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Per il ventennale di Guy Debord, (1994-2014) è uscito “Debord e il Situazionismo revisited. Punto della Situazione n. 1“, (Massari, 2015) a cura di Antonio Saccoccio, con testi di autori vari*.
Il libro raccoglie gli atti del “non-convegno” situazionista o neosituazionista, svoltosi in Liguria – Sesto Godano (La Spezia), lo scorso autunno 2014, al quale hanno partecipato nomi storici del Situazionismo italiano oltre a nuovi giovani e autori emergenti o già noti nell’avanguardia italiana contemporanea. I promotori, ovvero la casa editrice stessa che coagula diversi di quest’ultimi, parlano oggi, nel 2015, di eredità diretta dalla matrice di Debord e del Situazionismo e spiegano il sottotitolo del volume: “Punto della Situazione n. 1” è l’ouverture dopo il “non-convegno” e il libro in merito foriero di futuri nuovi incontri analoghi, eventualmente anche in medium complementari quali mostre e azioni performative. Il “Punto della Situazione n. 2” L’Antispettacolo nella Società dello Spettacolo, per la cronaca di fatto si è già verificato proprio lo scorso 13 Giugno a Livorno, Galleria Piccolo, con la presentazione di Debord e il Situazionismo revisited, anche in forma appunto performance (Situazioni Musicali e Cinematografiche) con gli stessi Mav (Movimento arte vaporizzata), Noè’, Nef, e No. Hanno partecipato, provenienti da tutta Italia, i vari : Amico, Balice, Bertelli, Biasiotti, Fanna, Marchi, Massari, Moretti, Piccolo, Ricaldone, Saccoccio, Scuro, Stanziale, Taccole, Velena, Venturi.
Più in generale, i nuovi situazionisti italiani, reinventano il grande intellettuale e l’avanguardia situazionista del secondo novecento, tra i principali analisti della/sulla società dello spettacolo e dei mass media, alla luce della rivoluzione post Internet, dell’attuale società turbocapitalistica e informatica (criticamente…), del ritorno delle avanguardie stesse nel panorama (oltre) artistico contemporaneo.

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La copertina

Antonio Saccoccio (a cura di), “Debord e il Situazionismo revisited. Punto della Situazione n. 1, (Per il 20° della morte di Debord: 1994-2014), Massari, 2015, testi di:
Michele Nobile: La società dello spettacolo e la critica rivoluzionaria
Sandro Ricaldone: Debord avant Debord
Pino Bertelli: Rapporto sul cinema sovversivo di Debord
Roberto Massari: Complicanze “spettacolari”
Giorgio Amico: Il marxismo situazionista di Asger Jorn
Alessandro Scuro: Basi lettriste del Situazionismo
Antonio Saccoccio: Crisi e superamento dell’arte. Dal Futurismo a Debord (e oltre)
Stefano Balice: Il punto della situazione nella realtà delle reti
Antonio Marchi: Punto d’arrivo (e situazioni in bici)
Roberto Peccolo: Punto di ripartenza. Una galleria semisituazionista nel cuore di Livorno
Appendici:
Mirella Bandini: Guy Debord dal situazionoìismo all’Internazionale Situazionista
Roberto Massari: Da La società dello spettacolo ai Commentari. Note di lettura.

Foto in evidenza di Pino Bertelli durante il non-convegno di Sesto Godano.

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Roby Guerra


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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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