduto sia successo, compreso l’ubriaco che ho di fronte.

La storia appena ascoltata è angosciante, spietata, dura come poche altre sentite in passato. Mi lascia dentro un certo malessere, un sapore amaro, inevitabile.
Ma questa storia non finisce qui.
Il fatto è che l’ubriaco s’ammutolisce. Il suo sguardo è sperso chissà dove. Prende la bottiglia per scolarsela tutta. Io gli blocco il braccio, Temo che col pieno di vodka non sia più in grado di raccontare il resto, sempre che un resto da raccontare ci sia.

“È tutto?” gli chiedo “Ma tu come facevi a conoscerla questa ragazza?”
“La bambina…” sussurra.
“La bambina?” lo incalzo “Sai che fine ha fatto?”
“È viva sai… ora dovrebbe avere nove anni!” dice.
“E come s’è salvata?”
“Nina si chiama… ha gli occhi verdi di sua madre!”
A questo punto afferro la vodka e gliela sfilo dalle mani. Lui mi guarda con odio e fa una smorfia. “Ridammela!” ordina rabbioso, mentre il suo fiato puzzolente mi si appiccica addosso.
Mi tappo il naso e gli mostro la bottiglia piena ormai per metà. “Se la rivuoi mi devi raccontare la fine della storia… siamo d’accordo?”
“Per niente amico… ridammi la bottiglia! Le cose regalate non si restituiscono!” raglia sempre più minaccioso.
Mi rendo conto adesso che l’ubriaco appartiene alla categoria di quelli molesti. Gli ridò la vodka sperando di calmarlo, mentre nel nostro angolo l’aria è diventata irrespirabile.
Lui agguanta la bottiglia e mi sorride. È evidente che l’umore degli alcolizzati è assai mutevole e soggetto a cambi repentini, come in questo caso.
Mi chiedo se questo balordo non fosse uno di quegli sgherri del racket sulle tracce della ragazza. Se così fosse mi sarei cacciato in un bel guaio, ma se appartenesse all’organizacija non potrebbe mai essersi ridotto così. Gli osservo le braccia: nessun tatuaggio.
“Allora vuoi sapere la fine della storia?” mi chiede.
“Certo, sono qui apposta, ti ascolto!” faccio io.
“Dunque… quella notte arriva il camion dell’immondizia. Uno dei netturbini sente il pianto disperato della neonata, apre il cassonetto e la trova lì dentro, avvolta in una coperta chiusa da un fermaglio. La raccoglie e la porta subito in ospedale. Era affamata e infreddolita, ma la cosa che preoccupava di più era che soffriva di una forma abbastanza grave di astinenza da eroina… Ma fu curata e alla fine si salvò!”

“E tu come sai tutto questo?” gli chiedo.
“Perché io ero il medico che l’ha curata, amico mio!” dice.

Rimango senza parole. L’ubriaco che avevo di fronte, imbruttito, incattivito, era stato un medico dell’ospedale. “Quindi tu saresti il dottore che ha salvato la figlia di quella povera ragazza? Ma come fai a conoscere la storia di sua madre?” gli chiedo.
“Certo… io l’ho salvata!” dice. Fa una breve pausa, poi alza la bottiglia come per brindare, se la tracanna tutta e aggiunge: “Perché io conoscevo sua madre”
“Ah… ma allora come hai saputo che la bambina era sua figlia?” chiedo io sempre più perplesso.
Lui fa un lungo sospiro, un’altra zaffata puzzolente. Però, nonostante il litro di vodka nello stomaco, sembra stranamente lucido. “È semplice… ho visto il fermaglio che aveva quando l’hanno trovata. C’era il nome di sua madre, Nina. L’ho riconosciuto, gliel’avevo regalato io!”

La storia era decisamente interessante. Già immaginavo come l’avrei intitolata.

“L’hanno deciso quelli del tribunale di darle il nome di sua madre. E…” s’interrompe.

“Ti ascolto” dico io.

“Io sono suo padre! Io ho illuso sua madre e poi l’ho abbandonata! Avevo una famiglia, moglie e figli. Ero un medico stimato… ho avuto paura di perdere tutto e l’ho lasciata da sola nella merda… ma l’amavo davvero! Poi ho visto quella bambina, mia figlia. Ho saputo dalla polizia in che modo era morta sua madre… Tutto per colpa mia! Ho iniziato a bere e alla fine ho perso tutto ugualmente, famiglia, lavoro… Tutto”

Penso che avrei dovuto capirlo subito. “Ma c’è una bambina di nove anni che magari vorrebbe conoscere suo padre… Potresti ricominciare da lei” gli dico.

Lui sorride. È un sorriso amaro, consapevole, lucidissimo. Non è il sorriso che di solito t’aspetti di trovare sulla faccia di un alcolizzato. “Nina ce l’ha già una famiglia. È stata adottata. I suoi genitori sono brave persone. Lei va a scuola, fa una vita normale. Io che c’entro? Poi ho la cirrosi. Mi restano solo pochi mesi e li voglio scontare così”
Si alza, barcolla, mi ringrazia per la bevuta, mi saluta e se ne va.

Di quell’uomo non ho più saputo nulla.

Ottima, anzi pessima storia. La intitolerò Nina.