Skip to main content

Cardini, la sua produzione/ricerca è da sempre politicamente scorretta: per fortuna nessuno discute la sua autorevolezza, tuttavia spicca anche certo andazzo, spesso è bollato di pensiero reazionario, ci pare per questioni meramente ideologiche… Perché in Italia l’Ideologia è come una “religione”e subordina la Cultura?
Di solito a sinistra mi bollano come reazionario, se non come fascista (termine ormai divenuto incomprensibile dato il suo ingiustificato abuso); a destra mi danno del comunista e/o del filoislamico. A chiunque mi chieda se io sia l’una o l’altra cosa, io rispondo di solito “faccia lei”. A giudicare dalla Sua domanda, Lei si riferisce evidentemente a critiche “da sinistra”: se non altro la sinistra, pateticamente, polemizza ancora su cose che essa definisce “cultura”. Mi pare commovente.

Cardini, Lei ha liberato il cosiddetto Medioevo da secoli bui di pensiero unico Illuminista e da certi stereotipi: tuttavia non è ancora pensiero comune o intellettuale. Orwell il suo famoso libro l’ha in realtà scritto nel 1384?
Orwell il suo libro lo ha scritto esattamente quando doveva scriverlo, solo che è partito da un’intuizione geniale ma sbagliata di 180 gradi. Il futuro totalitario ch’egli immagina è tale in termini che sono fantanazisti o fantastalinisti; come avrebbe mai potuto immaginare, ai suoi tempi, un totalitarismo liberal-liberista, una tirannia fondata sul “pensiero unico” e sul politically correct? Ciò rischia di superare ancor oggi, perfino oggi mentre ci stiamo in mezzo,qualunque immaginazione.

Cardini, il “futuro anteriore” a spirale.. e non “lineare” che Lei ha scoperto (certo cosiddetto Medio Evo precursore proprio del Rinascimento e della cosiddetta modernità- ma anche certo Islam e/o pensiero arabo- Avicenna ecc… ben diversi da certa realtà e/o percezione contemporanea) nella sostanza (succintamente) non rigenera anche il “modernismo” contemporaneo dopo certa tabula rasa di certo Grande Passato del “postilluminismo”, liberandolo dalle sue contingenze e fanatismi “storici”.
Nel “futuro anteriore” a spirale c’è un elemento incontrollabile: la variante “imponderabile”, come diceva Pareto; o lo Ezba Elohim, il “dito di Dio”, come nella Bibbia dicono i sacerdoti-maghi al Faraone dopo il prodigio della verga di Mosè mutata in serpente.

Cardini, un breve sguardo sul futuro, come “capta” l’anno… 2100?
Anzitutto, con realistica malinconia, come un orizzonte che non potrò vedere: e me ne dispiace, perché credo sarebbe interessante. Diciamo comunque che “capto” il futuro in modo analogo a come lo “captano” Chomsky, Latouche e Stiglitz: o ci liberiamo dalla “ruota dei dannati” produzione-consumo-profitto che tra XVI e XX secolo ha spinto l’Occidente ad asservire la terra ai suoi progetti di arricchimento e di progresso tecnologico-scientifico illimitato, se non recuperiamo la cultura del limite e il senso del limite, al XXII secolo non ci arriveremo o ci arriveranno in pochissimi, come miserabili superstiti di una qualche catastrofe (è umanamente considerabile come verosimile che la terra rigurgiti di testate nucleari e nessuno le usi mai, o mai accada un errore di gestione, un banale incidente?); dopo di che tutto potrebbe ricominciare da capo per alcuni altri millenni, non so… Ma non è detto: l’uomo propone, poi Dio dispone: e allora, quando ci sentiamo forti, sicuri, inarrestabili, arrivano sempre gli unni, o i mongoli, o la Peste Nera.

Link:
https://www.francocardini.it/
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Cardini

tag:

Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it